Skip to main content

Un occhio dall’alto sul nucleare iraniano. Ecco il nuovo satellite-spia d’Israele

Lo Spazio è sempre più militare, anche nei confronti regionali come quello tra Israele e Iran. A pochi mesi dal lancio del misterioso satellite Noor da parte di Teheran, la Difesa israeliana ha lanciato oggi il satellite-spia Ofek-16. Servirà per monitorare il programma nucleare e missilistico iraniano, al centro di preoccupazioni negli ultimi giorni per le diverse esplosioni che hanno coinvolto più siti all’interno del Paese.

IL LANCIO

Lanciato questa mattina dalla base spaziale di Palmachim, al centro del Paese, il satellite Ofek-16 ha raggiunto correttamente l’orbita di destinazione a bordo del razzo vettore Shavit. È un “satellite elettro-ottico con capacità avanzate”, ha spiegato il ministro della Difesa e vice primo ministro Benny Gantz. Servirà per osservazione e monitoraggio a scopi d’intelligence militare, per molti con un focus preciso sul programmi nucleare e missilistico di Teheran. Secondo l’agenzia di stampa Ynetnews, il satellite darà ad Israele una capacità avanzata di allerta su lanci e test missilistici iraniani, nonché informazioni sulle attività presso i siti nucleari. “La superiorità tecnologica e l’intelligence sono essenziali per la sicurezza dello Stato d’Israele – ha detto Gantz – continueremo a rafforzare e mantenere le capacità di Israele ovunque e su tutti i fronti”.

IL PROGRAMMA ISRAELIANO

Il satellite è realizzato dal primo attore nazionale dell’aerospazio, la Israel Aerospace Industries (Iai), con la partecipazione per componenti di Elbit Systems, altro grande attore del comparto. Dopo la fase di test, Ofek-16 sarà affidato alla nota Unit 9900, una delle tre unità che compongono il Military Intelligence Directorate delle Forze armate israeliane. È l’unità responsabile dell’imagery intelligence (Imint), a crescente dipendenza dalle capacità spaziali (a cui si aggiungono quelle aeree, più tradizionali). Ofek-16 segue il lancio nel 2016 del gemello Ofek-11, con prestazioni che dovrebbero essere potenziate in termini di precisione e risoluzione. Ofek è anche il nome del primo satellite israeliano lanciato dal territorio nazionale, nel 1988 sempre a bordo di un vettore Shavit. Da allora, le ambizione spaziali d’Israele sono cresciute, prevalentemente legate agli aspetti di Difesa nazionale.

IL CONTESTO

E tra le minacce alla sicurezza nazionale, l’Iran è ancora in cima all’agenda israeliana. Nei comunicati ufficiali e nelle parole dei rappresentanti del dicastero della Difesa non c’è alcun riferimento a Teheran. È però la stampa israeliana a notare che l’attenzione sarebbe tutta per il programma nucleare iraniano. Il lancio di Ofek-16 è avvenuto a pochi giorni dalle misteriose esplosioni a due degli impianti nucleari più importanti del Paese. “Chiunque può sospettare di noi in ogni momento – ha detto Gantz ieri – ma non tutto ciò che succede in Iran è connesso con noi”.

I LANCI IRANIANI

Certo, l’incremento di capacità di osservazione spaziale lascia presagire un crescente interesse per capire cosa accade in Iran. A fine aprile, le Guardie rivoluzionarie iraniane hanno annunciato il successo del lancio di un payload di cui, tutt’ora, si conosce soltanto il nome: Noor. È giunto dopo una serie di fallimenti per il programma spaziale di Teheran e ha riacceso le polemiche sulla connessione con le capacità missilistiche del Paese. D’altra parte, Noor (letteralmente “luce”) è stato portato in orbita grazie al vettore Ghased, mai nominato prima dall’Iran, pressoché sconosciuto all’Occidente. È stato proprio Ghased (più di Noor) a riaccendere l’attenzione di Stati Uniti e Israele sul programma iraniano, considerando che i lanciatori spaziali possono essere vettori piuttosto simili a missili balistici.

I MISSILI DI TEHERAN

D’altra parte, Teheran può muoversi con una certa disinvoltura in questo campo. Il piano d’azione Jcpoa riguardava il programma nucleare e le percentuali di arricchimento dell’uranio, non i missili. Ai vettori è dedicata la risoluzione 2231 del 2015 del Consiglio di sicurezza dell’Onu, la quale però “invita” (e non “obbliga” come la precedente 1929 del 2010) l’Iran a sospendere ogni attività sui missili balistici. Ciò lascia ampi spazi alle ambizioni balistiche di Teheran, soprattutto a quelle che il governo definisce “non concepite per trasportare armi nucleari”, proprio come il programma spaziale. Tutto questo si unisce alla consapevolezza di uno Spazio sempre più utile a scopi militari. “Oggi, gli eserciti più potenti del mondo non hanno piani di difesa completi senza capacità spaziali; acquisire una superiorità strategica che ci porti nello Spazio ed espanda i domini delle nostre capacità è strategico”, spiegava dopo il lancio di Noor il capo dei Pasdaran Hossein Salami, colui che ha preso il posto di Qassem Soleimani, lo storico leader eliminato a gennaio dagli Stati Uniti.



×

Iscriviti alla newsletter