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Più navi contro Cina e Russia. Il dibattito Usa e Nato nel Mediterraneo

Passando il testimone al collega Robert Burke, l’ammiraglio statunitense James G. Foggo III — definito dal segretario della Marina statunitense Kenneth J. Braithwaite “un leader e un mentore incredibile, un esempio” — ha fatto il punto sui suoi tre anni alla guida del Joint Force Command Nato di Napoli e delle sfide future per l’alleanza. Russia e Cina sono state in cima alla sua agenda e lo rimarranno in quella del successore. L’ammiraglio ne è certo.

In particolare, la Cina è un “nuovo giocatore in città”, ha spiegato Foggo, conosciuto per avere sempre nella sua valigetta una copia del Trattato Nato, intervistato da Stars and Stripes. Per Pechino, infatti, l’Artico è parte della Via della Seta.

UNA NUOVA STRATEGIA NAVALE

L’ammiraglio Foggo ha sottolineato la necessità per la Nato di un nuova strategia navale che indichi la via per gli investimenti agli Stati membri. Obiettivo: far fronte al ritorno della minaccia sottomarina della Russia, dall’Artico al Mediterraneo, e all’emergere della Cina come fattore militare in Europa. L’ultima strategia Nato per il Mediterraneo è infatti datata 2011, cioè prima che la Russia ritornasse a presidiare i mari e che la Cina lanciasse la Via della Seta.

I piani attuali “non colgono il ritorno, o la rinascita della forza sottomarina russa, l’ascesa della Cina come grande potenza e l’annessione illegale dell’Ucraina”, ha detto l’ammiraglio prima della cerimonia di passaggio delle consegne ieri. “Non è una critica alla Nato. È solo qualcosa che sto spiegando ai miei colleghi”, ha aggiunto invitando l’alleanza a “un aggiornamento”. Ma cambiare strategica non è l’unica soluzione: l’ammiraglio Foggo ha infatti invocato, nel corso di un’altra intervista rilasciata all’organizazione United States Naval Institute, un aumento delle navi coinvolte nelle operazioni della Sesta flotta degli Stati Uniti di stanza nel Mar Mediterraneo.

DISINFORMAZIONE E INFRASTRUTTURE

Alcune settimane fa su Formiche.net riportavamo alcune dichiarazioni dell’ammiraglio Foggo durante un incontro dell’International Institute of Strategic Studies. Un importante spazio nel suo intervento era dedicato alla disinformazione. L’ammiraglio evidenziava come la Cina abbia adottato tattiche tipiche della Russia in tempo di Covid-19. Soprattutto le campagne di disinformazione. “Abbiamo visto una Russia più aggressiva conquistare illegalmente territori di Paesi sovrani, condurre operazioni informatiche contro molti Paesi, intromettersi nelle politiche interne all’Alleanza, militarizzare il Mar Baltico e il Mar Nero e ora l’Artico. Tutto, mentre minaccia di limitare l’accesso alla rotta del Mare del Nord”. E ancora: “Questo è ciò che la Cina ha fatto nel Pacifico e potrebbe voler fare in Europa e in Africa”. 

Ma l’ammiraglio aggiungeva: “La Nato non può più ignorare le attività cinesi in Europa: iniziative come il 5G, il cavallo di Troia, l’acquisto di infrastrutture portuali e il piano della Via della Seta”. Un messaggio, commenta Repubblica, “che riguarda molto direttamente l’Italia e la politica estera del governo Conte”.

IL NUOVO COMANDANTE

Il cambio al vertice non significa una nuova impostazione Nato. L’ammiraglio Burke, come raccontato da Formiche.net, ha dichiarato ieri assumendo il comando delle operazioni, che Cina e Russia pongono “palesi sfide all’ordine internazionale libero e aperto”. “Le forze navali saranno fondamentali in questa era di grande competizione per potenze”, ha aggiunto.

(Foto: Twitter @ JFC_Naples)

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