Martedì il governo tedesco ha annunciato la creazione di un’agenzia federale per proteggere la sicurezza cibernetica del Paese. Quest’agenzia, che sarà gestita direttamente dai ministeri della Difesa e dell’Interno e avrà sede nella città di Halle inizialmente e all’aeroporto Lipsia-Halle a lungo termine, sarà finanziata nei primi tre anni con circa 350 milioni di euro e vedrà impiegati circa 100 professionisti altamente specializzati nei settori tecnologici più innovativi guidati da Christoph Igel, esperto di intelligenza artificiale. Il suo compito principale sarà quello di sviluppare nuove tecnologie per difendere le infrastrutturale digitali tedesche dai cyber attacchi. Per fare un paragone, quindi, sarà un’agenzia molto simile alla Defense Advanced Research Projects Agency (DARPA) degli Stati Uniti.
Il ministro della Difesa, Annegret Kramp-Karrenbauer, ha definito la creazione dell’agenzia “una pietra miliare nella protezione dei nostri sistemi IT”. “Lo sviluppo di idee e approcci innovativi, in particolare nel campo della sicurezza digitale, merita un impegno speciale”, ha dichiarato. Il ministro dell’Interno, Horst Seehofer, ha invece sottolineato le ripercussione economiche in un’area (quella di Halle) fortemente penalizzata dalle recenti scelte energetiche del governo tedesco e ha dichiarato che l’agenzia mira a rafforzare la “sovranità digitale” della Germania.
“Questo progetto si inserisce perfettamente all’interno del più ampio quadro strategico in materia di sicurezza cibernetica del governo tedesco”, spiega Stefano Mele, avvocato esperto di cybersicurezza, partner dello Studio Carnelutti e presidente della Commissione cibernetica del Comitato atlantico italiano, a Formiche.net. “Da tempo, infatti, la Germania sta creando tutte le condizioni non solo per sviluppare una propria indipendenza nazionale sul piano tecnologico, al fine di rafforzare la cosiddetta sovranità digitale, ma soprattutto per far in modo che questa tecnologia diventi poi lo standard europeo per tutti gli altri Pesi membri dell’Unione europea, a vantaggio dell’industria nazionale e dei suoi obiettivi di sicurezza. Ne è un esempio lampante il progetto GAIA-X, oggi legato all’asse francotedesco per la creazione del cloud europeo, ma originariamente un progetto nazionale a supporto delle sole Pmi tedesche”.
Mele analizza con Formiche.net anche la situazione italiana. “Purtroppo, ancora una volta, si deve registrare quanto il governo italiano sia troppo disattento su questi temi e lontano dal comprenderne sia gli effetti economici che di sicurezza nazionale”, dichiara. “Infatti, se è evidente che un simile progetto di medio-lungo periodo creerà indubbi benefici per le aziende tedesche, a cominciare proprio dal progetto GAIA-X, meno evidente (forse) è l’indiscutibile vantaggio informativo che ne deriverà”. Infine, l’esperto si lancia in un appello al nostro Paese: “Occorre muoversi al più presto per evitare che l’Italia sia un attore non protagonista del futuro mercato tecnologico europeo, oggi saldamente nelle mani del governo francese e ancor di più di quello tedesco, agendo con estrema urgenza — possibilmente attraverso una precisa strategia sia nel breve, che nel medio-lungo periodo — al fine di disinnescare fin da subito almeno quei potenziali effetti di questo scenario che impatteranno sulla nostra sicurezza nazionale”.