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Intelligence, cosa (non) insegna la bagarre in Parlamento. L’opinione di Caligiuri

delegata

Potrebbe essere considerata una prova di grande maturità democratica la presentazione dell’emendamento che alcuni deputati di maggioranza appartenenti ai Cinque Stelle, guidati non da un parlamentare qualsiasi ma dal segretario del Copasir Federica Dieni, hanno presentato in merito alle procedure relative alla durata dei vertici dell’intelligence.

Una materia del genere prima di tutto va maneggiata con cura e non può essere inserita in modo affrettato all’interno di un provvedimento omnibus, anche se i tempi dettati dal coronavirus non sono certo quelli ordinari. Si può ritenere meno positiva la circostanza che questo tema diventi materia di polemica politica, oppure di definizioni di rapporti di forza all’interno e all’esterno degli schieramenti.

In ogni caso, la Camera dovrà esprimersi entro stanotte, quando verrà posta la questione di fiducia, decisione che ha già suscitato un’ampia bagarre. In ogni caso, resta saldamente in piedi la questione: le regole sull’intelligence devono essere largamente condivise. Pertanto, quello che sta accadendo in queste ore frenetiche potrebbe essere un’occasione per affrontare necessariamente tra qualche giorno in Parlamento i temi che riguardano gli urgenti e insostituibili compiti dell’intelligence.

Non so quanto e in che modo le risorse finanziarie dell’Unione Europea riusciranno a incidere su una crisi economica che da qui a pochi mesi rischia di essere fuori controllo. In ogni caso, occorre un’intelligence nella pienezza delle sue funzioni e della sua credibilità per anticipare gli ambiti, le categorie e i territori del disagio sociale, l’ulteriore massiccia invadenza delle mafie nell’infiacchito tessuto economico e il pericolo dello shopping delle aziende strategiche d parte delle multinazionali e dei fondi sovrani stranieri.

Abbiamo già tantissimi e gravi problemi a cui fare fronte. In qualunque caso, l’argomento dell’intelligence è giustamente delicato. E il cuore dello Stato va preservato oggi più che mai.


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