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Virus, mascherine e disoccupati. Perché Trump (non) festeggia il 4 luglio

Vigilia del 4 Luglio, l’Independence Day, nel segno dei record, sui fronti di epidemia ed economia. Ma non tutti vanno nel senso di ‘Make America Great Again’, come piace al magnate presidente Donald Trump. In giugno, sono stati creati negli Stati Uniti 4,8 milioni di posti di lavoro, meglio che mai in passato – da quando se ne tengono le statistiche – e meglio del previsto, dopo che, però, tra marzo e aprile ne erano stati perduti oltre 30 milioni. Il tasso di disoccupazione è sceso all’11,1% (prima della pandemia, era un terzo); la Borsa, come sempre volatile, è tornata a crescere a ritmi vertiginosi.

Ma, giovedì, gli Usa hanno anche registrato 53.069 nuovi contagi da coronavirus, secondo i dati della Johns Hopkins University: è un nuovo record, il secondo in due giorni consecutivi e il sesto negli ultimi nove giorni. Alla mezzanotte sulla East Coast, il totale dei contagi sfiorava i 2.740.000 e quello dei decessi – 649 ieri – i 128.750. Nelle ultime due settimane, la media dei casi giornalieri è quasi raddoppiata. La mortalità, invece, s’è ridotta, forse perché si ammalano più giovani e/o perché il sistema sanitario s’è meglio attrezzato.

Almeno sette Stati hanno fatto segnare ieri il loro record in un singolo giorno: Alaska, Arkansas, Florida, Georgia, Montana, South Carolina e Tennessee. Fra gli Stati più colpiti dal rimbalzo dell’epidemia, California e Texas, due dei più popolosi.

Numerosi Stati hanno adottato misure restrittive rispetto alle riaperture affrettate da maggio in poi. In Texas, il governatore repubblicano Greg Abbott ha disposto l’obbligo di mascherina in pubblico nelle contee più colpite e di distanziamento sociale di sei piedi (circa due metri) e ha vietato i raduni di oltre 10 persone. La California ha chiuso gli spazi interni di bar e ristoranti e New York frena sulla loro riapertura. La tendenza all’incremento dei contagi riguarda 37 Stati; solo in due i contagi scendono; negli altri 11 l’andamento e’ piatto.

L’impennata arriva alla vigilia di una festa in cui migliaia di americani si ritrovano per celebrare l’anniversario patriottico, barbecue e fuochi d’artificio, che il presidente Trump, a Washington, vuole più grandiosi che mai e che potrebbero innescare nuovi focolai. Il virologo Anthony Fauci ha appena avvertito il Congresso che i contagi potrebbero salire a 100 mila al giorno, se non si dà retta agli esperti.

Le autorità sanitarie hanno invitato la gente a stare a casa e ad evitate gite, feste, assembramenti. Ma sul Mall della capitale il presidente attende centinaia di migliaia di persone.

Il candidato democratico alla Casa Bianca Joe Biden, che per il secondo mese consecutivo a giugno ha raccolto più fondi del repubblicano Trump (141 milioni, contro 131), s’interroga: “Quante volte gli americani devono pagare il costo dei fallimenti di Donald Trump? Per il fatto che Trump non fa la parte più elementare del suo lavoro, gli Usa ora sono visti come un rischio alla salute mondiale. L’America è prima per contagi e decessi e l’Ue ha deciso di vietare agli americani di entrarvi, mentre l’Europa riapre”. Biden denuncia le conseguenze per gli americani del bando europeo “personali, economiche, culturali e strategiche”.

Trump la vede diversamente: “Stiamo gestendo la crisi, stiamo mettendo la situazione sotto controllo, andrà tutto bene”. Il presidente sdrammatizza l’ondata di contagi e enfatizza la ripresa dell’economia americana, che “torna a ruggire”, con numeri “record” per Wall Street e i nuovi posti di lavoro.

“Alcune aree che erano state duramente colpite stanno facendo ora molto bene, altre che stavano facendo molto bene vedono ora divampare i contagi, ma stiamo spegnendo le fiamme”, rassicura Trump, sostenendo che gli Usa hanno fatto meglio di Europa e Cina. Sulle mascherine, malgrado concessioni del presidente in un’intervista alla Fox, la linea della Casa Bianca resta che “non ce n’è bisogno”: lo dice il vice Mike Pence. La decisione su obbligo o meno viene lasciata ai singoli Stati.

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