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L’ascensore di cristallo

Sempre più donne al mondo nel ruolo di Ceo, anche se non cresce la presenza femminile ai vertici delle aziende. É il dato che emerge dall’ultimo International Business Report (IBR) – Women in Business 2020 di Grant Thornton International, ricerca effettuata a livello globale che raccoglie le risposte di circa 10.000 leader aziendali in 32 Paesi.
Secondo lo studio, nel 2020 le donne detengono il 29% delle posizioni aziendali di comando, la stessa percentuale registrata nel 2019. Nonostante questa “frenata”, le aziende che presentano donne al vertice, nel ruolo di Ceo, sono invece aumentate di 5 punti percentuali arrivando a livello globale al 20% nel 2020 rispetto al 15% dell’anno precedente.
Per quanto riguarda la situazione in Italia, le posizioni di Ceo occupate dalle donne nel 2020 hanno raggiunto il 23%, andando dunque oltre il dato medio globale e registrando un importante aumento rispetto al 2019 (15%). Più in generale, nel nostro Paese, le donne che detengono posizioni di leadership rappresentano oggi il 28%, con un aumento di 4 punti percentuali rispetto al 2019. Allo stesso tempo risulta in calo la percentuale di aziende senza presenze femminili nel senior management che attualmente si assesta al 18%.  In termini di media mobile triennale si registra un andamento positivo: nel 2020 la percentuale è del 22%, contro il 28% del 2019 e il 34% del 2018. Di oggi, la notizia che sarà proprio un talento femminile alla guida dei cavi sottomarini Tim.
Ha iniziato la sua carriera nel settore delle telecomunicazioni nel 1987. Elisabetta Romano, laurea in Ingegneria, è oggi Amministratore delegato di Sparkle, operatore globale del Gruppo Tim e primo fornitore di servizi wholesale internazionali in Italia e tra i primi dieci nel mondo.
Sarà dunque un talento femminile, dopo un intera carriera in aziende come Ericsson e più recentemente Tim, a gestire una delle più grandi e avanzate reti al mondo che si estende per oltre 600.000 km di cavi sottomarini attraverso Europa, Africa, le Americhe e Asia.
E’ un’ottima notizia, non solo per chi ha a cuore le questioni di genere.
Al di fuori delle aziende, di donne in politica c’è una maggiore quantità rispetto al passato ma con una scarsa rilevanza. Attualmente circa il 36% degli scranni del Parlamento sono occupati da donne, mentre nel 1994 erano soltanto il 13%. Tuttavia, la presenza in Parlamento non sempre si traduce in effettivo empowerment decisionale. Nelle commissioni parlamentari, crocevia centrale del nostro iter legislativo, le Presidenti donne sono un’eccezione tanto alla Camera quanto al Senato e, nonostante un maggior numero di rappresentanti nell’attuale legislatura, il trend è stato piatto nel corso degli ultimi venticinque anni. Il cammino è ancora lungo e ha bisogno di buone ispirazioni. Auguri, Tim. E come direbbe Lella Golfo, presidente della Fondazione Bellisario, “rimandiamo l’ascensore di cristallo” agli altri piani e alle altre donne.


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