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Il dilemma europeo sull’Iran: con gli Usa o con Russia-Cina?

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Gli Stati Uniti hanno attivato ieri alle Nazioni Unite una procedura per chiedere il ripristino di tutte le sanzioni internazionali sospese contro l’Iran. Secondo Washington, Teheran avrebbe violato i suoi impegni previsti dall’accordo nucleare del 2015 che dovrebbe impedirle di acquisire la bomba atomica. “Il presidente Donald Trump  e questa amministrazione hanno scartato la storia che il regime cerchi solo un programma nucleare pacifico. Non permetteremo mai alla Repubblica Islamica dell’Iran di avere un’arma nucleare”, ha spiegato il segretario di Stato, Mike Pompeo, ai giornalisti. Le azioni iraniane, ha continuato, “hanno messo in pericolo i popoli dell’Iraq, dello Yemen, del Libano, della Siria e anche i loro stessi cittadini”.

Ma è lo stesso Jcpoa da cui proprio l’amministrazione Trump ha deciso di uscire due anni fa. Per questo, molti Paesi — primi fra tutti Russia e Cina — non ritengono legittima la richiesta degli Stati Uniti.

La risposta del cosiddetto E3 — Germania, Francia e Regno Unito — è stata immediata e netta: no alle sanzioni, difendiamo l’accordo nucleare. Una dichiarazione che ha riacceso le tensioni con gli Stati Uniti. Tanto che il segretario Pompeo ha dichiarato che i tre “hanno scelto di schierarsi con gli ayatollah”.

Ma, come fatto notare da Politico Europe, l’amministrazione Trump tiene in ostaggio l’accordo che a questo punto potrebbe ripartire soltanto l’anno prossimo, come sostenuto da un report del think tank statunitense Center for a New American Security analizzato anche su Formiche.net. “La spinta americana per le sanzioni ha lasciato l’Europa, che intende tenere in vita l’accordo nucleare e si oppone alla mossa statunitense, in una posizione scomoda”, scrive Matt Karnitschnig. “Non soltanto mette le potenze europee al Consiglio di sicurezza (Francia, Regno Unito e Germania, che siede come membro non permanente) sullo stesso fronte di Russia e Cina” ma “crea anche l’impressione che il trio sostenga l’Iran contro Washington, il più importante alleato europeo”. E seguire gli Stati Uniti vorrebbe dire mettere a rischio un nuovo accordo che coinvolga anche Russia.

“Potrebbe diventare molta brutta”, ha dichiarato a Politico Europe Cornelius Adebahr, analista tedesco di politica estera ed esperto di nucleare iraniano. “Gli europei non sanno davvero cosa fare”.



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