Che estate sarà? Come scriveva Fulvio Tomizza: “Le mie estati letterarie”.
Ho letto un paio di articoli – ahimè – su una sorta di ricostruzione politico/sentimentale. Di cui ovviamente avrei fatto a meno. Siamo al gossip narrato. Adesso. Ai pettegolezzi passati con veline ufficiali.
Storie con buonuscita, foto di uscite combinate, amori plastici, messi in pasto a un giornalismo inpigrito pure nelle sue pagine rosa. Imboccato. “Il privato è politico”? Sicuramente. Il politico ha il suo privato e non diventa più pubblico perché gli forniamo una “copertura” mediatica.
È estate e si sa, fa ancora più tendenza il tema. Come i teli da mare. Anzi. Stendiamo proprio un velo pietoso.
Non sono mai stata attratta dalle cronache sulle performance di cui nutro semmai dubbi di autenticità. Ci hanno abituato, più fronti, persino i divi di Hollywood che a un certo punto hanno intrapreso a recitare copioni con partner di circostanza anche fuori dagli studi cinematografici.
Un po’ di nostalgia si può provare pensando agli scatti di una inedita macchina fotografica in Vacanze Romane. Ma si sa. Non finirono impaginate. Perché alla fine un uomo e una donna si innamorarono sul serio. E il vero, spesso, resta il non detto di una conferenza stampa, il dato mancante di un comunicato, gli appunti in brutta del cronista.
A quel punto ciò che finisce in pagina, aiuta a confondere le acque. Ma meno male che a fianco c’è l’oroscopo. Che con i suoi imperativi orienta sempre un po’ di più. A me questa settimana, (il più letto e condiviso sui social risulta quello di Internazionale) sprona ad avere “il coraggio di mettersi nei guai”.
Sono sfidanti! non c’è che dire. E mentre girano le immagini dei banchi con le rotelle, pensati per settembre, messi a bando, ma forse non arriveranno mai, sono storie “prendi tempo” come quelli di cui sopra, mi tornano alla mente le macchine da scontro.
Metafora dell’alta predisposizione ad andare incontro ai guai. Ovviamente, a me viene meglio il dribbling.
Ma per i temi importanti il coraggio ce l’ho. Allora bisogna avere la forza di dire che non dobbiamo lasciare da sole le isole e il meridione ad affrontare l’ennesima emergenza nei nostri mari, con i porti aperti e le scuole chiuse a settembre, il tema dell’immigrazione in un momento pericoloso come adesso sotto il rischio della seconda ondata in autunno, non può essere ideologico.
Superato questo pericolo del contagio altissimo e fuori controllo, dovremo dire che il meridione torna a scuola normalmente. Punto. Considerati i numeri assolutamente irrisori, perché la Sicilia dovrebbe porsi il problema aule, diversamente da ogni anno? Alludendo al fatto che gli spazi e gli investimenti servono non per il Covid, erano un obiettivo mancato anche prima. I fondi comuni sapranno dare al Paese le risposte rimandate di decennio in decennio?
Le regole del nostro Paese sapranno permetterle? Si ristrutturino i bellissimi ambienti culturali abbandonati a se stessi.
Si aiuti ogni comune ad avere la sua biblioteca aperta e funzionale e almeno una libreria, un centro sportivo. Si apra in ogni comune lo sportello per aiutare il cittadino, le piccole imprese, i giovani e gli altri soggetti a cui si rivolgono le politiche e i bandi, a parteciparvi. Mettendo a disposizione esperti, che finalmente semplifichino i passaggi burocratici per i soggetti finali ma soprattutto si innovi e si creino luoghi e incubatori pubblici che fanno da rete tra idee e soluzioni.
Infine, mi domando: la nostra ricerca sul vaccino, ecc ecc a che punto è? Perchè gli Usa sono spiati dalla Cina, i nostri non fanno neanche paura?
Intanto prima delle cattive letture, una ancora più triste: la pagina in cui un medico chiede di poter sperimentare la riuscita scientifica dei raggi “solari” riprodotti in particolari condizioni. Per sconfiggere il Covid.
È normale che anziché esserci un laboratorio che stia già testando ogni intuizione, ci ritroviamo il politico che cerca di convincerci di un presunto legame affettivo, vicino al medico che cerca l’aiuto dell’opinione pubblica per abbattere resistenze a sperimentare.
“Costerebbe 10mila euro”, dice, parlando del macchinario. Circa 34 sedie banco.
Vacanze romane
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