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Cari Cinque Stelle, basta ambiguità su Hong Kong. Firmato Formentini

“Auspichiamo che anche il Movimento 5 stelle partecipi ai lavori dell’Alleanza interparlamentare sulla Cina”, spiega Paolo Formentini, deputato della Lega e vicepresidente del commissione Esteri della Camera, a Formiche.net. “Ma le parole di oggi del sottosegretario agli Esteri, Manlio Di Stefano, non lasciano presagire nulla di buono”, aggiunge. 

“Certamente la Cina su Hong Kong sta sbagliando soprattutto i modi perché poi sappiamo là bisogna andare indietro di parecchi decenni per capire l’origine del problema”, ha dichiarato l’onorevole Manlio Di Stefano, parlamentare del Movimento 5 Stelle e sottosegretario agli Esteri, questa mattina ad Agorà Estate su Rai Tre, condotto da Roberto Vicaretti, in merito ai rapporti fra Cina e Hong Kong.

“La sua dichiarazione va letta molto perché forse è volutamente ambigua”, continua Formetini. “Bisogna capire che cosa intende il sottosegretario quando parla di ‘principio di autodeterminazione che va tutelato’. Secondo la Lega c’è un diritto all’autodeterminazione della popolazione di Hong Kong, che per altro è riconosciuto  dalla Dichiarazione congiunta sinobritannica del 1984. Oggi vediamo, con l’approvazione e l’entrata in vigore della legge sulla sicurezza nazionale, un’involuzione totale. Oggi, con la prima applicazione della misura e con le decine di arresti dei manifestanti, è morto definitivamente il modello ‘un Paese, due sistemi’. Ecco perché chiediamo: di quale autodeterminazione parlando quindi il sottosegretario Di Stefano?”.

Contro il sottosegretario anche Andrea Delmastro, deputato e capogruppo di Fratelli d’Italia in commissione Esteri: “Mentre il mondo si indigna per la stretta liberticida della Cina comunista su Hong Kong, Manlio Di Stefano, trova ‘comprensibili’ le aspirazioni cinesi. Da Maduro a Xi Jinping, dal Venezuela alla Cina c’è un solo filo rosso che lega le simpatie internazionali dei grillini: le dittature comuniste”, ha dichiarato Delmastro.

“La nuova legge sulla sicurezza voluta dalla Cina è funzionale alla repressione a Hong Kong. Non si può tacere si deve reagire”, ha commentato Lia Quartapelle del Partito democratico su Twitter. Sempre dalle fila dem si è levata la voce di Emanuele Fiano, deputato e responsabile Esteri della segreteria del Partito democratico, che ha dichiarato: “L’Europa e l’Italia devono far sentire la loro voce a difesa del principio ‘un Paese, due sistemi’ e la vicinanza ai cittadini di Hong Kong e a chi si batte per la democrazia e la libertà, perché a questi principi non si deve rinunciare mai”.

Oggi si è parlato di Hong Kong anche nel corso della presentazione del rapporto rilasciato dall’Alleanza interparlamentare sulla Cina (Ipac) e nella sua versione italiana dal Global Committee for the Rule of Law “Marco Pannella” (Gcrl) sugli sforzi del governo cinese per ridurre drasticamente le nascite nelle minoranze musulmane dello Xinjiang. Lucio Malan, senatore di Forza Italia e co-chair italiano dell’Ipac, ha dichiarato: “Non faremo tacere la nostra voce” su Hong Kong e sullo Xinjiang: “Difendere la libertà e i diritti a Hong Kong significa difenderli anche in Italia e negli altri Paesi”. Sulla stessa linea Roberto Rampi, l’altro co-chair italiano, del Partito democratico che ha rivolto un appello agli altri parlamentari ad aggiungersi all’Alleanza.



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