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Non solo Huawei. Taiwan riaccende la sfida fra Usa-Cina e Pechino parla di linee rosse

Il governo cinese l’aveva già messo in chiaro la scorsa settimana, quando Alex Azar, segretario alla Salute dell’amministrazione statunitense, aveva visitato Taiwan, considerata da Pechino un provincia ribelle: Taiwan è una linea rossa. Ma il viaggio del segretario Azar, “salutato” da Pechino con uno sconfinamento di jet cinesi nei cieli dell’isola, non è l’unico episodio della sfida tra le due superpotenze.

Nelle ultime ore Zhao Lijian, portavoce del ministero degli Esteri cinese, ha invitato gli Stati Uniti a rispettare la “linea rossa” della Cina su Taiwan, dopo che l’isola ha avuto il 14 agosto il via libera all’acquisto di 66 superjet F-16 della Lockheed Martin con l’annuncio del Pentagono sul contratto decennale da 62 miliardi di dollari. Annuncio avvenuto dopo la visita del segretario Azar a Taipei.

Il portavoce della diplomazia di Pechino ha detto che il tema è di “interesse centrale” della Cina, decisa a difendere con forza la sua sovranità. Pechino ha espresso ripetutamente l’opposizione alla vendita di armi statunitensi a Taipei, ritenuta in violazione del principio della “Unica Cina e dei tre comunicati di Cina e Stati Uniti” dedicati all’argomento.

Pochi giorni prima della visita del segretario Azar a Taiwan (Paese critico per la corsa ai microchip che, come spiegato anche recentemente su Formiche.net, tocca un secondo fronte tra Stati Uniti e Cina, il 5G e il ruolo di Huawei) un altro esponente dell’amministrazione Trump, il segretario di Stato Mike Pompeo, aveva sfidato apertamente le rivendicazioni territoriali cinesi in quella regione alla fine del mese scorso, definendole “illegali”, e sottolineando la necessità di garantire la libertà di navigazione nella regione in cui, sfruttando la pandemia di coronavirus, Pechino ha intensificato il proprio attivismo militare.

Come riportavamo su Formiche.net, l’Agenzia Nova sottolineava il progressivo mutamento della politica degli Stati Uniti nei confronti di Taiwan, improntata a un sostegno sempre più diretto ed esplicito in risposta alla strategia di “accerchiamento” militare e diplomatico dell’Isola da parte di Pechino. Nei mesi scorsi gli Stati Uniti hanno approvato una serie di forniture militari di alto profilo a Taipei, ignorando le rimostranze di Pechino, che proprio oggi ha annunciato l’intenzione di sanzionare per tale ragione il colosso statunitense della difesa Lockheed Martin. Lo scorso 3 luglio il governo di Taiwan ha annunciato la riapertura del suo consolato di fatto a Guam, un’isola del Pacifico che costituisce un nodo strategico per la proiezione regionale dei bombardieri strategici statunitensi. La decisione giunge in risposta al progressivo isolamento diplomatico di Taiwan da parte della Cina, che negli ultimi anni ha ridotto ad appena 16 i Paesi del globo che riconoscono ufficialmente Taipei come Stato indipendente. Lo scorso anno, in particolare, Pechino ha sottratto a Taiwan due alleati nel Pacifico, Kiribati e le Isole Salomone.

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