Robert Trump, fratello minore del presidente Donald Trump, è morto nell’ospedale di New York dov’era ricoverato da giorni in gravi condizioni. Le cause del decesso, annunciato nella serata di sabato, non sono state rese note.
Robert, 71 anni, era in ottimi rapporti con Donald, che ha dato la notizia della sua scomparsa con una nota: “È con il cuore pesante che annuncio che il mio meraviglioso fratello Robert è morto in pace. Non era solo mio fratello, era il mio migliore amico. Mi mancherà moltissimo, ci rivedremo. Il suo ricordo vivrà nel mio cuore per sempre”.
La figlia e consigliera di Donald Trump, Ivanka, ha scritto su Twitter: “Zio Robert, ti vogliamo bene. Sei nei nostri cuori e nelle nostre preghiere, sempre”.
La notizia della morte del fratello del presidente ha creato una sorta di “bolla di silenzio” politica. Ma la campagna elettorale sarà rilanciata, domani, dall’inizio della convention democratica, che si terrà a Milwaukee nel Wisconsin, ma che sarà essenzialmente virtuale. Il Washington Post scrive che, dalla scelta della senatrice Kamala Harris come suo vice, il candidato democratico Joe Biden ha incassato 50 milioni di dollari, un flusso di denaro “massiccio”, indice di “un diffuso entusiasmo” per il ticket democratico.
Un sondaggio condotto dalla Marquette Law School nel Wisconsin, lo Stato della convention, indica, però, che le posizioni tra Biden e Trump sono rimaste praticamente invariate da giugno: 49% a Biden, 44% a Trump, contro 50% a 44%.
Donald Trump, che ha 74 anni, aveva fatto visita a suo fratello, che ne avrebbe presto compiuti 72, venerdì nell’ospedale di New York dov’era ricoverato, rimanendovi per circa 45 minuti. Nell’occasione, aveva detto ai giornalisti che Robert stava passando “un periodo difficile” e aveva espresso la speranza che potesse riprendersi.
Molto meno noto e più discreto del fratello maggiore, Robert Trump, nato nel 1948, aveva fatto parte integrante dell’impero immobiliare della famiglia, sia pure sempre tenendo un basso profilo, ed era totalmente fedele, quasi devoto, al presidente. Nel 2016, disse di sostenerne al candidatura “al mille per cento” e i due furono fotografati abbracciati insieme la notte dell’elezione.
Fu lui, a portare in tribunale – senza successo – la nipote Mary Trump, figlia del fratello maggiore Fred jr, deceduto nel 1981, nel tentativo di impedire la pubblicazione di “Troppo e mai abbastanza: come la mia famiglia ha creato l’uomo più pericoloso del mondo”. Robert aveva definito il libro, che dipinge Donald come il prodotto di una famiglia “tossica”, “un disonore”.
Poco prima del decesso del fratello, Trump, in conferenza stampa, nella sua tenuta di Bedminster, nel New Jersey, aveva soprattutto parlato di Iran, dopo la bocciatura all’Onu delle sanzioni proposte dagli Stati Uniti, e dell’epidemia di coronavirus. Sull’Iran, aveva detto che gli Stati Uniti troveranno ugualmente modo di applicare le sanzioni la prossima settimana e che non intende andare al vertice dei membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell’Onu con l’Iran proposto dal presidente russo Vladimir Putin, rimandandone eventualmente la prospettiva a dopo le elezioni.
Sull’epidemia di coronavirus, ha detto che negli Stati Uniti sono stati fatti oltre 70 milioni di test, “più che nell’intera Unione europea”, e che c’è stato un calo del tasso di positività del 71% da aprile e del 15% da luglio e del 6% solo nell’ultima settimana. Trump ha anche detto che l’economia Usa, malgrado “la grande peste”, come lui chiama l’epidemia, sta conoscendo la più veloce e potente ripresa della storia: “Stiamo mettendo al sicuro 50 milioni di posti di lavoro”.
Secondo i dati della Johns Hopkins University, aggiornati alla mezzanotte della East Coast, i casi di contagio negli Stati Uniti erano oltre 5.361.000 e i decessi quasi 169.500.
(Usa2020)