I sondaggi di opinione e gran parte della stampa italiana lo dà già per sconfitto, ma Donald Trump ha due volenterosi alleati di cui poco si parla ma che sarebbe errato sottovalutare: la borsa ed il movimento Black Lives Matter. Le borse sono un suo alleato esplicito. Il Black Lives Matter un alleato implicito. Spieghiamo perché.
Gli indici del New York Stock Exchange fanno faville. Il 18 agosto. l’indice di Standard & Poor ha toccato il livello più alto da quanto è stato istituito. Il giorno seguente, la valorizzazione di Apple superava quella del Pil di un Paese come l’Italia. Ancora più paradossale, le quotazione di Hertz sono aumentate di dieci volte (ma il titolo ha, poi, subito un marcato riaggiustamento) l’indomani della richiesta di esser ammessa ad “amministrazione controllata”.
Tutto ciò sfida le analisi pubblicate all’inizio di giugno. Ad esempio, un lavoro di quattro università di rango americane e di altrettante cinesi avvertiva che fondi pensioni e gestori di risparmio avrebbero dovuto reindirizzare i proprio impieghi in quanto la pandemia rendeva molto rischiosi numerosi settori dell’azionario. Propositi analoghi provenivano da un attento lavoro di tre economisti di Ca’ Foscari e da uno studio della Kennedy School of Government di Harvard e della Carey Business School della Johns Hopkins University. D’altronde, i consiglieri finanziari di numerose banche italiane suggeriscono la prudenza ai loro clienti. Si sono sbagliati tutti? Le Borse sono “asintomatiche” al virus oppure tanto resistenti, o resilienti (come si usa dire adesso con un brutto anglicismo) da non venire contagiate?
È un interrogativo che occorre porsi perché il successo degli indici di Borsa pare del tutto scollegato con l’economia reale, ma anche e soprattutto perché si verifica in una fase di crescita della povertà e di impoverimento dei ceti a reddito medio-basso. Questi ceti sono stati attirati verso l’azionario specialmente nella fase successiva alla crisi del 2008-2009; a ragione di perdite di lavoro e di reddito, hanno oggi difficoltà ad arrivare alla fine del mese, a pagare il mutuo, e si chiedono se vendere di corsa il “giardinetto” accumulato con anni di sacrifici e correre il rischio di restare a guardare titoli la cui valorizzazione continua ad aumentare ma che a loro non appartengono più. Questi gruppi sociali sono molto numerosi e si aggiungono a coloro che tradizionalmente votano repubblicano. Oggi guardano con apprensione al 3 novembre: temono gli effetti sulla borsa (e quindi sulle loro rate di mutuo e di altro, sulle loro pensioni in essere o future) della vittoria di un candidato che, a torto o a ragione, è stato presentato come ostile al mercato e addirittura “socialista” .
Andiamo al Black Lives Matter. Gli afro-americani rappresentano circa il 13% della popolazione degli Stati Uniti. Hanno, senza dubbio, una capacità di mobilitazione elettorale molto più importante di questa cifra. Tuttavia, come ha giustamente ricordato di recente Robert Verbruggen, il motto degli Stati Uniti è All Lives Matter, senza distinzioni di genere, razza o altro.
Il Premio Nobel (1993) Robert Fogel dimostrò, nel suo lavoro principale (Without consent or contract: the rise and fall of American slavery, New York, Norton, 1989) che la schiavitù è stata un sistema orrendo, nonostante che, in termini puramente economici (aspettativa di vita alla nascita, altezza, peso, capacità di generare figli) prima della Guerra di Secessione le condizioni di chi lavorava nelle piantagioni del Sud fossero migliori degli operai (in gran parte immigrati: olandesi, tedeschi, italiani, scandinavi) nelle fabbriche del Nord. Esistono ancora discriminazioni implicite (ossia non collegate a norme o regolamenti) ma si stanno attenuando, come dicono i principali dati. Ad esempio, nel 1980 solamente il 4% di nuovi matrimoni erano tra coppie di differente colore mentre nel 2015 lo erano il 15%; nello stesso periodo il tasso di matrimoni misti per gli afro-americani ha raggiunto il 18%. Il progresso è lento: oggi ancora il 15% delle famiglie bianche ha un problema con matrimoni interrazziali. Gli studi sulla mobilità sociale indicano notevoli progressi e puntano all’istruzione come strumento essenziale per migliorarla.
È verissimo che la polizia americana è spesso violenta e merita di essere in questi casi duramente punita; tuttavia, gli afro-americani sono una percentuale elevata di coloro che uccidono poliziotti, molto più elevata di quella uccisa da poliziotti. Il tasso di omicidi da parte di afro-americani è sette volte quello da parte di bianchi. C’è ancora molta strada da fare. Da ambedue le parti. Anche e soprattutto i bianchi devono riflettere su cosa possono fare (dato che sono nella situazione migliore) per risolvere i vari nodi.
Tuttavia, il Black Lives Matter con il corredo di moti e distruzioni incoraggia la maggioranza bianca a votare per chi promette ordine pubblico.