Dopo essere stato in Louisiana e Texas per visitare le aree investite dall’uragano Laura, che ha fatto gravi danni e provocato la morte di almeno 14 persone, e avervi dichiarato la calamità naturale, così da sbloccare gli aiuti federali, il presidente Donald Trump sarà martedì a Kenosha, nel Wisconsin, dove da una settimana ci sono proteste e violenze, dopo che Jacob Blake, un nero di 29 anni, è stato ferito da un agente di polizia con sette colpi di pistola alla schiena – il giovane resterà paralizzato -.
Nelle ultime ore, un nuovo tragico episodio s’è verificato a Portland, nell’Oregon, da tre mesi teatro di proteste anti-razziste, spesso violente: un uomo è stato ucciso, quando una carovana di sostenitori di Trump, protagonisti di un raduno con centinaia di pickup, si è scontrata con i contro-manifestanti. Ci sono stati tafferugli: dai pickup si sparavano proiettili di colore, mentre sui furgoncini venivano lanciati vari oggetti. La persona uccisa aveva un berretto con lo stemma dei Patriot Prayer, gruppo d’estrema destra basato a Portland, più volte scontratosi con i manifestanti anti-razzismo.
A Kenosha, Trump incontrerà i responsabili delle forze dell’ordine. L’annuncio della Casa Bianca non fa cenno invece alla famiglia di Blake, che è stata solo contattata telefonicamente da funzionari. Il padre di Jacob, che venerdì era a Washington per la manifestazione di Black Lives Matter, ha invece parlato almeno un’ora al telefono con i candidati democratici Joe Biden e Kamala Harris.
Per come è impostata, la missione di Trump a Kenosha s’inserisce nel filone Law & Order, che sta assumendo prevalenza nella sua campagna elettorale. Il comizio fatto venerdì nel New Hampshire, uno degli Stati in bilico nelle presidenziali del 3 novembre, ha ridato vigore al presidente candidato, dopo il discorso di chiusura della convention repubblicana, moderato e misurato, ma anche moscio e strascicato. Davanti ai suoi fan, Trump ha ritrovato la grinta dei momenti migliori: il suo binomio Law & Order “funziona, funziona eccome”, ha affermato.
“Nessuno sarà sicuro nell’America di Biden”, un falso moderato, ostaggio di una sinistra radicale che vuole solo il caos nelle città Usa: il candidato repubblicano lo ha ripetuto nelle ultime ore, accusando il rivale democratico, che ha condannato la violenza “in ogni sua forma”, di appoggiare le proteste nelle città a suo dire organizzate da “agitatori anarchici”. “Anarchici – dice il magnate – che con Biden passeranno dai disordini nelle strade alle sale del governo. Per questo dobbiamo salvare l’America dalla criminalità”.
Trump ha anche attaccato Kamala Harris, candidata democratica alla vice-presidenza: “Non è competente, non ha le competenze per quella posizione. Non c’è dubbio che in quel ruolo farebbe molto meglio Ivanka“, la figlia sua consigliera, cui nell’ultima notte della convention repubblicana ha dato una sorta di investitura a sua erede politica.
Biden, che dopo il Labor Day, lunedì 7 settembre, tornerà a fare campagna con comizi dal vivo, specie negli Stati in biblico dove Trump appare in rimonta nei sondaggi, replica al rivale: “Abbiamo un presidente molto più interessato a battere la gente a golf che a sconfiggere il Covid-19”.
In un incontro virtuale con l’Associazione della Guardia nazionale, l’ex vice di Barack Obama dice: “Vi prometto che da presidente non userò mai la Guardia nazionale per motivi politici o personali… Questo non è Law & Order: questo è usare l’esercito come una milizia privata…”. Biden critica il ricorso da parte di Trump alla Guardia nazionale contro le protese antirazziste.
Chi continua a mettere in guardia i democratici dai colpi di coda di Trump, che non è affatto battuto, è il regista e attivista Michael Moore, che torna a suonar il campanello d’allarme: “Attenzione che Trump è sulla strada giusta per ripetere la vittoria del 2016”: “Il livello d’entusiasmo della sua base è alle stelle, mentre non è così per Biden”.
“Vi sto avvertendo con dieci settimane di anticipo”, aggiunge Moore rivolgendosi agli elettori: “Non aspettate che sia il Partito democratico a liberarvi di Trump, dobbiamo essere noi a farlo”.
Il premio Oscar mette in guardia Biden dal ripetere gli errori di Hillary Clinton nel 2016, quando non andò in alcuni Stati chiave rivelatisi poi fondamentali per la conquista della Casa Bianca: proprio da quelli, Biden intende iniziare i suoi comizi.