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Ecco perché Guaidó vuole aprire l’ambasciata venezuelana a Gerusalemme

Abrams venezuelana, Guaidó

C’è un proverbio arabo che recita: “Il nemico del tuo nemico è un tuo amico”. Ed è proprio sulla base di questa premessa che il governo ad interim del Venezuela, guidato dal leader dell’opposizione Juan Guaidó, vuole stringere i legami con Israele.

Come primo passo, secondo il rabbino Pynchas Brener, Guaidó ha intenzioni di aprire l’ambasciata venezuelana a Gerusalemme. In un’intervista al The Jerusalem Post,  il capo ashkenazita di Caracas e ambasciatore in Israele, ha dichiarato che deputati del partito del presidente del Parlamento, così come altre formazioni politiche, hanno aperto un caucus degli alleati di Israele, firmando anche una dichiarazione che chiede il ripristino dei rapporti diplomatici tra i due Paesi e l’apertura di una sede diplomatica.

Venezuela e Israele hanno rotto le relazioni nel 2009 e, a gennaio del 2019, gli israeliani sono stati tra i primi a riconoscere la legittimità del governo ad interim. Quell’anno, il ministro degli Esteri del governo ad interim, Julio Borges, si era recato in Israele per assistere ad una conferenza della Fondazione Israeliti Alleati.

Guaidó ha nominato Brener come ambasciatore venezuelano in Israele, ma per ora si trova ancora a Miami. Il governo di Guaidó ha in programma l’apertura, la prossima settimana, di un sito web  che funzionerà come ambasciata virtuale di Israele. “Una volta che il governo di Guaidó potrà avere presenza fisica in Israele – ha spiegato il rabbino al Jerusalem Post -, sarà il nostro desiderio aprire l’ambasciata a Gerusalemme, come gli Stati Uniti. Questo stiamo cercando di fare”.

Un’altra formazione politica dell’opposizione venezuelana, Vente Venezuela, ha firmato un accordo con il partito del governo israeliano, Likud. Per María Corina Machado, coordinatrice nazionale di Vente Venezuela, la cooperazione tra i due partiti sarà in ambito di “affari politici, ideologici e sociali, così come nello sviluppo di temi di strategia, geopolitica e sicurezza”.

Per il deputato venezuelano Omar González Moreno, i rapporti strategici con Israele sono una priorità. Ed è che Israele è il principale nemico di Iran in Medio Oriente e, come ha ricordato a PanAm Post Joseph Humire, specialista di sicurezza internazionale e direttore di Secure Free Society, “è una buona notizia che Guaidó si avvicini a Israele […] è l’unico Paese democratico in Medio Oriente ed è il Paese che sta affrontando l’influenza iraniana. Guaidó deve avere forti alleanze internazionali per dissipare la presenza dell’Iran in Venezuela, quindi mi sembra un bene”.

Per l’esperto, i due Paese dovrebbero condividere informazioni di intelligence sulla presenza di Hezbollah in territorio venezuelano. “I principali alleati di Maduro fuori dalla regione sono Iran, Russia e Cina – ha spiegato Humire -. Credo che Guaidó dovrebbe allearsi con i nemici di questi Paesi”.

A Humire preoccupa soprattutto la l’alleanza tra Teheran e Pechino: “È un punto molto importante che si deve discutere perché in questa situazione Guaidó dovrebbe anche allearsi con i principali nemici della Cina, come Giappone, Taiwan e Corea del Sud […]. All’inizio ricordo bene che c’era gente che diceva che la Russia non avrebbe difeso Maduro in Venezuela, che non avrebbe inviato truppe al Paese, e abbiamo visto che non è vero. Nel caso della Cina è lo stesso. Siamo stati molto ingenui, questi Paesi lavorano congiuntamente e hanno i loro progetti egemonici”.

L’analista ha concluso che in questo momento Maduro è un “burattino” di Cina, Russia e Iran: “Bisogna ricordare la frase che dice che i nemici dei tuoi nemici sono i tuoi amici. E questo ha unito Russia, Cina, Iran e Venezuela. Guaidó dovrebbe fare lo stesso”.

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