“L’America sarà in fiamme se il piromane del clima Trump verrà rieletto”: Joe Biden tira fuori un’unghiata lessicale, parlando degli incendi che stanno devastando la costa ovest dell’Unione e del cambiamento climatico. E attacca il suo rivale perché “nega e deride la scienza, sulla pandemia e sul clima”. “Se date a un piromane del clima altri quattro anni alla Casa Bianca, perché stupirsi se l’America è in fiamme? Se date ad un negazionista del clima altri quattro anni alla Casa Bianca, perché stupirsi quando gran parte dell’America finisce sott’acqua?”.
In visita in California, lo Stato più colpito dagli incendi con l’Oregon, Donald Trump avalla i timori di Biden: controcorrente, si dice convinto che il clima diventerà più freddo: “Comincerà a diventare più freddo, vedrete”, ha detto in una riunione a Sacramento per fare il punto sui danni dei roghi. Wade Crowfoot, capo della California Natural Resources Agency, gli ha sarcasticamente risposto: “Vorrei che la scienza fosse d’accordo con lei”. “Non penso che la scienza sappia davvero”, ha però insistito Trump, che in passato aveva definito “una bufala” il cambiamento climatico.
Su Twitter, Crowfoot ha ulteriormente replicato: “Il clima non si raffredderà, signor presidente”, postando un grafico sull’aumento delle temperature in California. Il governatore della California Gavin Newsom gli ha dato manforte: “Le prove parlano da sole: il cambiamento climatico è reale e ha reso più gravi” gli incendi. Ma per Trump “la causa è la gestione delle foreste”.
Il quadro lungo la costa del Pacifico è drammatico: interi agglomerati bruciati, decine di migliaia di kmq di terreno distrutti (in 12 Stati), mezzo milione di sfollati nel solo Oregon, decine di dispersi, un bilancio provvisorio di 35 morti, di cui 25 in California. E una qualità dell’aria, resa irrespirabile dal fumo, tra le peggiori al mondo a San Francisco, Portland e Seattle.
Parlando da Wilmington, nel Delaware, Biden dice: “Nell’America di Trump, non siamo al sicuro da nessuna delle quattro crisi storiche che ci colpiscono: pandemia, recessione economica, cambiamento climatico, suprematismo bianco”; crisi che “richiedono azione, non il negare la realtà, che esigono leadership, non capri espiatori”.
Gli incendi, gli uragani, le alluvioni, il cambiamento climatico, aggiunge Biden, non scelgono se colpire gli Stati democratici o repubblicani, “non sono un fenomeno di parte”. Ma Trump “non ha alcun interesse di essere all’altezza di questo momento”: “Non ascolterà gli esperti… Lui vuole bloccare gli aiuti alla California per punire il popolo della California perché non vota per lui”.
Parlando a Bob Woodward, il cui libro Rage esce oggi, Trump, ancora il mese scorso, diceva che contro il coronavirus “non si poteva fare di più”, mostrandosi più preoccupato dell’economia che della salute degli americani e mettendo in evidenza a più riprese i record di Wall Street.
Secondo i dati della Johns Hopkins University, alla mezzanotte sulla East Coast, i contagi nell’Unione raggiungevano i 6.553.400 e i decessi sfioravano i 194.500.
Intanto Michael Caputo, il portavoce del ministero della Sanità, già uomo di punta della campagna di Trump, accusa gli esperti del Centers For Disease Control and Prevention di “insurrezione”: volevano formare – dice – una “unità di resistenza” per danneggiare il presidente. E afferma che gruppi di sinistra si stanno preparando per un conflitto armato dopo le elezioni. Il New York Times lo riferisce, osservando che le parole del funzionario non sono suffragate da alcuna prova e ricordando che Caputo si era attirato molte critiche nelle ultime settimane perché voleva modificare i rapporti settimanali della autorità sanitarie sul coronavirus, lamentando che il loro contenuto “minava il messaggio ottimistico del presidente”.
In Nevada, l’azienda che ha ospitato al chiuso il comizio di Trump è stata multata di 3.000 dollari per avere violato le norme dello Stato anti-coronavirus. Il governatore del Nevada Steve Sisolak, democratico, aveva duramente criticato Trump per l’evento con migliaia di persone, il primo dopo quello di Tulsa in giugno, violando il divieto di assembramenti con oltre 50 persone. “Il presidente ha intrapreso azioni sconsiderate ed egoistiche che mettono in pericolo molte vite qui in Nevada”, aveva dichiarato Sisolak, definendone il comportamento “vergognoso, pericoloso e irresponsabile”.
Biden, che oggi sarà in Florida, ha ieri commentato illazioni dei media secondo cui il magnate, se sarà in vantaggio la notte delle elezioni, potrebbe proclamarsi vincitore senza attendere che i voti per posta siano contati. “Se ho fiducia che tutti i voti saranno contati? Sono convinto che Trump cercherò di fare in modo che ciò non accada, ma sono fiducioso che l’opinione pubblica americana insisterà perché lo siano”.
Ivanka Trump, la figlia consigliere del presidente, farà campagna questa settimana in quattro Stati: North Carolina, Arizona, Texas – un segnale di preoccupazione: dovrebbe essere uno Stato sicuro, per il padre presidente – e Florida.
Infine, l’ex consigliere economico della Casa Bianca, Gary Cohn, ammette, in un’intervista a Cnbc, di non avere ancora deciso per chi votare a novembre, se il suo ex boss o Biden: “Voglio vedere un dibattito economico fra i due. Di solito voto su temi specifici… C’è bisogno di un piano per tornare a conti pubblici a livelli più normali”.
(Usa2020)