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Sulla scuola la bocciatura più evidente. La versione di Stefano Parisi

A due settimane dalla riapertura delle scuole e 7 mesi dopo averle tenute chiuse, il governo Conte dimostra tutta la sua impreparazione. Sicurezza sanitaria, trasporti pubblici, gestione della didattica e della vita studentesca, siamo davanti a un naufragio organizzativo annunciato. Una serie di incognite rese ancora più pesanti se si pensa al tempo che hanno avuto a disposizione per risolverle e che invece hanno sprecato producendo una marea di linee guida e protocolli poco chiari.

Il coordinatore del Cts adesso raccomanda al governo che i test sierologici per docenti e personale scolastico siano obbligatori, ma perché questa obbligatorietà non è stata decisa prima, quando c’era ancora tempo per fare bene le cose?

La verità è che al governo Conte, si parli di scuola o di qualsiasi altro aspetto delle politiche pubbliche del nostro Paese, l’unica cosa che interessa è continuare a spendere, spendere e accumulare altro debito sul futuro dei nostri figli. Che altro è se non spesa elettorale l’annuncio fatto da Azzolina per 3 milioni di euro destinati ad astucci, matite colorate e corredi scolastici! Per non dire dei banchi promessi da Arcuri che non si sa ancora quando arriveranno ma è sicuro quanto costeranno. I concorsi annunciati, le promesse di assunzione, la scuola gestita come se fosse una agenzia di collocamento. Fallimento organizzativo e spesa pubblica è il binomio su cui regge il governo Conte.

Non c’è una idea di riforma complessiva della scuola, né dal governo né tanto meno dai sindacati. Landini ha risposto piccato al ministro Azzolina ricordando di aver sempre detto che la scuola andava riaperta, ma allora perché le corporazioni che dominano la scuola italiana non hanno mai prestato ascolto alle proposte concrete che nei mesi scorsi arrivavano da più parti per superare l’emergenza e riaprire subito in sicurezza, garantendo la continuità della didattica, evitando l’aggravarsi delle diseguaglianze educative e permettendo alle famiglie di tornare al lavoro in tranquillità? Gli italiani ormai sanno la risposta.

Il coagulo di forze conservatrici che blocca da anni il Paese non è in grado di trasformare una tragica crisi in una opportunità di rilancio perché farlo andrebbe contro i suoi interessi.

Con Ricostruire e il professor Bertagna 6 mesi fa abbiamo presentato un Piano Scuola basato su una idea di didattica nuova, sui piccoli gruppi di studenti seguiti da docenti-tutor che oggi i grandi giornali raccontano come il “Modello danese”. Perché nessuno ha risposto quando avanzavamo proposte che adesso sono diventate patrimonio di buon senso? Ah, già, da noi si combatte per decidere chi deve misurare la febbre agli studenti… Io credo che il 14 Settembre i nodi verranno al pettine. Chi ha provato a difendere Conte sarà costretto a ricredersi davanti alla realtà. Il problema allora non è solo il ministro Azzolina, ma l’alternativa politica che bisogna costruire prima che tutto vada a rotoli. Un discorso che non vale solo per la scuola.

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