Donald Trump ha scelto: i più autorevoli media Usa sono concordi nell’indicare che il presidente sta per annunciare la decisione di rimpiazzare il giudice Ruth Bader Ginsburg alla Corte suprema con Amy Coney Barrett.
La Barrett, 48 anni, cattolica, madre di sette figli, due dei quali adottivi, è giudice della corte d’appello di Chicago ed è stata assistente alla Corte suprema del defunto giudice conservatore Antonin Scalia.
L’annuncio ufficiale è atteso nelle prossime ore e le fonti citate sono caute: il magnate presidente può cambiare idea fino all’ultimo minuto. La Coney Barrett era già in corsa nel 2018 per il posto poi andato a Brett Kavanaugh. Allora, Trump avrebbe confidato a uno stretto collaboratore che l’aveva riservata “per prendere il posto della Ginsburg”, anziana e malata.
La Barrett è nota per le posizioni anti-abortiste, ma nel 2013 riconobbe che era “molto improbabile” che la Corte suprema potesse capovolgere la Roe vs Wade, la fondamentale sentenza del 1973 che legalizzò le interruzioni di gravidanza negli Usa. Per la Barrett, “l’elemento fondamentale del diritto della donna a scegliere probabilmente resterà. La controversia è sui finanziamenti, se gli aborti devono essere finanziati dal pubblico o dal privato”.
Nei giorni scorsi, Trump ha ricevuto la Barrett alla Casa Bianca e, dicono alcune fonti, ne sarebbe rimasto impressionato. Nelle aspettative dei conservatori, la giudice dovrebbe diventare “una Scalia al femminile”. La designazione del presidente aprirà e la battaglia in Senato, dove i repubblicani, che sono maggioranza, cercheranno di ratificare la nomina prima delle elezioni del 3 novembre.
Nel 2017, la nomina della Barrett al suo attuale posto fu confermata con 55 voti pro e 43 contro. Una sua conferma darebbe alla Corte suprema un’impronta conservatrice per molto tempo, quasi certamente per tutti gli anni Venti, con solo tre giudici progressisti (fra i più anziani).
Ieri, la salma del giudice Ginsburg è arrivata sul Campidoglio per il terzo giorno di camera ardente, dopo i due nell’edificio della Corte suprema. È la prima volta che l’onore della camera ardente nella hall del Congresso viene dato a una donna. Tra quanti le hanno reso ieri omaggio, c’erano anche il candidato democratico alla Casa Bianca Joe Biden e la moglie Jill.
La battute di Trump sul una transizione dei poteri non pacifica dopo il voto creano allarmi e timori al Pentagono: secondo il New York Times, c’è chi paventa che il presidente possa volere ricorrere alle forze armate contro eventuali disordini dopo un voto contestato, invocando l’Insurrection Act per mandare le truppe nelle strade. Numerosi ufficiali delle Forze armate ritengono che una mossa del genere innescherebbe le dimissioni di molti dei più alti gradi, a partire da Mark Milley, il capo di Stato Maggiore.
Rispondendo ad alcuni deputati il mese scorso, il generale Milley ha scritto: “Credo profondamente nel principio di un esercito Usa apolitico. Nel caso di una disputa su aspetti delle elezioni, per legge spetta ai tribunali e al Congresso risolvere ogni controversia, non all’esercito. Non vedo alcun ruolo per le forze armate in questo processo”.
Il tour de force di Trump, che ironizza su Joe Biden – Trump ha ieri compiuto un tour de force elettorale: una tavola rotonda con i Latinos per Trump a Doral, in Florida, uno Stato dove il voto degli ispanici è determinante; poi, un dibattito ad Atlanta, in Georgia, sulla situazione economica degli afro-americani, che hanno lì un ruolo chiave; quindi, una raccolta fondi nel suo Trump Hotel, a Washington; infine, in serata, un comizio a Newport News, in Virginia.
Trump ironizza sul suo rivale: “Sleepy Joe vuole riposarsi! Il nostro Paese non può permettersi di avere un presidente con bassa energia in un’epoca emozionante ma complessa e competitiva!”.
Niente Ocasio-Cortez negli endorsement di Obama – Barack Obama ha reso noto il suo secondo e ultimo pacchetto d’endorsement, a sostegno di 111 candidati a cariche federali e statali in 21 Stati. Anche in questa seconda lista, non c’è la giovane deputata di New York Alexandria Ocasio-Cortez. La prossima settimana, Obama farà per la prima volta eventi elettorali con la candidata democratica alla vice-presidenza Kamala Harris: due raccolte fondi virtuali, per piccoli e grandi donatori.
Trump cavalca le accuse a Hunter Biden – Trump sfrutta su Twitter le rivelazioni di un’inchiesta del Senato secondo cui Hunter Biden, il figlio del candidato democratico, ricevette bonifici bancari per 3,5 milioni di dollari da Elena Baturina, la più ricca donna di Russia, vedova dell’ex sindaco di Mosca Iuri Luzhkov. “Questo oltre a tutti gli altri soldi che Hunter ha ricevuto quando Joe era vice-presidente”, è l’illazione del magnate.
Dal rapporto di un’inchiesta del Senato, emerge che Hunter ricevette i soldi all’inizio del 2014: si parla di una “relazione finanziaria”, ma non si specifica il motivo dell’operazione.
L’inchiesta parlamentare ha inoltre scoperto undici bonifici della Baturina tra maggio e dicembre 2015, definiti come un “accordo di prestito”, per un totale di 392.000 dollari, su un conto della Bak Usa, una startup Usa che ha chiesto la bancarotta nel marzo 2019 con perdite per 39 milioni di dollari.
Nove degli undici bonifici, per un totale di 241.000 dollari, furono mandati tramite Rosemont Seneca Partners, la società d’investimenti fondata da Hunter e da Chris Heinz, figliastro dell’ex segretario di Stato John Kerry. Bak Usa, con sede a Buffalo, New York, faceva computer tablet con partner cinesi non meglio identificati.
Coronavirus: Trump scherza sull’Italia – “Alcuni lo chiamano coronavirus e questo fa pensare ad un luogo magnifico in Italia, ma non è arrivato dall’Italia bensì dalla Cina”: Trump scherza sull’epidemia, parlando a Jacksonville, in Florida, dove torna a chiamare il Covid-19 virus cinese.
Secondo i dati della Johns Hopkins University, alla mezzanotte di ieri sulla East Coast, i contagi dell’epidemia nell’Unione avevano superato i sette milioni, raggiungendo i 7.033.430, e i decessi erano 203.750.