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La scommessa di Salvini che punta tutto su Trump (e Gerusalemme) e torna euroscettico

donald trump matteo salvini

Se per il presidente del Consiglio Giuseppe Conte chiunque tra Donald Trump e Joe Biden sarà alla Casa Bianca a gennaio per l’Italia “non cambierà molto”, il segretario della Lega Matteo Salvini ha deciso di puntare tutto sul presiedente uscente. L’ha fatto con un’intervista sulla versione online del Wall Street Journal in cui ha rivendica la sua posizione: “Ero uno dei pochi politici italiani che credeva nella sua vittoria e che ha fatto il tifo per lui quattro anni fa. E continuo a credere che sia stato un buon presidente e spero che venga rieletto”.

Anche su temi di politica estera il segretario federale del Carroccio — che in casa deve guardarsi dalla crescita del fronte del No al referendum per il taglio dei parlamentari guidato dal suo vice, Giancarlo Giorgetti — si definisce trumpiano. “Su alcune questioni internazionali, come le relazioni con la Cina, con l’Iran e la stretta relazione con Israele, abbiamo la stessa identica opinione”. Poi l’altra scommessa, quella sul premier israeliano Benjamin Netanyahu (che con l’attuale amministrazione statunitense è in pressoché perfetta sintonia): “Se io fossi primo ministro”, spiega Salvini, “Gerusalemme sarebbe riconosciuta come capitale di Israele dal mio governo e le relazioni con Cina e Iran sarebbero sospese”.

IL RAPPORTO CON LA CINA

Sulla Cina e in particolare sul coinvolgimento di aziende cinesi (Huawei e Zte) nel 5G cinese Salvini è gelido. “Informazioni sensibili no. La Cina che controlla dati e reti italiane, assolutamente no”. Ma l’intervistatore gli ricorda che quando l’Italia firmò il Memorandum d’intesa sulla Via della seta con la Cina lui era vicepremier (e ministro dell’interno): “È stato uno dei tanti conflitti tra noi e i 5 stelle”, dice rivendicando di aver “ora una posizione completamente atlantista”, dice. Poi ammette di riconoscere il valore delle relazioni industriali, culturali e turistiche con la Cina e della collaborazione tra le università. Anche se potrebbero essere temi difficili da affrontare se le posizioni su altre questioni si dovessero irrigidire.

RUSSIA E TURCHIA

“Salvini vede la Russia in modo extra favorevole”, scrive il Wall Street Journal rievocando il caso Savoini. “Ero pronto a questa domanda”, dice Salvini che spiega l’assenza di prove della finalizzazione di quell’accordo e ricorda che il presidente Conte si era schierato pubblicamente al suo fianco. Parlando del rapporto tra Occidente e Russia Salvini dichiara: “Se l’Europa impone sanzioni, costringe la Russia a guardare a Est. Preferisco la Russia buona amica che alleata della Cina”, aggiunge sostenendo che l’idea di un Russia europea.

“Ci sono problemi in Russia? Certo che ci sono. La Russia è una democrazia completa? No, non lo è. C’è la corruzione in Russia? Certo”, continua Salvini. Ma invita a guarda alla Turchia di Recep Tayyip Erdogan, membro della Nato: “Ha gli stessi problemi della Russia, forse anche peggiori. Per questo motivo, se è giusto cercare di avere un dialogo con la Turchia, a mio avviso sarà giusto provare a parlare con la Russia. Erdogan non sembra più pacifico e democratico di Putin”. Tuttavia, le questioni globali più importanti “non sono Russia e Turchia, ma Cina e Iran”, aggiunge un trumpiano Salvini.

L’UNIONE EUROPEA

Parlando dell’Unione europea Salvini sfodera una posizione “inglese” che non mancherà di far discutere. “Il nemico del sogno europeo è la burocrazia di Bruxelles. Non è Salvini”, dice. “Questa burocrazia europea ha tradito il sogno europeo. Il trattato fondante dell’Unione europea aveva stabilito la piena occupazione come sua priorità. Quindi il lavoro, che è teoricamente materia della sinistra, ma di cui i socialisti si sono dimenticati, la piena occupazione e, aggiungerei io, anche famiglia e immigrazione”.

ECONOMIA E GIUSTIZIA

In economia, sottolinea, “l’unico modo per ripagare il debito è attraverso la crescita. Se le aziende chiudono, nessuno ripagherà il debito. Questa è la ragione per cui, ora più che mai, ci sarebbe bisogno della flat tax”, dice. E sul processo di Catania che, ricorda il Wall Street Journal, potrebbe costargli fino a 15 anni: “Penso che il processo finirà in niente. Durante il mio mandato come ministro, abbiamo dimezzato il numero di morti e dispersi in mare”. Salvini scommette sul voto prima del 2023: “Più che i politici, sarà la società a far saltare questo governo”.

LA SCOMMESSA

Insomma, Salvini punta tutte le sue fiches su Trump e Netanyahu. Le vicende elettorali e quelle giudiziarie ci diranno se l’azzardo è stato ben calcolato oppure no.


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