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L’aerospazio italiano nella partita europea. La nomina a Profumo secondo Festucci (Aiad)

“Un riconoscimento importante per l’Italia dell’aerospazio, difesa e sicurezza, che arriva in un momento delicato per l’Europa e che permette al Paese di avere valore aggiunto in tante occasioni negoziali”. È così che Carlo Festucci, segretario generale della Federazione che riunisce le aziende italiane del comparto (Aiad), commenta a Formiche.net la nomina dell’amministratore delegato di Leonardo, Alessandro Profumo, alla presidenza di ASD, l’associazione delle industrie europee del settore. Il ceo della One Company eredita il ruolo da Eric Trappier, presidente e ceo della francese Dassault Aviation. Lo ricoprirà per il prossimo biennio, al vertice di un’associazione che rappresenta circa tremila aziende e riunisce tutte le maggiori industrie europee (18) e le associazioni nazionali (23).

Che notizia è per l’Italia?

Un bel riconoscimento. Primo, per la qualità della persona, arrivata al vertice di Leonardo solo tre anni fa e già in grado di farsi riconoscere per grandi capacità di gestione in questo settore. Secondo, per l’azienda che rappresenta, attore di primo piano nel contesto europeo e non solo. Terzo, per il nostro Paese, che riceve un valore aggiunto da questa nomina. L’ASD è sempre stato l’ambito privilegiato di unione dell’industria aerospaziale, della difesa e sicurezza a livello europeo, nell’interlocuzione con le istituzioni a Bruxelles e con i partner di altri continenti. L’Aiad, che fa parte dell’ASD (siede nel board) e di cui Profumo è presidente onorario, è molto orgogliosa di questo incarico.

Tra l’altro, la nomina arriva in un momento delicato per il Vecchio continente e in particolare per la Difesa europea, tra Recovery Plan e prossimo quadro finanziario pluriennale.

È sicuramente un momento importante, tale per cui è fondamentale poter giocare un ruolo di primo piano come Paese, anche con la rappresentanza presso l’ASD. Ci sono le risorse del Recovery Fund, ma anche i programmi dell’Edidp (il programma per lo sviluppo industriale 2019-2020, ndr) e i finanziamenti previsti dell’Edf (il successivo Fondo europeo di Difesa, ndr). Avere un ruolo di primo piano a livello industriale, e non di rimbalzo sulla presidenza di qualche altro Paese, è sicuramente una carta importante. Certo, il ruolo di presidenza dell’ASD presuppone imparzialità, e sulla terzietà di Profumo in questa veste non c’è alcun dubbio. In ogni caso, l’incarico permette di avere una visione di primo piano anche come sistema-Paese.

Come è messo il comparto italiano in confronto a quelli di Francia e Germania?

Il problema di fondo è in realtà nel modo in cui i Paesi si organizzano a superare la situazione drammatica della pandemia. I francesi hanno messo una valanga di soldi in questo settore. Il Regno Unito lavora in proprio, pur mantenendo gli occhi su ciò che accade nell’Ue. I tedeschi sono come sempre ben strutturati. Dunque, il problema è come l’Italia può riuscire a competere in questa situazione.

Cosa serve all’industria?

Ci sono programmi da far partire rapidamente. Bisogna capire poi quante risorse mettere a disposizione con gli altri Paesi europeo. E questo è un ruolo che deve giocare la politica. L’industria può proporre, ma è la politica a dover decidere. L’aerospazio, difesa e sicurezza può dare un contributo significativo al rilancio del Paese. È l’unico settore rimasto in grado di esprimere altissime tecnologie e forte innovazione, ma ha bisogno di accelerazione e di spinta, anche per poter competere sul fronte dell’export, essenziale per il comparto.

A proposito di export, l’ultima novità arriva dall’Austria, dove il ministero della Difesa ha annunciato l’intenzione di acquistare 18 elicotteri AW169M di Leonardo, parlando altresì di “ampia collaborazione” con l’Italia in questo settore.

È un segnale importante, soprattutto sugli elicotteri. Ricordo quando partì la proposta, e sembrava quasi impossibile poter competere di fronte a una concorrenza agguerrita. La notizia austriaca dimostra dunque per l’ennesima volta le capacità del gruppo dirigente di Leonardo e la qualità del prodotto. Si tratta di elementi che il nostro settore industriale può esprimere. Poi ha però bisogno della sponda politica.

Un paio di settimane fa, ci raccontava su questo dei vari incontri con le istituzioni per un “Piano di settore” destinato all’aerospazio e difesa. A che punto siamo?

Il confronto procede. C’è la forte volontà del ministero dello Sviluppo economico di fare un Piano di settore e ci stiamo lavorando. Stiamo inoltre cercando di realizzare uno studio terzo per indicare come, a fronte di investimenti con un piano strategico, sia possibile sviluppare capacità tecnologiche di cui beneficerebbe l’intero Paese, e come, in caso contrario, si produrrebbero negatività importanti. Il Mise ha mostrato grande sensibilità. Il problema è nei tempi, strettissimi.

Sul Recovery Plan per aerospazio e difesa ci sono novità?

Abbiamo mandato le nostre schede al governo. Abbiamo riunioni in corso con tutte le aziende per approfondire e dettagliare le nostre proposte, così da essere pronti a rispondere alle esigenze dell’esecutivo per costruire ogni ipotesi che possa essere inserita nel Recovery Plan.

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