Nuovo episodio dell’intrigo internazionale del Venezuela. Un aereo privato carico di armi e denaro e diretto in Venezuela, è stato sequestrato dalle autorità doganali degli Stati Uniti. Il velivolo, ubicato in un aeroporto al sud della Florida, aveva 82 armi di fuoco, tra cui fucili da cecchino, 63.000 munizioni, prodotti elettrodomestici, 20.000 dollari in contanti e 2.618.000 dollari in assegni.
Funzionari delle Dogane e Polizia di Frontiera degli Stati Uniti (Cbp) hanno arrestato i due piloti, di nazionalità venezuelana, Luis Alberto Patiño e Gregori Méndez, con l’accusa di contrabbando di denaro in contanti, prodotti americani e possesso illegale di armi.
La tratta di volo dell’aereo Bombardier Learjet 55B, con targa venezuelana, indicava che la destinazione era l’isola caraibica di Saint Vincent e Grenadine. Ma l’agente speciale di ricerche della Sicurezza nazionale americana, Jared Rine, ha dichiarato di essere in possesso di una confessione dei due detenuti che sostiene che sarebbero arrivati in Venezuela: “Basandomi sull’addestramento e sulla mia esperienza, so che i piloti presentano un piano di volo ad un terzo paese per evadere le indagini”. Le autorità americane sostengono che avevano ricevuto informazioni su movimenti sospettosi di un aereo all’aeroporto internazionale Fort-Lauderdale-Hollywood. Quando sono arrivati per l’ispezione doganale, hanno trovato l’equipaggio scaricando circa 50 scatole dall’interno del velivolo. “Gli agenti della Cbp – ha spiegato Rine – hanno trovato l’aereo completamente carico, dalla cabina dei piloti ai bagni, era piena di armi, munizioni ed elettrodomestici”.
Le armi erano state acquistate online e in negozi in Florida mentre i piloti hanno vissuto tre mesi in affitto a Coral Spring. Entrambi gli accusati sono amministratori della compagnia PM Global Services, con sede in Florida. Secondo l’agenzia Ap, l’impresa è stata creata a giugno per “qualsiasi attività commerciale”. Méndez è anche affiliato ad altre quattro compagnie in Florida.
Ma ci sarebbe molto di più dietro questo sequestro. Il sito PanAm Post ha pubblicato un articolo intitolato “Operazione riscatto a Capo Verde? Vincolo tra aereo sequestrato e africani che hanno incontrato Maduro”.
Il sito riprende l’informazione pubblicata dal quotidiano di Miami El Nuevo Herald, che svela l’incontro con Maduro di un importante imprenditore e un funzionario del governo di Capo Verde, nonostante le frontiere del Venezuela siano chiuse a causa della pandemia Covid-19. “I due africani – prosegue PanAm – potrebbero avere un vincolo con l’aereo venezuelano sequestrato con armi a Fort Lauderdale, Florida”.
Il giornalista Antonio María Delgado sostiene che i due capoverdiani sono andati in Venezuela passando per il Portogallo, e avevano fatto uno scalo proprio all’isola di Saint Vincent e Grenadine. Sono rientrati sempre con scalo in Portogallo dopo una sosta nella stessa isola caraibica, e avevano con sé molti più bagagli dell’andata.
“Il funzionario Oliveira Gomes Dos Anjos, direttore di Turismo e Trasporto di Capo Verde, e l’imprenditore farmaceutico, Alves Évora, – scrive PanAm – sono arrivati segretamente in Venezuela lunedì e hanno trascorso la notte nel palazzo presidenziale di Miraflores in mezzo agli sforzi di Nicolás Maduro per cercare che il Paese africano liberi al suo principale socio, l’imprenditore Alex Saab”.
In più, l’aereo sequestrato sarebbe legato a Saab, accusato di essere prestanome di Maduro. Il deputato venezuelano Carlos Paparoni ha scritto su Twitter che “uno dei passeggeri del YV3441, bloccato dalle autorità degli Stati Uniti carico di armi e dollari in contanti, è Carlos Lizcano, elemento chiave nelle strutture criminali di Alex Saab”. E non solo: “L’aereo YV3441 appartiene ad un’impresa di Roswell Rosales, pilota d Álvaro Pulido, socio di Alex Saab”. Rosales ha detto all’emittente Univisión che non è proprietario dell’aereo, perché l’aveva venduto in Venezuela a ottobre del 2019, ma ha ammesso che conosce Pulido.
Una fonte ha dichiarato a PanAm Post che il proprietario dell’aereo è Gregori Méndez, uno dei piloti arrestati negli Usa, e che questo lo avrebbe ricevuto da Saab. Quasi certo il vincolo tra il velivolo bloccato in Florida, resta l’incognita sulla destinazione delle armi. Il giornalista Ewald Scharfenberg, co-editore di Armando.info e già collaboratore del International Consortium of Investigative Journalists, ha lanciato la domanda su Twitter: “Si preparava un operativo armato di salvataggio di Alex Saab?”.
Intanto, il governo americano si prepara per aumentare ancora di più la pressione sul regime venezuelano. Secondo Bloomberg, sono in corso conversazioni per ulteriore misure sul Venezuela volte a fermare le restanti transazioni di carburanti consentite al Paese sudamericano. Sarebbero coinvolte le poche imprese che continuano a lavorare con l’industria petrolifera venezuelana in Asia e in Europa (inclusa l’Italia).