Skip to main content

Russia, Cina, Iran. Chi tifa Trump alle elezioni? Il punto di Gramaglia

La Russia sta lavorando “per denigrare” Joe Biden e per favorire la rielezione di Donald Trump, mentre la Cina spera che Trump perda ma non ha ancora deciso se interferire nel voto. È quanto riferisce Bill Evanina, direttore del National Counter intelligence Security Center Usa, illustrando informazioni e valutazioni dell’intelligence statunitense sulle minacce di interferenze nelle elezioni di novembre.

Ma Trump, parlando ai giornalisti nella sua residenza di Bedminster, nel New Jersey, ha detto: “Sono l’ultima persona che la Russia vuole vedere in carica”. Il magnate ha aggiunto che ‘darà un’occhiata’ alle informazioni dell’intelligenze sulle interferenze straniere in Usa 2020, ma ha pure ribadito che il grande rischio sulla regolarità delle elezioni è il voto per posta.

Secondo Evanina, la Russia sta vagliando tutte le critiche di Biden a Mosca quando era stato delegato da Barack Obama come suo vice a seguire le vicende ucraine e il sostegno apportato all’opposizione a Vladimir Putin.

La Cina, invece, considera Trump “imprevedibile”, spera che non sia rieletto e sta incrementando gli sforzi per condizionare le scelte Usa. Le tensioni tra Pechino e Washington sono andate crescendo e differenziandosi negli ultimi mesi: la decisione di Trump su TikTok e le nuove sanzioni imposte a figure di primo piano a Hong-Kong hanno suscitato reazioni negative da parte cinese.

“Molti attori stranieri hanno una preferenza sul vincitore delle elezioni, che esprimono attraverso dichiarazioni e azioni scoperte e sempre più raramente coperte”, ha spiegato Evanina. Oltre a Russia e Cina, preoccupa l’Iran, che cercherebbe di minare le istituzioni democratiche negli Stati Uniti, nonché di dividere gli americani.

Nel briefing a Bedminster Trump ha pure sostenuto che l’epidemia “sta scomparendo nell’Unione”, mentre contagi e decessi continuano a salire con medie giornaliere ben superiori rispettivamente ai 50 mila e ai mille. Secondo i dati della Johns Hopkins University, alla mezzanotte sulla East Coast, il numero dei decessi negli Stati Uniti superava i 161.300 (contro poco più di 160 mila 24 ore prima) e quello dei contagi toccava i 4.941.000 (contro oltre 4.882.000) e, nel fine settimana, sforerà i cinque milioni.

Trump accusa i democratici di avere fatto fallire i negoziati in Congresso su un nuovo pacchetto d’aiuti per attenuare l’impatto dell’epidemia sull’economia. “Prenderemo una strada diversa”, twitta il presidente, che si appresterebbe a emanare, secondo i media Usa, un ordine esecutivo.

Fronte democratico, Politico riferisce che oltre 300 delegati – su circa 4750 – della convention presidenziale democratica e del comitato nazionale del partito hanno firmato una dichiarazione che invita Biden a scegliere come sua vice la deputata Karen Bass, considerata “una scelta d’unità”. L’endorsement arriva nell’imminenza dell’annuncio di Biden e nonostante le polemiche sulla Bass per suoi passati apprezzamenti per Scientology e per l’ex dittatore cubano Fidel Castro.

Biden è stato intanto impegnato a cercare di correggere una sua gaffe: voleva dire una cosa a favore dei latino-americani, ma ne ha detta una che suonava negativa per i neri, attribuendo agli ispanici una maggiore “diversità” rispetto agli afro-americani: “A differenza della comunità afro-americana, con notevoli eccezioni, la comunità ispanica è una comunità incredibilmente diversa”, aveva detto in un’intervista. Trump l’aveva subito rimarcato: “Dopo le sue dichiarazioni, Sleepy Joe non merita più il voto nero!”, aveva twittato. L’ex vicepresidente ha twittato a sua volta: “In nessun modo intendevo suggerire che la comunità afro-americana è un monolite”. Ma l’infortunio lessicale rilancia i timori sulla tendenza di Biden alla gaffe o all’errore.

Nuova mina vagante giudiziaria, invece, per Trump. Una corte d’appello ha confermato il mandato della Camera per chiamare a testimoniare ‘ex avvocato della Casa Bianca Don McGahn nell’ambito delle indagini sul Russiagate. I giudici hanno tuttavia lasciato aperta la questione sulle domande cui McGahn dovrà rispondere. Ora, l’Amministrazione dovrà ricorrere alla Corte Suprema per cercare d’evitare una deposizione del legale davanti alla commissione giustizia, prima delle elezioni.

×

Iscriviti alla newsletter