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Videogame o qualcosa di più? Ecco l’ultimo simulatore di volo di Microsoft

Intelligenza artificiale, precise mappe satellitari, velivoli riprodotti fedelmente e condizioni climatiche aggiornate in tempo reale. Il Flight Simulator 2020 di Microsoft non è solo un gioco per appassionati di volo. Da circa una settimana disponibile per Windows 10, la nuova versione dello storico simulatore permette di decollare da 37mila aeroporti e di scorrazzare su 2 milioni di città replicate il più precisamente possibile, con impieghi di ricerca open source già sotto l’occhio di attenti investigatori del web.

REALTÀ VIRTUALE?

La grande novità di MFS2020 è la scala 1:1. Distanze, tempi di percorrenza, piste di decollo e ogni altro elemento del “gioco” è riprodotto fedelmente, compreso il meteo, dalla temperatura alla direzione del vento, fino al livello di umidità. Per il gamer davanti al Pc ci sono le stesse condizioni dei piloti in cielo, tutto in tempo reale grazie alla fusione dati delle stazioni meteorologiche in giro per il mondo. Le immagini satellitari sono fornite da Bing, il motore di ricerca di Microsoft, mentre gli oggetti che le popolano fanno ricorso alla piattaforma cloud Microsoft Azure. A mettere insieme il tutto c’è un algoritmo di intelligenza artificiale realizzato da Black Shark, start up austriaca specializzata nella realizzazione di mappe 3D del pianeta, scelta come partner tecnologico dal colosso di Redmond. Il risultato è un’esperienza di volo più che realistica, da una parte all’altra del globo.

IL GIOCO (CHE PIACE AI MILITARI)

Edito da Xbox Game Studios e sviluppato da Asobo Studio per Windows 10, è acquistabile online e disponibile su Xbox Game Pass con varie versioni, da “standard” a “premium deluxe” per avere maggiore disponibilità di aerei (fino a trenta) e aeroporti. La prima edizione del gioco risale al 1982, costantemente migliorato nelle sue varie versioni fino al 2006, anno dell’uscita di Flight Simulator X. Poi, nonostante il successo, nel 2009 l’azienda di Bill Gates decide di chiudere il progetto, vendendo la piattaforma ESP (su cui il gioco si basa) a Lockheed Martin, impegnata a sviluppare il simulatore Prepar3D, azienda che di tecnologie militari se ne intende parecchio, primo contractor del Pentagono. Basterebbe questo per capire la possibile natura “duale” del simulatore. La stessa Aeronautica militare italiana (che sull’addestramento dei piloti è all’avanguardia in Europa e non solo) ha sviluppato in passato collaborazioni con Microsoft, come quella nel 2000 per predisporre un prototipo di allenatore procedurale per la scuola di Latina. D’altra parte, chi ha già provato l’ultima versione del simulatore assicura l’estrema accuratezza di riproduzione di tutte le fasi del volo per gli aeromobili disponibili, dal grande Boeing 747-8 fino all’ultraleggero sloveno Pipistrel Virus, passando per la famiglia texana di aerei da turismo Cessna.

STRUMENTO DI OSINT?

L’altro aspetto duale del simulatore riguarda la possibilità che sia utilizzato come strumento open source per guardare da vicino ogni area del pianeta, studiando topografia, città ed eventualmente strutture sensibili come basi militari. Secondo Microsoft, nel gioco sono riprodotti fedelmente 1,5 miliardi di edifici in circa 2 milioni di città. Diversi blog hanno tuttavia già messo in luce diversi problemi con il rendering, in particolare nella riproduzione di zone che sulle mappe di Bing appaiono pixelate. Non solo: volando su Londra, al posto del maestoso Buckingham Palace, si trova un edificio piuttosto anonimo; a Sidney manca il noto Harbour Bridge, mentre l’Arena di Nîmes, in Francia, perde tutte le caratteristiche dell’anfiteatro romano.

L’ANALISI DI BELLINGAT

Dopo un’attenta analisi, il sito britannico di giornalismo investigativo Bellingat spiega che “come strumento di analisi open source, il gioco ha del potenziale”. Difatti, “mentre i modelli 3D del gioco non sono abbastanza accurati da essere affidabili per la geolocalizzazione, il modo in cui il gioco rende la topografia, insieme alle capacità di illuminazione dinamica e meteorologiche, potrebbero aiutare con la ricerca di base dando agli analisti un’idea dei luoghi che stanno esplorando”. La riproduzione di zone sensibili come le aree di conflitto in Ucraina o in Siria sembrano così offrire un’occasione utile per vedere da vicino i luoghi di scontro e la loro geografia.

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