Non mi è mai piaciuta l’ipocrisia. In se stessa e perché è sempre un pessimo indice, nell’approccio alle persone e ai problemi.
E tutta la vicenda delle discoteche, dall’inizio dell’estate sino a cavallo di Ferragosto, è stata un inno all’ipocrisia. Una riapertura frettolosa e sconsiderata, perché nessuna persona di buon senso può dirsi meravigliata di quanto accaduto dopo. Non solo l’aver ignorato qualsiasi regola e responsabilità personale. Soprattutto aver implicitamente dato il via a un folle ‘liberi tutti’. Perché da che mondo è mondo, ben prima di John Travolta e della Febbre del sabato sera, non si balla a 2 m di distanza, non si balla con la mascherina. Imporlo appare ridicolo, in realtà è ipocrita.
Non sono un tifoso delle disco, né mi stanno particolarmente antipatiche, ma lo spettacolo dello stop annunciato, concedendo un ultimo ballo a Ferragosto, mi è risultato francamente troppo. Una presa in giro per chi ha cercato di portare avanti la propria attività, rispettando disperatamente le regole, un’ultima concessione alla grande maggioranza che se n’è fregato di tutto. I tanti, troppi di quest’ultima categoria non avrebbero meritato altri giorni di nulla osta.
Ora, ci prendiamo tutto il carico di una marcia indietro, psicologicamente sanguinosa. Dopo quello che abbiamo vissuto, una sia pur minima idea di tornare a quei divieti fa male e genera un malcontento pericolosissimo. Ci vuole un attimo a tramutarlo in senso di ribellione cieca alle regole e che Dio non voglia accada qualcosa del genere. In tutto ciò, stiamo parlando di discoteche: con rispetto, del nulla.
Come pensiamo di gestire il ritorno a scuola fra meno di un mese, quando un solo caso positivo porterà alla quarantena dell’intera classe, se non di più. Davanti a una sfida di queste proporzioni, che semplicemente non possiamo perdere – perché qui stiamo parlando del nostro futuro e non di ancheggiare al sole d’agosto – ci presentiamo con questa bella figura in piena estate. Da tutti. Quando scriviamo tutti, pensiamo a governo, amministratori locali, semplici cittadini. Siamo mancati in blocco e ora dobbiamo fare i conti con reciproci sospetti, sfiducia dilagante, per non parlare degli immancabili sconsiderati.
Senza responsabilità individuale non risolveremo mai nulla, questo è bene ricordarlo sempre, eppure resta l’amarezza dei danni enormi provocati dal bagno di ipocrisia di questa strana estate. No, non valeva proprio la pena di concederci quest’ultimo ballo…