Skip to main content

Trump, i sondaggi e la bufera Twitter. Il punto di Gramaglia

Indietro nei sondaggi, Donald Trump fa la cosa che sa fare meglio dai tempi di The Apprentice: licenzia. Il magnate presidente fa fuori il manager della sua campagna Brad Parscale e lo sostituisce con Bill Stepien. Nell’annunciare il cambio della guardia, Trump ricorda, in un tweet, che Parscale e Stepien sono stati entrambi protagonisti della sua vittoria a Usa 2016.

Nelle ultime settimane, il posto di Parscale era parso a più riprese vacillante: il magnate gli addossava tutti gli incidenti di percorso della sua campagna. Parscale, 44 anni, lavora con Trump dal 2011 ed è uno specialista della comunicazione online: nel 2016, era il digital media director della campagna 2016; dal febbraio del 2018 era il manager della campagna per la rielezione. Ora, resterà nel team come senior adviser e continuerà a occuparsi delle strategie digitali.

Stepien, 42 anni, ha lavorato con l’ex governatore del New Jersey Chris Christie e poi con Trump, di cui fu il direttore politico della Casa Bianca durante la transizione dall’Amministrazione Obama a quella Trump.

Il cambio della guardia avviene mentre fioccano sondaggi negativi per il magnate presidente. Secondo un rilevamento Wall Street Journal / Nbc, il candidato democratico Joe Biden ha 11 punti di vantaggio su Trump, 51% a 40%, anche se il magnate resta il preferito sul fronte dell’economia, con il 54% dei consensi. Secondo un sondaggio della Quinnipiac University, il vantaggio di Biden è addirittura di 15 punti: 52% a 37%. Oltre tre elettori su cinque bocciano la gestione dell’epidemia da parte di Trump e pure la gestione della riapertura delle scuole – l’Amministrazione federale preme perché a settembre sia tutto normale; quelle locali sono più prudenti.

Trump incassa, comunque, come dividendo delle posizioni da lui assunte durante le proteste contro le violenze della polizia sui neri, l’appoggio della National Association of Police Organizations, che rappresenta 241.000 agenti in tutta l’Unione: “Il nostro appoggio – si legge in una nota – discende dal sostegno pubblico ai nostri uomini e alle nostre donne in prima linea” e dall’invito al segretario alla Giustizia “a perseguire in modo aggressivo chi attacca i poliziotti”.

Nonostante la sentenza della Corte Suprema la scorsa settimana, il magnate non intende consegnare al procuratore di Manhattan Cyrus R. Vance le sue dichiarazioni fiscali: i legali di Trump obiettano sulla portata della documentazione richiesta, troppo ampia, e sulle motivazioni dell’inchiesta, che sarebbero politiche. La mossa – osservano gli esperti – ha soprattutto lo scopo di allungare i tempi del procedimento, per evitare che i nodi delle tasse del presidente vengano al pettine prima dell’Election Day, il 3 Novembre.

Scaramucce giudiziarie mentre i contagi da coronavirus toccano un nuovo record: mercoledì, sono stati quasi 68 mila. Secondo i dati della John Hopkins University. Il totale dei contagi nell’Unione, alla mezzanotte sulla East Coast, sfiorava i tre milioni e mezzo e il totale dei decessi s’avvicinava a 137.500. Fra i positivi di giornata, il governatore dell’Oklahoma Kevin Stitt, il primo governatore colpito dal contagio.

Una situazione che induce il ‘virologo in capo’ della task force della Casa Bianca Anthony Fauci a dire: “Basta con questi nonsense”, cioè con le polemiche fra Amministrazione e scienziati. “È l’ ora – sostiene Fauci – di concentrarsi sulla recrudescenza dell’epidemia, specie al Sud e all’Ovest”. Intervistato da The Atlantic, Fauci risponde ai tentativi di screditarlo venuti dalla Casa Bianca, specie da Peter Navarro, il sanguigno consigliere di Trump autore di un editoriale contro il virologo.

Il presidente sta intanto valutando una stretta ai viaggi negli Usa di membri del Partito comunista cinese. Il piano, ci cui dà notizia il New York Times, non è ancora stato definito nei dettagli. Se sarà attuato, innescherà quasi sicuramente ritorsioni cinesi.

Infine, ci sono stati fermenti su Twitter per attacchi compiuti contro account eccellenti, fra cui quelli di Bill Gates ed Elon Musk, Barack Obama e Michael Bloomberg passando per Biden. Secondo l’azienda, la situazione non è ancora del tutto stabilizzata.


×

Iscriviti alla newsletter