Per il prossimo anno la Francia potrà contare su 39,2 miliardi di euro per la propria Difesa, 1,7 in più rispetto al 2020. È quanto si legge nella proposta di budget che il ministro Florence Parly ha presentato in consiglio dei ministri, consapevole del supporto che il presidente Emmanuel Macron ha da sempre espresso per il programma di generale ammodernamento dello strumento militare. Oltralpe, il Covid-19 non pare avvertito come un rischio per le finanze pubbliche, quanto come una sfida per rilanciare gli investimenti, anche e soprattutto quelli in Difesa, a fronte di un mondo che si preannuncia sempre più insicuro e denso di minacce.
I NUMERI…
Presentata ormai due anni fa, la Legge di programmazione militare (Lpm) 2019-2025 è stata rispettata ancora una volta, con un incremento del 4,5% del budget della Difesa su quest’anno e del 22% rispetto al 2017. Dall’arrivo di Macron all’Eliseo, l’aumento del bilancio militare è stato costante (1,8 miliardi nel 2018 e 1,7 per quelli successivi), pari a 6,8 miliardi dal 2017. Per il 2021 la parola d’ordine è “resilienza”, spiega la Parly nell’introduzione alla sua proposta di bilancio. Resilienza di fronte a una crisi sanitaria senza precedenti, che ancora si fa sentire in Francia con forti timori su un’ondata di contagi ancora più imponente. Eppure ciò non impatterà sul budget della Difesa.
…LE MOTIVAZIONI
“Le Forze armate sono uno dei pilastri della resilienza del nostro Paese – ha detto la ministra – e le Legge di programmazione militare è uno dei pilastri della resilienza delle nostre Forze armate”. È per questo che la Parly ha preferito preservare lo strumento della Lpm piuttosto che affidarsi ai nuovi strumenti (comunque cospicui) che il governo ha messo in campo con un piano nazionale di ripresa (si paral di 100 miliardi di euro complessivi). Il budget di 39,2 miliardi è “esigente”, ha ammesso la ministra transalpina. Lo è perché “a servizio della nostra sovranità nazionale”.
GLI EQUIPAGGIAMENTI PREVISTI
Tra gli equipaggiamenti inseriti nel bilancio 2021 c’è una nuova Fremm per la Marina, tre velivoli tanker A330 Mrtt, 157 veicoli corazzati Griffon e 20 Jaguar, sei elicotteri NH90 e un satellite per il monitoraggio (denominato Ceres). Ingenti poi i lavori di aggiornamento, revisione e riparazione, che comprendono una molteplici di assetti tra cui i missili da crociera Scalp, i velivoli Mirage-2000 e gli aerei da trasporto C-130. Alla deterrenza nucleare vanno 5 miliardi di euro, nell’ambito di una progettualità che ne prevede 25 tra il 2019 e il 2023. Per lo Spazio ci sono 624 milioni (4,6 miliardi nei sei anni della Lpm), di cui ben cento per i lanciatori spaziali. Notevoli anche i finanziamenti all’intelligence militare (398 milioni) e alla difesa in campo cyber (201 milioni).
TRA CACCIA E STUDI
Per quanto riguarda l’ambizioso programma per un caccia di sesta generazione (Fcas), portato avanti insieme a Berlino, i finanziamenti previsti riguardando ancora la fase di studio, con l’obiettivo di far volare un dimostratore entro il 2026 (sembrerebbe che gli americani l’abbiano già fatto). Come nota La Tribune, mancano invece dettagli su eventuali ordini per sostituire i dodici Rafale di seconda mano che Parigi ha venduto da poco ad Atene. “Tutte le opzioni sono sul tavolo”, ha spiegato al quotidiano francese una fonte del ministero della Difesa.
IL SUPPORTO ALL’INDUSTRIA
A dare l’idea degli ambiti di particolare interesse per Parigi sono soprattutto i numeri sui reclutamenti previsti. Il numero maggiore riguarda intelligence e difesa informatica, per cui la richiesta è di 200 nuove unità. Per il settore spaziale, per cui si prevedono 500 nuove unità entro il 2025 (39 l’anno prossimo), mentre 25 sono richieste sul supporto all’esportazione. Export, perché in Francia hanno da sempre ben chiaro la necessità del sostegno istituzionale per le vendite all’export del comparto industriale. La stessa ministra Parly ha detto: “ci impegniamo a sostenere l’economia francese e il dinamismo nei nostri territori”. La Legge di programmazione militare si presenta dunque come “un piano di ripresa a tutti gli effetti, con particolare attenzione alle Pmi e alle giovani startup, soprattutto innovative”.
ATTENZIONE ALL’INNOVAZIONE
Nel 2021 i finanziamenti a ricerca e sviluppo nel budget della Difesa francese ammonteranno a 6,6 miliardi. In tale ambito, il sostegno all’innovazione sarà pari a circa 901 milioni. Prevista anche l’introduzione di DefInnov, un fondo dotato di 200 milioni in cinque anni (che completa il già esistente DefInvest) per favorire gli investimenti in nuovi campi tecnologici. La stessa Lpm è nata per sostenere l’innovazione trasversale nelle forze armate. Da circa due anni, è attiva per questo l’Agence innovation defense, alle dirette dipendenze della Direzione generale per gli armamenti (Dga) che già, all’interno del dicastero della Difesa, aveva responsabilità sulla ricerca militare, considerata tra l’altro tra i primi attori europei in questo campo. Nel 2019 poteva contare su un budget di 720 milioni, con previsioni di crescita negli anni successivi. Lavora sull’innovazione spinta, tra neuroscienze, intelligenza artificiale e uomini volanti, compreso quello che sorvolò a luglio dello scorso anno gli Champs Elysees sotto lo sguardo soddisfatto di Emmanuel Macron.
IL FOCUS SPAZIALE
Alla vigilia di quella festa nazionale del 14 luglio, lo stesso Macron aveva annunciato la nascita (poi avvenuta a settembre) del Commandement militaire de l’espace, un comando operativo, inserito all’interno dell’Aeronautica, specificatamente dedicato allo Spazio militare. Dieci giorni dopo, la Parly aveva svelato Strategia spaziale di Difesa, promettendo un incremento di 700 milioni rispetto ai 3,6 miliardi già previsti per la militarizzazione extra-atmosferica. Il concetto di riferimento è “difesa attiva”, in cui si prevede anche anche lo sviluppo di strumenti d’offesa. Al cuore del nuovo approccio c’è il programma “Maîtrise de l’Espace”, il cui primo termine descrive bene l’ambizione francese, traducibile con “dominio incontrastato”.