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Nuova stretta di Pechino su Hong Kong. Rinviate le elezioni di settembre

Invocando poteri d’emergenza a causa del coronavirus, la governatrice di Hong Kong Carrie Lam ha annunciato che le elezioni politiche in programma per il 6 settembre sono state rinviate di un anno. Il tutto con “il sostegno nell’adozione di questa difficile decisione” del governo di Pechino. “È la decisione più difficile degli ultimi 7 mesi”, ha dichiarato in conferenza stampa Lam, che ha citato l’esempio del rinvio delle elezioni locali nel Regno Unito per provare a riportare la questione sui temi dell’emergenza nell’ex colonia britannica che oggi ha riportato 121 nuovi casi di contagio.

Le elezioni politiche di Hong Kong, previste inizialmente per il prossimo 6 settembre, sono state rinviate al 5 settembre del 2021: in conferenza stampa, la governatrice Carrie Lam ha precisato che l’epidemia di coronavirus è “troppo grave” e per questo ha deciso di usare “la legge di emergenza dell’era coloniale” per il posticipo del voto. Pechino chiederà al Comitato permanente del Congresso nazionale del popolo, ramo legislativo del parlamento cinese, di decidere su come colmare il vuoto normativo che ciò creerà: la Basic Law, mini-costituzione di Hong Kong, prevede che la legislatura del parlamentino dell’ex colonia duri espressamente 4 anni.

Ma gli attivisti (che secondo i sondaggi avrebbero ottenuto la maggioranza al Consiglio legislativo) non ci stanno, convinti che sia l’ennesima operazione di Pechino per reprimere le richieste di democrazia. Inoltre, sottolineano come le leggi locali permettano un rinvio di soli 14 giorni.
 Prima di Lam ha parlato Joshua Wong, uno dei simboli del campo democratico che si batte in difesa del principio un Paese due sistemi minacciato dalla nuova legge per la sicurezza nazionale imposta da Pechino sull’ex colonia britannica. “La nostra resistenza continuerà e speriamo che il mondo possa resistere con noi in questa battaglia in salita”, ha detto parlando in una conferenza stampa all’indomani della squalifica a suo carico e di altre 11 persone dalle elezioni politiche di settembre. Con indosso una maglietta nera con l’emblematica scritta “Non possono ucciderci tutti”, Wong (il più votato con oltre 30.000 consensi alle recenti primarie democratiche)ha detto che “oltre ogni dubbio, è l’era più scandalosa della frode elettorale nella storia di Hong Kong”.

 

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