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Perché Trump si paragona a Churchill. Il punto di Gramaglia

Joe Biden in Florida a corteggiare i latinos, e soprattutto i cubani, che non gli sono favorevoli; Donald Trump in Pennsylvania a cercare di convincere gli indecisi d’uno Stato determinante di Usa 2020 a votare per lui, nella scia del successo politico e dell’impatto mediatico della firma – ieri, alla Casa Bianca — degli Accordi di Abramo, cioè delle intese di normalizzazione dei rapporti tra Israele, Emirati Arabi Uniti e Bahrein, nel quadro del piano di pace Usa per il Medio Oriente.

Preso forse dall’entusiasmo, Trump, che ama paragonarsi ai grandi del passato – dice, per esempio, di essere il presidente che ha più fatto per i neri dopo Abraham Lincoln —, ha sostenuto a Filadelfia di essersi comportato, di fronte all’epidemia di coronavirus, come Winston Churchill nella battaglia d’Inghilterra, con Londra sotto i bombardamenti nazisti.

Il magnate ha spiegato perché, prima dello scoppio dell’epidemia, pur essendo al corrente dei rischi, ne minimizzò l’impatto “per non creare panico”. Così come fece Churchill nel 1940: “Non penso che sia stato necessariamente onesto, ma penso che sia stato un grande leader”, ha detto. Il town hall era organizzato dalla Abc con solo 21 elettori per rispettare le norme anti-Covid – ce n’erano invece almeno 1.500 fuori, a contestare il presidente lungo l’Independence Mall, culla dell’indipendenza e della costituzione degli Stati Uniti.

Nel dibattito, Trump, che per la prima volta rispondeva a domande dirette degli elettori, ha detto che un vaccino potrebbe essere disponibile fra tre o quattro settimane e che l’utilità della mascherina non è da tutti riconosciuta, ha dato un giudizio positivo dei negoziati in corso tra repubblicani e democratici al Congresso per nuove misure di stimolo all’economia e ha difeso l’operato della polizia, sotto accusa per le violenze e le discriminazioni contro i neri e le minoranze, ammettendo, tuttavia, che fra gli agenti vi siano “poche mele marce”.

Fronte coronavirus, i dati della Johns Hopkins University, aggiornati alla mezzanotte sulla East Coast, indicano che i contagi hanno superato i 6.600.000 (erano quasi 6.606.000) e che i decessi s’apprestano a superare i 196 mila (erano oltre 195.900).

Degli Accordi di Abramo, Trump aveva già affermato, dopo la firma alla Casa Bianca, che essi “celebrano l’alba di un nuovo Medio Oriente, dopo decenni di divisioni e conflitti”. Anche Biden, gioco forza, plaude ai “passi” compiuti da Emirati Arabi Uniti e Bahrein per normalizzare i rapporti con Israele, senza però citare le intese appena suggellate.

“È bene vedere altri Paesi in Medio Oriente riconoscere Israele e accoglierlo come partner”, dice Biden, assicurando che la sua amministrazione “rafforzerà tali passi, sfiderà altri Paesi a mantenere la pace e lavorerà per usare questi crescenti legami per progredire verso una soluzione a due Stati e una regione più stabile e sicura”.

Prima della firma degli Accordi di Abramo, Trump s’era detto certo che, se rieletto, concluderà un’intesa con l’Iran “migliore della precedente”, cioè dell’accordo sul nucleare sottoscritto dall’amministrazione Obama e da lui denunciato, adombrando l’idea che Teheran stia invece favorendo l’elezione del suo rivale.

Biden ha pure reagito all’illazione del presidente che lui sia ‘dopato’ dandogli del pazzo. Trump ama mettere in dubbio le facoltà mentali del candidato democratico, insinuando che ricorra al doping per migliorare le prestazioni nei dibattiti. “Non vedo l’ora di dibattere con lui, è un folle”, replica Biden, in un’intervista televisiva. “Stia pronto, signor presidente, sto arrivando”, aggiunge, a due settimane dal loro primo duello tv il 29 settembre.

In Florida, Biden, secondo il sondaggio più recente, della Monmouth University, resta in vantaggio di cinque punti, 50% a 45%, ma la situazione è volatile. Gli ispanici della Florida tendono a essere più conservatori della media nazionale, per la presenza di forti comunità di esuli cubani anticastristi e di venezuelani. Per aiutare Biden in Florida, il miliardario Michael Bloomberg, suo ex rivale nella corsa alla nomination democratica, s’è impegnato a investire una cifra record, 100 milioni di dollari.

Scientific American, il mensile scientifico in circolazione da 175 anni, prende per la prima volta posizione in una competizione elettorale e appoggia Biden per la presidenza. “Questa pandemia metterebbe sotto stress qualsiasi Paese e sistema, ma il rigetto della scienza da parte di Trump è stato catastrofico. Trump ha rigettato l’idea che controllare il virus, e non minimizzarlo, è la strada per riaprire l’economia”, si legge nell’editoriale. “Biden, al contrario, arriva preparato” all’incarico, “con piani per controllare il Covid-19, migliorare la sanità, ridurre le emissioni, ripristinare il ruolo della scienza”.

www.giampierogramaglia.eu

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