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L’Italia verso il Tempest. Il punto di Tofalo e l’intesa con Londra

“Abbiamo messo solide basi sul lavoro congiunto che ci porterà in futuro alla sesta generazione di velivoli”. Così il sottosegretario di Stato alla Difesa Angelo Tofalo ha spiegato il colloquio odierno con l’omologo del Regno Unito Jeremy Quin, condito dalla firma di una lettera d’intenti per rafforzare la collaborazione nella transizione da Eurofighter al Tempest. L’obiettivo chiaro: “Mantenere una comune linea d’indirizzo”.

DALL’EUROFIGHTER AL TEMPEST

D’altra parte, ha notato Tofalo, l’Eurofighter “rappresenta la base di sviluppo di tecnologie e soluzioni di pregio per facilitare la transizione verso la sesta generazione”. A ciò si aggiunge il valore di un programma che si è dimostrato “un importantissimo volano per le principali industrie aerospaziali europee”. Difatti, ha spiegato il sottosegretario italiano, “il livello occupazionale da esso derivato è stimato in oltre 10mila unità”. In particolare, ha rimarcato Tofalo, “ritengo che il coinvolgimento dell’Italia, sia dal punto di vista industriale, che governativo, nelle attività di sviluppo in ambito Eurofighter possano portare notevoli benefici in campo tecnologico e operativo per entrambi i nostri Paesi, gettando le basi per una sinergica ed efficace futura collaborazione nell’ambito del Team Tempest”.

VERSO LA SESTA GENERAZIONE

L’attenzione è difatti tutta per la futura generazione di aerei da combattimento, circa la quale Tofalo e Quin hanno firmato una lettera di intenti, finalizzata a rafforzare la collaborazione in campo aeronautico. La scena di fondo è attualmente dominata dai due programmi alternativi: il progetto franco-tedesco Fcas (a cui ha aderito la Spagna), e il programma britannico Tempest, per cui hanno manifestato desiderio di adesione Italia e Svezia. Lo scorso settembre, difatti, il governo italiano ha firmato una dichiarazioni di intenti con Londra per collaborare sul progetto. Qualche giorno dopo anche le aziende italiane del settore (Leonardo, Avio Aero, Elettronica e Mbda Italia) hanno siglato uno “statement of intent” con quelle britanniche (Bae Systems, Leonardo Uk, Rolls Royce e Mbda Uk).

LE MOSSE DELL’FCAS

Nel frattempo, nonostante alcune differenze di vedute tra Francia e Germania (soprattutto sulle prospettive di export), l’Fcas è proceduto abbastanza in fretta dal lancio del luglio 2017, quando Emmanuel Macron e Angela Merkel siglarono una prima intesa. Ad aprile 2018 si è aggiunta l’unione di intenti tra la francese Dassault e il colosso franco tedesco Airbus, capofila del progetto, e poi (a febbraio 2019) l’assegnazione da parte della Difesa di Parigi del primo contratto: 65 milioni di euro alle due aziende per la definizione dell’architettura generale e dell’organizzazione industriale del velivolo di nuova generazione. Sei mesi fa si sono aggiunti i primi contratti di sviluppo per 150 milioni di euro, così da avere un dimostratore pronto a volare nel 2026 (in tutto serviranno per questo 4 miliardi).

CONVERGENZA EUROPEA?

L’obiettivo è avere un caccia disponibile dal 2040, così da sostituire Rafale (per la Francia) ed Eurofighter (per la Germania). Allo stesso obiettivo risponde il Tempest, destinato a volare con gli F-35 (assetto condiviso da Uk e Italia, uniche con la quinta generazione) a partire dal 2040 per rimpiazzare gli Eurofighter. Entrambi i velivoli sono immaginati come “un sistema di sistemi”, un velivolo connesso ad altri assetti (magari a pilotaggio remoto) e a un sistema di terra altrettanto futuristico, con sensori all’avanguardia e grande capacità di fusione delle informazioni. È per questo che non si esclude la possibilità di convergenza tra Fcas e Tempest, ipotesi concreta ma ancora lontana, visto che non sembrano esserci i presupposti politici, strategici e industriali. Per l’Italia, l’obiettivo è definire da subito la partecipazione al Tempest cercando di guadagnare (e conservare) lo status di protagonista sull’aeronautica europea così da poter esser interlocutore privilegiato nel caso di una convergenza con Fcas. Per farlo, serve però un’accelerazione sul programma con Uk e Svezia.

IL PUNTO DI PROCACCI (AVIO AERO)

Il comparto industriale è pronto. “Per i contenuti tecnologici e di innovazione che lo caratterizzano, lo sviluppo di un nuovo velivolo da combattimento costituisce un evento in grado di ridefinire la geografia industriale del settore aeronautico”, ha detto in Commissione Difesa al Senato Riccardo Procacci, amministratore delegato di Avio Aero. “Iniziative che limitano le possibilità di collaborazione industriale e offrono ai nuovi partecipanti solo ruoli marginali e subordinati, anche se avviate da nazioni europee – ha detto concludendo – non rappresentano a mio avviso né un interesse per l’industria italiana, né programmi europei a pieno titolo”.

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