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Tutte le opportunità della visita di Wang a Roma. La lettura di Geraci

Finiti i lockdown per il Covid-19, si torna agli incontri faccia a faccia. Questo martedì atterrerà a Roma il ministro degli Esteri cinese, Wang Yi, per incontrare il capo della Farnesina, Luigi Di Maio. Tra gli obiettivi della missione c’è “rafforzare l’attuazione del consenso dei leader di Cina ed Europa e promuovere attivamente l’importante agenda politica ed economica delle due parti”, da quando ha spiegato il portavoce di Wang. Inoltre, si cercherà di “rispondere alla pandemia del Covid-19 con la parte europea, stabilizzare la supply chain e la cooperazione, e discutere l’ulteriore collaborazione in settori emergenti come l’economia digitale e la green economy; dare voce comune, infine, alla salvaguardia del multilateralismo e del miglioramento della governance globale, oltre a dare più contributi alla pace, alla stabilità e allo sviluppo del mondo”.

Un’agenda molto ricca che proseguirà in Olanda, Norvegia, Francia e Germania e che apre un’importante opportunità per l’Europa. Come ha sottolineato in una conversazione con Formiche.net Michele Geraci, ex sottosegretario al Mise in quota Lega e docente alla New York University, tra i massimi avvocati dell’accordo che, un anno fa, ha portato alla firma del governo gialloverde del memorandum per la nuova Via della Seta (Belt and Road Initiative): “La possibilità di vedersi face to face credo sia un’occasione per riprendere tutti i dossier, non in sospeso, ma comunque rallentati per la crisi degli ultimi mesi. Penso sia una buona opportunità per rimettere sul tavolo accordi di cooperazione che erano stati già avviati dall’anno scorso dal governo, e dargli sostanza”.

Per Geraci è importante che Wang incontri Di Maio, ministro per gli Affari esteri, con deleghe per il commercio: “Questo permetterà che sollevi questioni commerciali […] I rapporti tra i governi dell’Italia e della Cina sono buoni, questo è positivo. Ma sulla parte del commercio andiamo malissimo. Le nostre aziende non riescono a penetrare il mercato cinese. E ci sono tanti motivi evidenziati da tempo, non riusciamo ad andare bene”. A luglio, infatti, Di Maio e Wang hanno conversato in videoconferenza sul rilancio del partenariato economico e sull’export di prodotti agroalimentari Flag of Italy, secondo quanto ha riferito dalla Farnesina via Twitter.

Sul tema del 5G, Geraci non pensa che ci siano state concessioni da parte del governo italiano con la Cina. Anzi. “A settembre il premier Conte, che gestisce la questione, ha rafforzato il golden power. Qualunque decisione in tema spetta a Palazzo Chigi. Tim ha dato segnali di essere molto attenta, continuando a valutare altri fornitori, non solo Huawei. In questo senso non vedo nessun allentamento della sicurezza nazionale”.

A preoccupare Geraci, invece, è che in Europa altri Paesi stiano facendo affari più dell’Italia. “Siccome la rete 5G è anche europea, sono uno dei promotori di una soluzione europea – ha spiegato a Formiche.net -. Questo è un dibattito che va fatto a Bruxelles. Per una volta riconosco che l’Europa è la sede competente, per evitare che un Paese dica sì, un altro no, un altro ancora nì. E poi la regione europea diventi monca, non uniforme, il che può essere ancora più grave”.

L’appello dell’ex sottosegretario è per una politica europea comune sul 5G, “che chiarisca diritti e opportunità, che faccia un’analisi fattuale e seria, che metta al centro gli interessi dei Paesi, dei Paesi europei, della nostra situazione geopolitica”.

Tutto ricordando e mantenendo l’alleanza con gli Stati Uniti, aggiunge Geraci: “Bisogna anche creare un team che studi diritti e opportunità di tutti i fornitori, anche Ericsson, Nokia, Huawei, e poi proporre una soluzione europea […] Dobbiamo innalzare il livello e portarlo a Bruxelles”.

Infine, sulla visita di Wang a Roma alcuni media sostengono che sia l’opportunità per avviare conversazioni per una proroga dell’accordo tra Cina e Vaticano, in scadenza il prossimo 22 settembre. Sul sito Religión Digital si legge: “Sicuramente ci sarà qualche incontro informale con i negoziatori della Santa Sede, magari nella stessa ambasciata cinese in Italia […] Non bisogna dimenticare che Wang Yi aveva incontrato a febbraio l’omologo vaticano, Paul Gallagher”.

Geraci crede che sicuramente c’è un interesse per l’estensione dell’accordo in scadenza a settembre, e pensa che i rapporti Cina-Vaticano sono sul giusto solco: “L’anno scorso il Vaticano ha partecipato ad una fiera agricola a Pechino, sono stato testimone di questa iniziativa. Le relazioni diplomatiche passano sempre attraverso le relazioni culturali. Questo scambio, la partecipazione a questi eventi, anche se commerciali o artistici, aumentano la conoscenza, e questo facilita gli accordi a livello più elevato”.



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