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Francia, Usa e ora Regno Unito. Se il capo delle spie parla turco

Sarà il diplomatico Richard Moore, oggi direttore generale degli affari politici del dicastero degli Esteri ed ex ambasciatore in Turchia, il nuovo direttore del servizio segreto di intelligence MI6, l’agenzia resa celebre da George Smiley e James Bond, i personaggi nati rispettivamente dalle menti di John le Carré e Ian Fleming.

Moore entrerà in carica come nuovo “C” (chief, capo) in autunno, sostituendo sir Alex Younger. “Ritorna ai servizi segreti di intelligence con una straordinaria esperienza e supervisionerà il lavoro di uomini e donne i cui sforzi instancabili raramente si vedono in pubblico, ma che sono fondamentali per la sicurezza e la prosperità del Regno Unito”, ha detto il ministro degli Esteri britannico Dominic Raab spiegando la scelta di Moore.

IL PROFILO

La nomina è giunta un po’ a sorpresa. Come nota il Guardian, infatti, il favorito era Tom Hurd, funzionario dell’Home Office e compagno a Eton del premier Boris Johnson. “Sono felice e onorato di essere invitato a tornare a guidare il mio Servizio”, ha dichiarato Moore.

Ecco il ritratto della BBC. “Moore, nato in Libia, è entrato nell’MI6 nel 1987 e successivamente ha ricoperto ruoli di dirigenziali. È stato anche vice consigliere per la sicurezza nazionale nell’ufficio del gabinetto. Durante la sua carriera è stato inviato in Vietnam, Turchia, Pakistan e Malesia”. Ha studiato filosofia, politica ed economia all’università di Oxford ed è stato Kennedy Scholar ad Harvard.

LE SFIDE

La sua biografia ufficiale sul sito del Foreign Office recita: “Sposato con Maggie, con due figli, gli interessi di Richard includono golf, trekking, immersioni subacquee, tappeti e porcellane turchi, visitare siti storici”.

Moore torna dunque ai Servizi portando con sé la sua conoscenza della Libia e della Turchia (parla fluentemente il turco come Gina Haspel, direttore della Cia, e Bernard Émié, capo del Dgse, anch’egli già ambasciatore ad Ankara), due Paesi da sempre centrali nell’agenda britannica. Ma le sfide principali riguarderanno quasi sicuramente Cina e Russia. Basti pensare che tra i risultati del recente Russia Report (analizzato da Formiche.net) c’è la richiesta da parte della commissione Intelligence e sicurezza del Parlamento britannico di maggiori sforzi delle agenzie di intelligence (e coordinamento con il governo) nel contrasto delle interferenze esterne.

LA NOMINA DELL’MI5

A inizio aprile su Formiche.net raccontavamo la figura di Ken McCallum, nominato capo dell’MI5. Ecco cosa scrivevamo: “Chi lo conosce descrive il nuovo capo dell’intelligence come un hardliner verso la Cina. ‘Vuole essere più chiaro sulla minaccia posta dalla Cina – soprattutto per lo spionaggio industriale e la cyberwarfare – è convinto che nel Regno Unito non ci sia piena consapevolezza del livello di spionaggio di Pechino’ scrive Dan Sabbagh sul Guardian citando fonti vicine al direttore fresco di nomina”.

Scozzese di Glasgow, con un pallino per le scalate in montagna, ha trascorso i primi dei suoi 25 anni nell’MI5 nell’Irlanda del Nord, a studiare e prevenire il terrorismo e lavorare al Good Friday Agreement. Nel 2012 si è fatto carico di tutte le operazioni antiterrorismo per i Giochi Olimpici di Londra. Poi un passaggio al Beis (Department of Business, innovation and skills), dove ha maturato una vera passione (ed esperienza) nei temi cyber e digitali.

Infine il ritorno al MI5 nel 2017, ancora una volta in prima linea contro i terroristi. Questa volta, però, di matrice islamica. McCallum ha preso in mano due dossier caldissimi: gli attacchi di fronte a Westminster e l’attentato alla Manchester arena. Non caldi quanto il caso di Sergei Skripal, l’ex spia russa avvelenata con la figlia dal novichok di agenti del Gru (Main intelligence directorate) a Salisbury, il 4 marzo 2018. È stato lui a condurre le indagini con Scotland Yard, e a incastrare gli agenti russi.



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