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5G, l’Ue approva il Golden power. L’Italia esempio virtuoso

L’Italia esempio virtuoso nell’Unione europea sulle misure di mitigazione dei rischi per le reti 5G grazie al rafforzamento del Golden power frutto del decreto del ministero dello Sviluppo Economico del 2018, all’epoca presieduto da Luigi Di Maio, oggi titolare degli Esteri. Lo si legge in un recente rapporto del Nis Cooperation Group, che si occupa di garantire la cooperazione e lo scambio di informazioni tra i Paesi membri dell’Unione europea sulla sicurezza informatica.

“Ai sensi del Golden power il governo riceve notifiche relative all’utilizzo di apparecchiature o servizi da parte degli operatori per la distribuzione del 5G ogni qualvolta che il servizio è fornito da fornitori extra Ue. Un gruppo di coordinamento interministeriale consiglia al governo l’opportunità di porre il veto sul contratto (basato su un’analisi tecnica) o l’imposizione di misure di sicurezza”, si legge nel rapporto.

Di 5G il ministro Di Maio ha parlato recentemente con l’ambasciatore statunitense a Roma Lewis Eisenberg, a cui ha ribadito che Washington è il principale alleato di Roma. Ma anche nel corso di una conversazione telefonica di una decina di giorni fa con l’Alto rappresentante Ue Josep Borrell, a cui ha chiesto di inserire la nuova tecnologia di comunicazioni all’ordine del del giorno del prossimo Consiglio affari esteri (la riunione dei ministri degli Esteri dell’Unione europea).

Come riportava Repubblica citando fonti della Farnesina, il ministro ha proposto di aprire una discussione sulla possibilità di introdurre standard comuni nell’Unione europea. Secondo Di Maio “oggi l’Italia ha la legislazione più rigida nella Ue, ma con i partner europei condividiamo dati e informazioni quindi servono regole comuni a protezione delle nostre infrastrutture strategiche”. La Farnesina ha aggiunto, continuava il quotidiano diretto da Maurizio Molinari, che “questo non significa che l’Italia si chiuda ad altri mercati, ma è giusto pensare ad allargare il perimetro della sicurezza in Europa”. Il riferimento, spiegava il giornale, “è chiaramente alla tecnologia 5G offerta dalla cinese Huawei: Di Maio non chiude all’ingresso di tecnologie cinesi, ma valuta le minacce alla sicurezza informatica dell’Italia ormai assolutamente reali”.

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