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Biden, Trump e il jolly Medio Oriente. Il punto di Gramaglia

Nella corsa a due alla Casa Bianca con Joe Biden, Donald Trump gioca la carta del Medio Oriente con l’annuncio dell’accordo di pace tra Israele e gli Emirati Arabi Uniti. Ma i guru ne pronosticano ugualmente la sconfitta, mentre la campagna del magnate presidente non rifugge da attacchi sessisti contro la vice scelta da Biden, Kamala Harris, di cui, come già nei confronti di Barack Obama, si mette in discussione il requisito dell’essere dalla nascita cittadino statunitense.

L’accordo di pace tra Israele e gli Emirati giova probabilmente più all’agenda elettorale di Trump e a quella interna del premier israeliano Benjamin Netanyahu di quanto non faccia avanzare la causa della pace in Medio Oriente. “Un grande passo, una svolta storica”, ha commentato Trump, che vede nel successo politico-diplomatico un’opportunità elettorale. “Ora che il ghiaccio è rotto, mi aspetto che altri Paesi arabi e musulmani seguano la via degli Emirati e normalizzino le relazioni con Israele”.

Secondo il segretario di Stato Mike Pompeo, l’intesa ha un “potenziale simile” a quello degli accordi di pace tra Israele ed Egitto e Giordania – anche se basta guardare una carta geografica per rendersi conto che non è vero – e contiene “la promessa di giorni migliori nell’intera regione”. Ne è uno degli artefici il genero di Trump Jared Kushner, ebreo, uno dei consiglieri più ascoltati, l’architetto del piano di pace Usa per il Medio Oriente, respinto dai palestinesi e dai loro alleati.

La cerimonia per la firma dell’intesa si farà alla Casa Bianca. Anche i presidenti Jimmy Carter e Bill Clinton, democratici entrambi, fecero cerimonie analoghe quando Israele normalizzò i rapporti rispettivamente con l’Egitto e con la Giordania. Ci saranno, con Trump, Netanyahu e il principe Mohammed bin Zayed.

La firma, secondo i media Usa, potrebbe avvenire nelle prossime settimane, in ogni caso prima delle elezioni del 3 novembre, per rilanciare l’immagine internazionale del magnate presidente. L’accordo mette in difficoltà i democratici, che devono gestire il rapporto con Israele e, soprattutto, con l’elettorato ebraico. Anche Biden plaude all’intesa,”passo storico per unire le profonde divisioni del Medio Oriente”. Biden apprezza soprattutto la rinuncia all’annessione dei territori palestinesi, che “metterebbe virtualmente fine d ogni possibilità della soluzione dei due Stati”. Soluzione nella cui prospettiva gli Emirati collocano l’accordo, mentre Trump e Netanyahu hanno più volte espresso le loro perplessità in merito.

SPICCIOLI DALLE CAMPAGNE

In un’intervista al New York Post, Trump ha detto che intende tenere il suo discorso di accettazione della nomination presidenziale sul South Lawn della Casa Bianca: “Probabilmente farò il discorso alla Casa Bianca, perché è un grande posto”, ha detto. La decisione, se sarà confermata, solleva questioni etiche e legali per le possibili violazioni della legge che impedisce ai dipendenti federali di usare la propria carica per attività politica. La scelta della location del discorso è aperta da giorni: si parlava pure del campo di battaglia della Guerra civile a Gettysburg, in Pennsylvania, ma Trump preferisce la Casa Bianca, più economica e più conveniente sul piano organizzativo.

La campagna di Trump ha messo nel mirino la Harris. Eric Trump, un figlio del presidente, mette un like su un tweet – poi cancellato – con un epiteto sessista nei confronti della senatrice. “Alza la mano se pensi che la Harris sia una scelta orrenda”, diceva il testo a firma Lori Hendry, dove l’aggettivo utilizzato – whorendous – ha una connotazione sessista. Lo stesso Donald utilizza per la Harris “nasty”, sgradevole, termine già usato contro altre donne a lui ostili, oltre che “phony”, falsa.

Ieri sera, poi, il presidente non ha respinto la falsa teoria alimentata in queste ore da suoi sostenitori che la senatrice non sia eleggibile per la vice-presidenza per lo statuto migratorio dei suoi genitori, pur essendo nata negli Usa, a Oakland in California. “Ho sentito che non rispetterebbe i requisiti”, ha detto in conferenza stampa, riservandosi di approfondire. Trump partecipò al ‘birther movement’, che negava la nascita negli Usa di Barack Obama.

Fronte democratico, Biden e la Harris si sono messi in squadra, come consigliere economico, l’ex presidente della Fed Janet Yellen, che ha loro fatto un briefing insieme ad altri docenti universitari. Biden ha inoltre confidato di sperare che alcune delle donne prese in considerazione come sue vice ma non prescelte possano entrare con altri ruoli nella sua Amministrazione: un riferimento che potrebbe riguardare Susan Rice, Elizabeth Warren e forse anche la governatrice del Michigan Gretchen Whitmer.

Per FiveThirtyEight, la società che fa capo al guru dei sondaggi Nate Silver, Trump ha oggi il 29% di possibilità di vincere le elezioni: non va quindi dato per spacciato, senza volere però sottostimare che Biden ora ha il 71% di chance di vittoria. “Siamo in agosto, i dibattiti e le convention devono ancora iniziare e con la pandemia l’economia è molto incerta e volatile”, spiega Silver.

Infine, fronte coronavirus, gli Stati Uniti hanno quasi raggiunto i 5.250.000 contagi, continuando ad averne oltre 50 mila nuovi ogni giorno, e hanno superato i 167.100 mila decessi, secondo i dati della Johns Hopkins University, aggiornati alla mezzanotte sulla East Coast.


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