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5G, Trump convince il Pentagono: all’asta le frequenze militari

La Casa Bianca e il Pentagono hanno trovato l’intesa per l’ampliamento della banda 5G. La presidenza degli Stati Uniti ha infatti vinto le resistenze del dipartimento della Difesa e messo a punto un piano per commercializzare un’ampia fascia di frequenze della radio militare in modo da essere utilizzabili nelle reti 5G di prossima generazione, cedendo alle richieste delle compagnie telefoniche. Sarà disponibile, alla fine dell’estate, uno spettro di 100 megahertz nella banda 3450-3550.

La Federal Communications Commission, cioè l’agenzia governativa responsabile dello spettro radio, metterà all’asta le frequenze dopo l’adozione delle regole di servizio, spiega una nota dell’amministrazione.“Con questi 100 megahertz aggiuntivi, gli Stati Uniti ora hanno 530 megahertz di spettro contiguo, tra 3450 e 3980 megahertz, per consentire lo sviluppo di reti 5G a più alta capacità”, ha dichiarato in una nota il direttore informatico del dipartimento della Difesa, Dana Deasy.

IL PRESSING DELLE AZIENDE

Come evidenzia l’Agenzia Nova, l’industria delle telecomunicazioni ha cercato a lungo i diritti per un maggiore spettro a media banda, considerato ideale per i nuovi segnali wireless di quinta generazione grazie alla sua ampia larghezza di banda e portata. “Con questo approccio dell’amministrazione, il settore privato statunitense continuerà a costruire le prossime reti 5G”, ha detto il consulente tecnologico della Casa Bianca, Michael Kratsios, durante un briefing telefonico con i giornalisti riportato dal Wall Street Journal.

IL RUOLO DI KRATSIOS

Si tratta della prima mossa importante di Kratsios, ex braccio destro di Peter Thiel (uno dei pochi sostenitori del presidente Donald Trump nella Silicon Valley), arrivato un mese fa al Pentagono come sottosegretario per la Ricerca e l’ingegneria. Del nuovo consulente avevamo tracciato un profilo su Formiche.net sottolineando il suo ruolo nella sfida tecnologica tra Stati Uniti e Cina. Ecco cosa scrivevamo.

Kratsios, aggiunge Defense News, “è stato anche il punto di riferimento della Casa Bianca su questioni come l’intelligenza artificiale e il 5G, tecnologie che rientrano entrambe sotto l’incarico ricerca e ingegneria”. E quando si parla di questi temi spunta sempre la Cina. È sufficiente riprendere un editoriale di Kratsios pubblicato a fine maggio sul Wall Street Journal in occasione del lancio di una partnership globale del G7 in materia di tecnologia. Titolo eloquente: “L’intelligenza artificiale può aiutare la democrazia”. Chiarissima anche la sfida: “Il Partito comunista cinese sta usando l’intelligenza artificiale per scovare e punire coloro che criticano la risposta alla pandemia del regime”. E ancora: “Le compagnie tecnologiche cinese stanno tentando di definire gli standard internazionali per il riconoscimento facciale e la sorveglianza presso le Nazioni Unite”.


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