Senza le migliaia di delegati e il turbinio di palloncini e coriandoli bianchi, rossi e blu, ma senza rinunciare a un profluvio di retorica nel segno di libertà, unità e We the people, i democratici hanno aperto la loro convention di Usa 2020, la prima virtuale — causa epidemia di coronavirus — nella storia dell’Unione. Un mantra costante è che queste elezioni sono “le più importanti”, perché bisogna restituire l’America ai suoi valori e alla sua dignità, mandare a casa Donald Trump, che è “una minaccia per la democrazia”, e “respingere il trumpismo”.
Michelle Obama, l’ex first lady, attacca Trump, che è “il presidente sbagliato per il nostro Paese”. Bernie Sanders, il senatore del Vermont capofila della sinistra del partito, chiama a raccolta dietro al ticket Joe Biden–Kamala Harris i progressisti che votarono per lui nelle primarie.
Più che una convention tradizionale, è stato uno show — televisivo o social — di due ore, trasmesso tra le 21.00 e le 23.00 ora della East Coast — tra le 3 e le 5 del mattino in Italia —, introdotto dall’attrice Eva Longoria (Desperate Housewifes) e aperto dai video dell’inno cantato da ragazzi di tutti gli Stati e i territori americani — un inno alla diversità — e dal giuramento di fedeltà pronunciato in tutte le scuole Usa e qui detto dalle nipoti di Biden, con la benedizione del reverendo Gabriel Salguero.
Resta da misurare l’impatto di una convention del genere, una sorta di Studio Uno senza Bluebell e gemelle Kessler più che una tradizionale kermesse politica americana, sul pubblico: un indice lo daranno i dati su ascolto e il gradimento, appena saranno disponibili.
Tra gli oratori della prima giornata, la senatrice ed ex candidata alla nomination Amy Klobuchar e i governatori dello Stato di New York Andrew Cuomo — “Trump non ha creato le nostre divisioni, sono le divisioni hanno creato Trump” – e del Michigan Gretchen Whitmer — “Trump non combatte il virus, combatte gli americani” —, il repubblicano ‘anti Trump’ John Kasich, assi dello sport come la campionessa del Mondo di calcio femminile Megan Rapinoe e artisti, il fratello di George Floyd, il nero ucciso dalla polizia a Minneapolis il 25 maggio, la cui morte innescò l’ondata di proteste anti-razzismo di Black Lives Matter. In chiusura, le due stelle della prima serata intitolata We People: Sanders e Michelle Obama.
“È in gioco il futuro della nostra democrazia, della nostra economia, del nostro pianeta. Dobbiamo unirci, sconfiggere Trump ed eleggere Biden, il prezzo di un fallimento è troppo grande per poterlo immaginare”, dice Sanders, che paragona Trump a Nerone che incendia Roma. “Ci troviamo in una serie di crisi senza precedenti, serve una risposta senza precedenti, un movimento, come mai prima, di gente preparata a resistere e a combattere per la democrazia e la moralità, e contro l’avidità, l’oligarchia e l’autoritarismo”.
Biden è “un uomo profondamente perbene”, che “sa ascoltare”, che “dirà la verità” e che “crede nella scienza”: questo l’elogio di Michelle al candidato democratico. “Joe è stato un magnifico vicepresidente” e come presidente “farà piani intelligenti, gestirà buoni team e governerà come qualcuno che ha vissuto una vita in cui tutti noi possiamo riconoscerci”.
Nei loro commenti, i media Usa sottolineano come Michelle abbia fatto un discorso appassionato, superando la sua riluttanza a impegnarsi in prima persona nella lotta politica — molti la volevano candidata —.
Qualche polemica, le sole della prima giornata di questa convention, per l’intervento di Kasich, portavoce della pattuglia di repubblicani ‘anti-Trump’. L’ex governatore dell’Ohio che nel 2016 rimase l’ultimo a contrastare Trump per la nomination, dice: “Sono un repubblicano di lungo corso ma questo attaccamento viene dopo alla mia responsabilità verso il mio Paese. Per questo ho scelto di apparire in questa convention: in tempi normali probabilmente non sarebbe mai successo, ma questi non sono tempi normali: l’America è al bivio, quello a cui ho assistito in questi quattro anni ha tradito gli ideali” conservatori.
Trump l’ha bollato a modo suo, “un perdente”. Alexandria Ocasio-Cortez, deputata di New York, ha rotto il fronte democratico, criticandone la presenza alla convention perché anti-abortista: “Possiamo costruire ponti e non perdere di vista i nostri valori — ha twittato —. È importante ricordare che Kasich è un anti-abortista estremista e che firmerà (e lo ha già fatto) perché rinunciamo ai nostri diritti riproduttivi appena ne avrà l’opportunità”.
In comizi in Minnesota e Michigan, Trump ha fatto il controcanto alla convention democratica, sostenendo che, se vinceranno i democratici, gli Stati Uniti diventeranno socialisti e “vi toglieranno le armi”.
Poche ore prima della convention, un sondaggio di Washington Post ed Abc tra gli elettori registrati vedeva Biden davanti a Trump di 12 punti: 53% a 41%; tra i probabili elettori, il margine è simile: 10 punti, 54% a 44%. Nel commentare i dati, il Washington Post scrive: “La corsa alla Casa Bianca vede i democratici in vantaggio, mentre persiste la disapprovazione di come il presidente sta gestendo l’epidemia da coronavirus”.
Però, le motivazioni dei sostenitori di Trump e di Biden “restano nettamente diverse”: tre su quattro degli elettori di Trump vogliono votare per lui, più che impedire a Biden di divenire presidente; invece, sei su 10 degli elettori di Biden vogliono cacciare Trump dalla Casa Bianca più che insediarvi Biden.
Per quanto riguarda l’andamento dell’epidemia, secondo i dati della Johns Hopkins University, aggiornati alla mezzanotte della East Coast, i casi di contagio negli Stati Uniti erano oltre 5.437.500 e i decessi quasi 170.500 — con incrementi giornalieri nettamente inferiori alla media della prima metà di agosto -.