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Si allarga l’Orizzonte di Naviris. Ecco i piani per Fincantieri e Naval Group

Si gonfiano le vele di Naviris, la joint venture tra Fincantieri e la francese Naval Group. A poco più di un mese dal primo contratto per ricerca e sviluppo sulle navi del futuro, è arrivato oggi il via all’ammodernamento di mezza vita dei quattro cacciatorpediniere di classe Orizzonte. Il contratto assegnato dall’Organizzazione europea per la cooperazione in materia di armamenti (Occar) riguarda nello specifico lo studio di fattibilità, prima fase del progetto. “La stretta collaborazione italo-francese ha permesso di arrivare a questo risultato in tempi ragionevolmente brevi, seppur in un periodo complesso per l’organizzazione del lavoro di gruppo”, hanno spiegato Giuseppe Bono e Claude Centofanti, rispettivamente presidente e ad di Naviris, entrambi dettisi “molto orgogliosi” del contratto.

IL CONTRATTO

Lo studio di fattibilità durerà un anno e si concentrerà principalmente sulla capacità “Anti Air Warfare” delle quattro navi in dotazione alle Marine dei due Paesi (per l’Italia le unità Andrea Doria e Caio Duilio). Verrà gestito da Naviris con il supporto di Fincantieri e Naval Group e dei principali fornitori di sistemi di combattimento (il consorzio Eurosam, la francese Thales, l’italiana Leonardo, la joint venture MBDA e Sigen). Il gruppo di lavoro, coordinato dalla joint venture, ha lo scopo di identificare e analizzare le modifiche da effettuare ai cacciatorpediniere. L’obiettivo è “aumentare le prestazioni fino alla fine del loro ciclo di vita”, seguendo le indicazioni delle Marine sugli scenari operativi da affrontare. Realizzate nel primo decennio di questo millennio, le quattro navi sono state progettate per la difesa anti-aerea, quantomai attuale.

IL MIRINO DI NAVIRIS

L’ammodernamento di mezza vita del programma Orizzonte era dato come primo progetto di lavoro sin dall’avvio degli accordi per la joint venture italo-francese. Lo confermava a inizio giugno Pierre-Eric Pommellet, da oltre tre mesi al vertice di Naval Group. L’altro grande interesse resta il programma European patrol corvette (Epc), entrato all’intero della cooperazione strutturata permanente (Pesco) dell’Unione europea tra i progetti avallati lo scorso novembre. Già da prima gli Stati maggiori delle Marine dei due Paesi avevano avviato uno studio congiunto sulla comune esigenza operativa, concernente progettazione e sviluppo di un prototipo della corvetta europea destinata a missioni multiruolo e di pattugliamento.

LA DIFESA EUROPEA

L’interesse per la nascente Difesa europea è evidentemente elevato. Tra i primi sedici contratti assegnati dalla Commissione europea nell’ambito dell’Edidp (il programma di sviluppo industriale che anticipa il più cospicuo Edf 2021-20217, sebbene rivisto al ribasso dal recente Consiglio europeo) c’è “Sea Defence”. Senza corrispondenza nell’ambito della Pesco, vale 15,9 milioni di euro (copertura Ue, 14,3 milioni) e riguarda 30 mesi di studio su future piattaforme navali e relative tecnologie. Al consorzio, guidato dalla danese Damen, vede la partecipazione di tutti i big europei: Fincantieri, la spagnola Navantia, Naval Group e la tedesca Thyssenkrupp.

IL FERMENTO NAVALE

Il settore navale del Vecchio continente si dimostra da tempo in particolare fermento. A maggio è emersa notizia dell’ipotesi tedesca per il Gruppo italiano, con le riportate trattative in corso con Thyssenkrupp. Per Fincantieri, il discorso si inserisce nel consolidamento del comparto europeo e riguarda la componente sottomarina, non coinvolta nell’accordo con i francesi. Con i tedeschi, c’è d’altra parte già l’esperienza di cooperazione sul programma dei sottomarini Type 212A, avviato negli anni 90 con quattro unità dirette alla Marina italiana (U 212-A) realizzate dal Gruppo italiano su licenza tedesca.

LA RICERCA SUL FUTURO

Nel fermento europeo c’è anche Naviris. Il contratto sulla classe Orizzonte segue l’ufficiale accensione dei motori dello scorso 4 giugno, quando l’Organizzazione europea per la cooperazione in materia di armamenti (Occar) ha affidato alla joint venture cinque progetti di ricerca e sviluppo finalizzati a migliorare le prestazioni delle unità realizzate navali da Fincantieri e Naval Group. Tra navi digitali, logistica del futuro e riduzione dei consumi di energia a bordo, le attività sono coordinate da Naviris in qualità di prime contractor, nonché proprietaria di tutti i risultati dei lavori. La società è d’altra parte entrata in operatività lo scorso gennaio con il primo consiglio d’amministrazione.

LA SPINTA POLITICA

Sebbene la parte civile dell’intesa tra Roma e Parigi nel settore navale resti bloccata (riguarda l’acquisto da parte di Fincantieri dei Chantiers de l’Atlantique, ex Stx), quella militare è andata avanti con rapidità e sostegno politico da entrambi i Paesi, motivo di “estrema soddisfazione” per Bono e Centofanti. All’indomani del primo contratto dall’Occar, il 5 giugno, il colloquio telefonico tra i ministri della Difesa Lorenzo Guerini e Florence Parly ribadiva la collaborazione sul campo. Un mese dopo, il primo viaggio oltre i confini francesi dall’inizio della pandemia portava la ministra francese a Roma. Nel colloquio con il collega italiano si parlava del “virtuoso esempio dell’accordo tra Fincantieri e Naval Group”, nonché dell’idea di estendere l’esperienza ai settori dello Spazio (dove c’è già la Space Alliance tra Leonardo e Fincantieri) e della difesa anti-missile (Leonardo e Airbus controllano con la britannica BAE Systems MBDA), senza dimenticare la “progettualità multilaterale per un drone europeo”.

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