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La guerra si sposta nello Spazio. Ecco come si attrezza il Regno Unito

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Anche il Regno Unito si prepara alla Guerre stellari. Il ministero della Difesa di Sua maestà è infatti a lavoro per la creazione di uno Space Command tutto dedicato agli affari militari oltre-l’atmosfera. Sarà inserito in una logica interforze e di rinnovata attenzione all’innovazione tecnologica, almeno a giudicare dalle parole del segretario della Difesa Ben Wallace, intervenuto mercoledì alla Air and Space Power Conference, la rassegna organizzata (rigorosamente in versione web) dalla Royal Air Force. Si punta a riorganizzare le forze aerospaziali di Sua maestà, con una chiamata generale alla riflessione che Wallace ha rivolto al pubblico in vista della Review che la Difesa britannica rilascerà in autunno. Il binario è quello definito nella “Global Britain” targata Boris Johnson: rafforzamento delle alleanze e modernizzazione dello strumento militare, tra spazio e cyber.

IL PUNTO DEL MINISTRO

“Russia e Cina stanno sviluppando armi offensive nello Spazio”, ha detto Wallace nel suo intervento. Ciò è causa di “preoccupazione, considerando che i satelliti non solo forniscono comunicazioni su scala globale, intelligence critica, sorveglianza e navigazione, ma sostengono anche le nostre infrastrutture critiche, dai cellulari ai bancomat, fino al mercato azionario”. Per questo, ha aggiunto il segretario alla Difesa, “in futuro ciò che sta sopra di noi sarà spesso più importante di ciò che ci sta di fronte”.

I PIANI ISTITUZIONALI

Da tempo il Regno Unito guarda con attenzione all’allargamento della competizione spaziale oltre l’atmosfera. Nel manifesto con cui il Partito conservatore si presentò lo scorso anno alle elezioni generali, si leggeva: “Adatteremo (la sicurezza nazionale) alle nuove minacce, investendo di più in cyber-security e istituendo il primo Space command del Regno Unito”. Il comando ancora non c’è, ma è già in fase di definizione da parte del ministero, con novità attese nei prossimi mesi, quando verrà rilasciata la Strategic Defence and Security Review (Sdsr), il documento strategico di Londra pubblicato ogni cinque anni. D’altra parte, già da inizio anno è operativo la nuova Direzione Spazio all’interno del ministero della Difesa, affidata alla guida dell’air vice marshall Harvey Smith. È responsabile dello sviluppo delle politiche spaziali in ambito, a diretto riporto del segretario.

IL TREND

Londra segue così un trend ormai consolidato. A fine maggio, il Giappone ha inaugurato lo Space Operations Squadron, alla dipendenze delle Forze aeree di auto-difesa. L’obiettivo dichiarato è tutto difensivo: monitorare la space debris (i detriti orbitanti) e i satelliti sospetti così da evitare la collisione con le infrastrutture giapponesi. A preoccupare è soprattutto l’attivismo cinese e russo negli armamenti anti-satellite (Asat), assetti capaci di colpire infrastrutture che risultato tanto esposte quanto strategiche per la tenuta di uno Stato. Le stesse preoccupazioni hanno portato gli Stati Uniti alla creazione della Space Force voluta da Donald Trump, nonché la Francia all’istituzione del Commandement militaire de l’espace targato Emmanuel Macron.

LA VISIONE

Per il Regno Unito, l’attenzione allo Spazio si inserisce in una vision più ampia di modernizzazione dello strumento militare. “Ho una visione della Difesa Uk – ha detto Wallace – in cui siamo in grado di condividere tutti i punti tra Spazio, aria, superficie e sotto-superficie, così che la somma delle parti sia molto di più del valore dei singoli”. Certo, ha aggiunto, ciò “richiede un ribilanciamento tra capacità dell’era industriale e quelle dell’era informativa, investendo in cyber, Spazio, guerra elettronica, intelligenza artificiale, robotica e automazione”. Non è casuale che dallo scorso primo giugno sia pienamente operativo un reggimento di 250 specialisti tutto dedicato al dominio cyber, alla difesa delle reti e delle comunicazioni delle Forze armate. È il 13th Signal Regiment del Royal Army del Regno Unito, costruito sull’eredità del celebre 1st Special Wireless Group.

L’ATTENZIONE DI LONDRA

A inizio marzo, prima che esplodesse la pandemia in Europa, il governo di Boris Johnson aggiungeva alcuni dettagli relativi alla visione “Global Britain” per il settore della Difesa. Rishi Sunak, cancelliere dello Scacchiere, presentava la proposta di budget al Parlamento, comprensiva di un fondo da un miliardo di sterline (1,14 miliardi di euro circa) per agevolare le vendite di materiali d’arma e una cifra pressoché uguale per tecnologie all’avanguardia e settori ad alto potenziale, incluso lo Spazio. Nel 2020, il Regno Unito può contare su un budget per la Difesa da 50,3 miliardi di sterline, pari a oltre 57 miliardi di euro (il budget italiano si aggira sui 22 miliardi). L’obiettivo pre Covid-19 era accrescere ulteriormente tale cifra, anche per mantenere l’impegno Nato a spendere nel settore il 2% del Pil. A giudicare dalle parole di Wallace (e dalle accuse di Johnson sulle interferenze russe), l’attesa di un mondo ancora più incerto e competitivo non farà che accrescere tale esigenza.

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