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Lukashenko sfida la piazza (e l’Europa). Ma intanto Usa e Russia…

Mentre continuano le proteste di piazze, il presidente della Bielorussia Aleksandr Lukashenko ha dato istruzioni di chiudere le fabbriche che continueranno a scioperare a partire da lunedì. “Chiedo a governatori e presidenti di comitati esecutivi: se qualcuno non vuole lavorare, non forzatelo. Non fatelo, non c’è necessita di continuare, visto che non potremo persuaderli”, ha dichiarato. E ancora: “Il Paese sopravviverà a tutto questo. Ma se l’impresa non lavorerà a causa degli scioperi, lunedì bloccheremo il cancello. La gente si calmerà. Scopriremo chi invitare a lavorare in questa impresa solo successivamente”, ha detto Lukashenko rivolgendosi ad alcuni suoi sostenitori radunatisi a Grodno.

Poi ha puntato il dito contro Stati Uniti e Unione europea: “Gli Stati Uniti stanno pianificando e dirigendo tutto, e gli europei stanno facendo il loro gioco”, ha detto. “Dovrebbero prima occuparsi dei loro affari”, ha aggiunto. Gli Stati Uniti, giovedì scorso, hanno definito le elezioni presidenziali bielorusse del 9 agosto come “non libere” e hanno esortato le autorità ad avviare un dialogo con l’opposizione. I leader dell’Unione europea, invece, stanno preparando sanzioni contro la Bielorussia.

Intanto, però, Stati Uniti e Russia stanno dialogando sul dossier. Il vicesegretario di Stato Usa, Stephen Biegun, visiterà Mosca la prossima settimana e discuterà dei recenti sviluppi in Bielorussia con le autorità russe. Lo ha reso noto oggi il viceministro degli Esteri russo, Sergej Rjabkov. “Il vice segretario di Stato, Stephen Biegun, sarà a Mosca la prossima settimana come parte del suo tour europeo”, ha detto Rjabkov. “Si discuterà della Bielorussia, ma l’ordine del giorno delle sue consultazioni è molto più ampio, inclusi vari aspetti delle relazioni bilaterali russo-statunitensi. Sono stati messi in agenda numerosi incontri a vari livelli”, ha aggiunto il diplomatico come riporta l’Agenzia Nova. Tra i dossier sul tavolo, anche quello iraniano dopo la richiesta di nuove sanzioni da parte degli Stati Uniti.

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