Skip to main content

Fuoco e furia. Trump, Biden e l’America al voto (per posta)

Via da oggi al voto per posta per Usa 2020 nella North Carolina, lo Stato che per primo incomincia a spedire le schede a casa degli elettori che ne hanno fatto richiesta. Il North Carolina è uno ‘Stato in bilico’ e Donald Trump vi è appena andato a fare campagna, suscitando un putiferio per quello che è parso un invito agli elettori a provare a votare due volte, per posta e di persona. Il che è, ovviamente, illegale.

Altri quattro ‘Stati in bilico’, Pennsylvania, Michigan, Minnesota e Florida, avvieranno le procedure per il voto per posta o anticipato entro fine mese – prima, cioè, del primo dibattito presidenziale martedì 29. Arizona, Ohio e Iowa lo faranno subito dopo, a inizio ottobre.

Parlando in North Carolina, Trump ha invitato gli elettori “a sfidare il sistema e a votare due volte: di persona e per posta”. Il procuratore generale dello Stato, Josh Stein, ha subito criticato su Twitter il presidente per avere “scandalosamente invitato” i cittadini “a infrangere la legge”: “Fate in modo di votare, ma non due volte!”.

Trump, però, è tornato sul tema, proprio su Twitter, precisando i suoi consigli agli elettori per fare sì che il loro voto “conti e sia contato”. Il presidente, che è ostile al voto per posta considerandolo fonte di ritardi e brogli, raccomanda di votare “al più presto” per corrispondenza e quindi di recarsi al seggio nel giorno delle elezioni per vedere se il voto è stato registrato – cosa che però non avviene al seggio.

“In tal caso, non potrete votare e il sistema per posta avrà funzionato bene. Altrimenti votate”, dice Trump. Se poi la scheda via posta arrivasse dopo il voto, “cosa che non dovrebbe succedere, la scheda non sarà usata o contata perchè il vostro voto sarà già stato espresso e registrato”. Così, conclude il magnate, “sarete sicuri che il vostro prezioso voto sarà stato contato e non smarrito, gettato o distrutto in qualche modo”.

I suggerimenti presidenziali suscitano critiche e contestazioni. La portavoce della Casa Bianca Kayleigh McEnany è intervenuta, sostenendo che Trump “non legittima alcun voto illegale” e che le sue parole “sono state estrapolate dal contesto” – il che, su twitter, non è facile -.

Biden a Kenosha vede i Blake e sente Jacob

Ieri, intanto, il candidato democratico Joe Biden e sua moglie Jill sono stati a Kenosha, dove hanno incontrato la comunità locale in una piccola e modesta chiesa luterana – c’erano decine di persone. Biden ha affermato: “Il presidente legittima l’odio e il razzismo nel nostro Paese … legittima il lato oscuro dell’animo umano”; e ha sottolineato che le proteste alzano il sipario sulle ingiustizie razziali e creano un’opportunità di cambiamento.

Prima, all’aeroporto di Milwaukee, Joe e Jill, con sempre indosso la mascherina, avevano incontrato la famiglia di Jacob Blake, il nero ferito alla schiena da un poliziotto e rimasto paralizzato: c’erano il padre e i fratelli del giovane, la madre (in collegamento telefonico) e alcuni loro avvocati. Biden ha anche parlato al telefono per circa 15 minuti con Jacob, ancora in ospedale: “Mi ha detto che nulla lo sconfiggerà, che non si arrenderà, che torni a camminare o meno”, ha poi riferito.

Sull’incontro con la famiglia Blake, durato circa un’ora, i Biden sono stati estremamente riservati, evitando di trasformarlo in una ‘photo opp’: nessuna telecamera, nessun giornalista, né trascrizioni e/o resoconti del colloquio.

La guerra di Trump alle città “anarchiche”

Trump ha invece firmato un memo per tagliare fondi federali alle città governate dai democratici, considerate “giurisdizioni anarchiche” e che vogliono ridurre i finanziamenti alla polizia: prese di mira, in particolare, Washington, New York, Portland e Seattle, dove le proteste razziali sono state più forti. Il memo chiede al Dipartimento della Giustizia di definire la ‘blacklist’ delle città entro 14 giorni e di renderla pubblica; e, inoltre, dispone che i responsabili del bilancio della Casa Bianca forniscano linee guida alle agenzie federali per ridurre gli stanziamenti governativi alle città che tolgono fondi ai dipartimenti di polizia.

L’azione del presidente suscita dubbi sulla sua legalità: i fondi governativi, che riguardano i settori trasporti, casa e sicurezza, sono in genere approvati dal Congresso, anche se l’Amministrazione può tentare d’intervenirvi. I sindaci delle cosiddette ‘città anarchiche’, ma non solo, sono subito insorti.

La conferenza Usa dei sindaci ritiene che il memo non abbia fondamento legale e renda le città meno sicure riducendo le risorse per la polizia e i soccorritori. La città di New York è pronta all’azione legale. “Il presidente non è un dittatore e i suoi sforzi per imporre una norma tirannica incontreranno una fiera opposizione”, annuncia la magistratura della Grande Mela. “Stiamo affrontando sfide senza precedenti combattendo una pandemia e una devastazione economica … Ora, subiamo nuovi attacchi che sono illegali, incostituzionali e che saranno senza dubbio sconfitti in tribunale”.

Il governatore dello Stato di New York Andrew Cuomo quasi minaccia Trump: “Non può avere abbastanza guardie del corpo per passeggiare nelle strade di New York, meglio che si porti dietro l’esercito. I newyorchesi non vogliono avere nulla a che fare con lui”. Per Cuomo, il magnate forse ce l’ha con New York, la sua città, perché l’ha “rifiutato”, considerandolo un “clown” e un “fumetto da tabloid”.

E Trump reagisce su Twitter, rinfacciando a Cuomo di avere “il peggior record” di decessi e contagi da “virus cinese”: “11 mila persone sono morte solo nelle case di riposto per la sua incompetenza”, scrive. Cuomo, afferma Trump in un altro tweet, “dovrebbe fare in modo che i procuratori-burattini di New York, che danno illegalmente la caccia a me e alla mia famiglia, indaghino la sua incompetente gestione del virus cinese”.

Il riferimento del presidente è alla vertenza legale sulle sue dichiarazioni dei redditi mai rese note e per la cui presentazione ha ottenuto in settimana un ennesimo rinvio, in attesa dell’esito dell’ennesimo ricorso dei suoi avvocati. Anche Biden è ieri intervenuto su questo punto, twittando di “avere reso noto 21 anni delle mie dichiarazioni dei redditi. Cosa stai nascondendo, Trump?”.

Trump ha infine attaccato su Twitter i sondaggi della Fox News, la sua tv preferita, secondo cui Biden è avanti in tre Stati chiave che il magnate vinse nel 2016: North Carolina (50% a 46%), Wisconsin (50% a 42%) e Arizona (49% a 40%). “Prendete un nuovo sondaggista, io credo che abbiamo un grande vantaggio”, è il suo commento.

Fronte coronavirus, i dati della Johns Hopkins University indicano che i contagi negli Stati Uniti superano i 6.150.000 e che i decessi – ancora oltre mille al giorno – sfiorano i 186.800.


×

Iscriviti alla newsletter