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Chi sono i nemici della democrazia liberale. Il commento di Paganini

Nel confronto democratico contemporaneo le idee e i progetti politici che rappresentano la diversità individuale, sono sempre meno apprezzati ed interpretati come avversari, o meglio nemici da sopperire piuttosto che da risorse da cui imparare per avanzare il dibattito, le conoscenze, e migliorare le regole della convivenza. Ne consegue la riduzione dello spazio del confronto, il deterioramento della democrazia e della rappresentanza, l’annichilimento della diversità e quindi delle Libertà e della prosperità. Esattamente quello che stiamo sperimentando in Italia.

La diversità che gli altri individui rappresentano va tutelata e promossa anche quando non la condividiamo o non ci piace. Arricchisce il confronto aiutandoci a trovare e a risolvere problemi che riguardano la vita umana sempre nuovi al fine di migliorare le regole della convivenza.

La diversità si promuove attraverso la Democrazia Liberale e quindi la rappresentanza dei cittadini presso le istituzioni a cui abbiamo dato il compito di garantire la convivenza. Si favorisce anche creando ambiti di confronto che non servono solo a comunicare i diversi bisogni o desideri dei cittadini. ma anche a stimolare il senso critico e quindi a migliorare il modo con cui affrontiamo i problemi del vivere insieme. In questi spazi pubblici le diverse idee o approccio al mondo si tollerano e si confrontano.

Esistono ancora questi spazi? Invece di aumentare e migliorare nella costruzione della Società Aperta, stanno invece diminuendo. È una contraddizione. Sono aumentati gli strumenti e le occasioni, come i media tradizionali e media sociali, ma il confronto critico è diminuito. C’è più quantità ma la qualità si è ancor più deteriorata.

Media e social media, per ragioni anche diverse – di cultura i primi, e di strutture tecniche i secondi – sono diventati luoghi di conferma delle proprie opinioni acquisite. Non sono luoghi di confronto. La ricerca della conferma è congenita alla natura umana quando il senso critico e l’accettazione della diversità non sono stimolati. Nel confermare le nostre idee combattiamo le altrui, non più nello spirito del confronto democratico, cioè del metodo sperimentale, ma del loro annullamento.

Per il metodo sperimentale che è il meccanismo cardine del Liberalismo, le idee diverse sono necessarie per migliorare come si affrontano e risolvono i problemi della convivenza: uno sguardo più ampio sul mondo, più ipotesi, più variabili da considerare.

Il metodo sperimentale si fonda sull’esercizio del spirito critico, e perciò richiede fatica, proprio perché aumentano le variabili e un impegno costante. Ma è anche frustrante perché non trova mai la soluzione perfetta che chi disprezza la diversità altrui si illude invece di trovare facilmente. Il metodo sperimentale elabora soluzioni perfettibili che con il passare del tempo appunto, richiedono ulteriore lavoro. Il tempo infatti, presenta nuove variabili e altre diversità di nuovo tipo.

La frustrazione è un sentimento comprensibile. Vorremmo tutti la soluzione immediata, perfetta, e rassicurante. La ricerchiamo quindi cancellando la diversità che è rappresentata dagli altri, rifugiandoci in quei progetti che promettono certezze. Da qui (il ritorno) l’illusione che uno solo possa scegliere per tutti.

Attenzione però, perché l’alternativa al ritorno del populismo o dell’uomo solo al comando è altrettanto pericolosa perché anch’essa non si affida al metodo sperimentale ma ad un’idea elitaria e classista della democrazia e della rappresentanza. Con le stesse dinamiche ostili al confronto critico anche i sedicenti Democratici e Liberali si oppongono alla diversità individuale non ritenendola degna, rispetto al collettivo, di compiere scelte sagge e razionali. Di fatto, questa che si eleva ad elite culturale (ritenendosi in possesso dei mezzi culturali oltre che di produzione) si identifica nella Democrazia Liberale e nel Liberalismo di cui scimmiotta i principi, ma poi agisce in contrasto con questi. Nega la diversità, la disprezza, non la ritiene consona con i processi decisionali collettivi che ritiene governino la convivenza.

Questi sedicenti Democratici e Liberali si issano a difensori della Democrazia Liberale e della rappresentanza democratica, ma poi accusano gli altri di ignoranza democratica e di perché incapaci di promuovere la democrazia rappresentativa dei collettivi. Alla fine vogliono escludere dalle istituzioni in cui la diversità dovrebbe essere rappresentata, i cittadini che rappresentano la diversità individuale.

Stiamo sperimentando quel sospetto che abbiamo maturato: l’Italia non è una Democrazia Liberale matura. Sono proprio coloro che dovrebbero avere maggiore strumenti per favorire il confronto democratico che si stanno rivelando i peggiori nemici di una democrazia compiuta tra cittadini responsabili.

Il mio e il nostro lavoro è nella promozione del confronto. Le idee e i progetti altrui sono una ricchezza da celebrare. La prevalenza alle elezioni di progetti politici diversi non è una sconfitta ma un passaggio nella lunga marcia verso la Società Aperta, la società in cui uomini liberi e diversi convivono e prosperano.

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