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Alleanza (pericolosa) tra Maduro e Kim? L’indagine dell’Onu

Sembrava ad un punto morto il tentativo della Norvegia di ripristinare il dialogo tra il regime e l’opposizione venezuelana, ma invece no. Almeno secondo Nicolás Maduro. Il leader del governo socialista ha assicurato che il dialogo per trovare una soluzione alla crisi politica e umanitaria del Paese sudamericano è riavviato, con la mediazione di Oslo. “Jorge Rodriguez (ministro della Comunicazione, ndr) è in riunione con i norvegesi – ha annunciato Maduro durante una conferenza trasmessa dalla televisione statale -. Il tema con loro è stato riattivato. Conoscono già il nostro impegno per il dialogo, la fiducia e la libertà”.

L’arrivo della delegazione diplomatica della Norvegia era stato confermato dallo staff del presidente ad interim, Juan Guaidó, che una settimana aveva detto che “il processo di mediazione condotto dal Regno di Norvegia si è concluso l’anno scorso quando la dittatura ha rifiutato di tenere elezioni presidenziali e parlamentari libere ed eque”. Per l’opposizione, dunque, nessun processo di negoziazione è stato riattivato.

E mentre da una parte il regime del Venezuela si presenta disponibile alla negoziazione con gli avversari agli occhi della comunità internazionale, dall’altra parte starebbe violando normative di sicurezza imposte dalle Nazioni Unite.

Un reportage dell’agenzia Reuters sostiene che l’Onu sta indagando sulla violazione delle sanzioni contro la Corea del Nord da parte del Venezuela, come effetto di un accordo “militare e tecnologico” tra i due Paesi.

I funzionari delle Nazioni Unite hanno avvertito il regime di Maduro che, in caso di esistenza di un convegno, il Venezuela starebbe infrangendo le norme del Consiglio di sicurezza. Secondo Reuters gli esperti dell’organizzazione internazionale avrebbero inviato due lettere all’ambasciatore venezuelano alle Nazioni Unite, Samuel Moncada, per conoscere i termini specifici dell’accordo tra il governo di Kim Jong-Un in Corea del Nord e Nicolás Maduro in Venezuela. Le lettere sarebbero datate ottobre 2019 e giugno 2020, con la spiegazione che le sanzioni internazionali del Consiglio di sicurezza vietano l’intesa.

La Corea del Nord è sotto sanzioni dell’Onu dal 2006, ma è stato solo nel 2013 quando 5 membri del Consiglio di sicurezza approvarono con unanimità divieti specifici. Tra le misure c’è il divieto di accesso al sistema finanziario internazionale, la limitazione di accesso ai porti internazionali e la commercializzazione di metalli. L’obiettivo è punire il regime nordcoreano per lo sviluppo del programma nucleare.

“Considerando che questa cooperazione (tra Venezuela e Corea del nord, ndr) è una forma riconosciuta dalla Corea del Nord di violare le risoluzioni dell’Onu – ha scritto il coordinatore degli esperti Alastair Morgan a giugno 2020 -, vogliamo chiedere una risposta rispetto a questa presunta cooperazione”.

Le prime indagini avrebbero svelato che dietro all’accordo tra Kim e Maduro c’è Diosdado Cabello, braccio destro del leader del regime venezuelano. Cabello, sanzionato anche dagli Stati Uniti, era andato a Pyongyang a settembre del 2019 per firmare un accordo di cooperazione militare e tecnologica, secondo le dichiarazioni dello stesso Maduro.

Il 2 ottobre del 2019, il presidente del governo socialista si è congratulato con Cabello per “gli incredibili” accordi firmati durante il tour in Corea del Nord e Vietnam, ma senza dare dettagli, pretesi oggi dalle Nazioni Unite.



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