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Accordo storico sui dazi. Usa e Ue ci danno un taglio

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Unione europea e Stati Uniti hanno raggiunto ieri un accordo per tagliare i dazi su una serie di beni e generi alimentari per un interscambio da oltre 170 milioni di euro. La riduzione delle tariffe doganali è la prima da più di 20 anni a questa parte. Ad annunciare l’intesa il rappresentante per il commercio degli Stati Uniti, Robert Lighthizer, e il commissario per il commercio dell’Unione europea Phil Hogan.

In base all’accordo, l’Unione europea rimuoverà le tariffe sulle importazioni di prodotti statunitensi di aragoste vive e congelate, con effetto retroattivo dallo scorso 1 agosto. Le esportazioni statunitensi di questi prodotti verso l’Unione europea hanno superato i 111 milioni di dollari nel 2017. Le tariffe europee saranno eliminate per un periodo di cinque anni e la Commissione europea avvierà le procedure per rendere permanenti le modifiche tariffarie. Gli Stati Uniti ridurranno del 50% le loro tariffe su alcuni prodotti esportati dall’Unione europea per un valore commerciale medio annuo di 160 milioni di dollari, tra cui pasti pronti, cristallerie, polveri propellenti, accendini.

“Con questo primo passo”, hanno sottolineato in una dichiarazione congiunta Hogan e Lighthizer, “vogliamo segnare l’avvio di un processo che porterà ad ulteriori accordi per creare un commercio transatlantico più libero, corretto e reciproco”.

“Al di là delle cifre in discussione, l’accordo assume un particolare rilievo”, ha sottolineato in una nota il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti. “Un’intesa bilaterale per la riduzione delle tariffe doganali mancava, infatti, da oltre vent’anni. Nel comunicato congiunto Ue-Usa diffuso per annunciare l’accordo è stato evidenziato l’impegno a negoziare ulteriori intese in campo commerciale. Sono state poste le premesse per chiudere anche il contenzioso ultradecennale sugli aiuti pubblici ai gruppi Airbus e Boeing, con la conseguente eliminazione dei dazi che gravano sulle esportazioni agroalimentari italiane destinate al mercato statunitense”.


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