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Convention repubblicana, è il turno di Pence. Il racconto di Gramaglia

Mentre l’Unione è di nuovo attraversata da fermenti cruenti di proteste razziali, e i playoff della Nba si fermano per la protesta degli atleti neri e bianchi, dopo i tragici eventi di Kenosha, nel Wisconsin, la convention repubblicana ha celebrato, nella sua terza giornata, ‘la Terra degli Eroi’: in apertura, un video patriottico; in chiusura, l’intervento del vicepresidente Mike Pence.

Che accetta la sua nomination parlando live da Fort McHenry, la fortezza ora monumento nazionale da dove gli americani difesero nel 1814 il porto di Baltimora nella guerra contro gli inglesi, ispirando al poeta Francis Scott Key la lirica The Star-Spangled Banner, adottata poi come testo dell’inno nazionale, “la terra dei liberi e la patria dei coraggiosi”.

Pence è poi stato raggiunto dal presidente Donald Trump per ascoltare, insieme con le due mogli Melania e Karen, proprio l’inno nazionale. Con il suo discorso, il vice di Trump intendeva anche uscire – lui, un disciplinato soldatino – dal cono d’ombra del “comandante in capo” per incominciare a proporsi nel ruolo fra quattro anni.

Al termine di una serata che ha alternato nuovi sforzi per corteggiare il voto femminile e attacchi all’aborto e al diritto di scelta delle donne, Pence ha detto che Law&Order saranno sulle schede delle presidenziali, cercando di tradurre in voti la paura di violenze dopo i fatti del Wisconsin – neppure un cenno alle vittime, però: “L’America ha bisogno di altri quattro anni di Donald Trump alla Casa Bianca”, Joe Biden è un “cavallo di Troia della sinistra radicale”, con uno come lui “non sarete mai sicuri”.

Pence si conferma strenuo e fedele difensore della linea trumpiana, America First e Law&Order. “Le violenze devono finire … noi non toglieremo mai i fondi alla polizia”.  Tutto attorno una folla di sostenitori senza mascherina che non rispettano le distanze. Pazienza se Pence ha appena detto, lui “zar anti-coronavirus”, che “la salute degli americani resta al primo posto” nelle priorità dell’Amministrazione Trump.

La convention si chiuderà questa sera, con l’intervento finale del presidente candidato, introdotto dalla figlia Ivanka, suo consigliere alla Casa Bianca e possibile erede politico. Poi, fuochi d’artificio sul Mall di Washington, che, domani, sarà invece invaso da manifestanti Black Lives Matter.

La terza serata ha visto diversi interventi al femminile. Kristi Noem, governatrice del South Dakota, astro nascente dello schieramento trumpiano, ha detto che “i principi fondanti degli Stati Uniti sono sotto attacco”: “Ci sono voluti 244 anni per costruire il nostro grande Paese, ma ora rischiamo di perdere tutto in poco tempo, se prenderemo la strada indicata dai democratici e dei loro sostenitori più radicali”.

Kellyanne Conway, la fedelissima consigliera che ha da poco annunciato l’addio alla Casa Bianca per una scelta familiare, ringrazia Trump “per avere dato alle donne ruoli chiave nelle sue imprese e nella sua Amministrazione … Il presidente crede nel diritto di uguaglianza tra uomo e donna”. Karen Pence, la moglie di Mike, ringrazia i militari e le loro spose per il loro contributo al Paese. E Lara Trump, la moglie di Eric, il terzogenito del magnate, dice che “questo è un voto per scegliere tra la vera America e il socialismo”.

Pence, che parlava live, aveva la possibilità di evocare quanto sta avvenendo nel Wisconsin, suscitando fermento in tutto il Paese. Lo ha fatto indirettamente, rilanciando il messaggio Law&Order, ma senza mai citare Jacob Blake, la vittima dell’uso della forza eccessivo da parte della polizia domenica scorsa, né le due vittime la scorsa notte di un suprematista bianco di 17 anni, Kyle Rittenhouse, identificato grazie ai video di alcuni testimoni.

Rittenhouse dopo la sparatoria era fuggito ed è stato fermato nella sua città di residenza, Antioch, Illinois, con l’accusa di omicidio volontario per aver ucciso con un fucile semiautomatico due manifestanti antirazzisti con colpi alla testa e al petto e averne ferito un terzo. Il ragazzo era andato a un comizio di Trump a Des Moines, nello Iowa, il 30 gennaio, secondo un suo post su TikTok di cui dà notizia BuzzFeed News.

Prima dell’intervento di Pence, Trump aveva twittato: “Basta violenza e anarchia a Kenosha … Invierò rinforzi e Guardia Nazionale per riportare ordine e giustizia in Wisconsin”.

La protesta delle stelle del Basket, innescata dai Milwaukee Bucks, la squadra del Wisconsin e condivisa da altre squadre e da molti campioni e anche dal basket femminile, ha trovato consenso e sostegno da parte di Joe Biden e Barack Obama.

Biden dice che la convention repubblicana racconta “una realtà alternativa”, in cui “migliaia d’americani non sono morti di coronavirus nell’ultima settimana, milioni di americani non sono stati contagiati o non hanno perso il lavoro, l’economia non ha subito stop, i nostri figli non sono rimasti a casa da scuola”: è come se il virus non ci fosse più o addirittura non ci fosse mai stato ed è come se Trump “facesse lo struzzo e mettesse la testa sotto la sabbia”. Per la sua vice Kamala Harris, “la convention repubblicana è tutto tenebre e divisioni, senza piani per guidare il Paese”.

Fronte coronavirus, i dati della Johns Hopkins University, aggiornati alla mezzanotte sulla East Coast, dicono che negli Usa ci sono stati quasi 5.822.000 contagi e oltre 179.700 decessi (anche ieri più di 1200).


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