Il podcast Audible Original, di Federico Fubini analizza i punti del sistema economico: il lavoro, il debito pubblico, l’euro, la scuola, la disoccupazione, l’immigrazione, l’emigrazione, la grande recessione, il calo demografico, le big tech, la Cina. I grandi temi del mondo di oggi, raccontati e interpretati in una serie realizzata in collaborazione con Frame, in 10 episodi da 30 minuti ciascuno.
Ognuno di noi ha un articolo a cui resta legato, passano gli anni, sembra che il mondo vada avanti, eppure ce ne è uno che fotografa ancora con perizia la situazione. Nel frattempo magari hai anche cambiato giornale, come nel caso di Federico Fubini che da firma di Repubblica è ora uno dei migliori nomi del Corriere della sera. Così dice: “L’Italia ha costruito centinaia di chilometri di rete ferroviaria ad alta velocità e ne ha fatto dono alla Gran Bretagna. Ha investito in due enormi reti Internet a fibra ottica, perché siano installate in Germania e in Svizzera”. Fubini prosegue: “Naturalmente non è vero”.
Me lo cita al telefono, perché anche dopo cinque anni, il suo lavoro d’inchiesta sul Capitale umano, o più precisamente un focus sui laureati italiani che se ne vanno col consenso diffuso di un Paese sfiduciato,ha da dire molto. Un tema che turba la mia quiete, che riesce sempre a scavare oltre l’apparente moderata ragionevole dialogante visione delle cose e svegliare una rabbia, acuita dal contrasto di quanti al riparo dai danni, siedono a capo delle poltrone senza orgoglio, dove le scelte non si fanno, si chiudono gli occhi, e si accompagnano i figli, le aziende, i capitali, le ambizioni, altrove. E qui restano loro. A mal governare, nei consigli d’amministrazione, nel Paese.
Loro che non credono di poter fare la differenza e così occupano indegnamente posizioni dalle quali altri hanno saputo immaginare il futuro e non solo logorarlo.
“In Italia in realtà, dal 2008 al 2013, c’è stata una successione di tre recessioni di cui due serie e una sfiorata o leggerissima nel 2013. Dunque stiamo parlando di sei anni in cui, in parte per come è andata la risposta di politiche economiche in Europa, noi l’abbiamo vissuto molto come un problema macro e poco come un problema delle strutture della società italiana dove c’è qualcosa da scrostare”.
Intanto perdevano pezzi a colpi di 24mila euro a testa. Se si pensa che il debito pubblico è di circa 40mila euro su ogni cittadino, abbiamo una prima proporzione.
Buon lavoro divulgativo quello di Fubini, nella prima puntata: “Perché gli italiani non studiano?”.
L’ho fatto ascoltare a uno dei docenti che come i suoi colleghi avrà formato almeno uno di quanti poi hanno cercato e trovato lavoro fuori. E mi ha detto:
“Fubini è partito dal tasso di laureati che è più basso in Italia, rispetto ai Paesi Ocse, eppure non mi stanco mai di dirlo, la percezione da noi è che ce ne siano troppi. Troppi da noi che siamo a fondo classifica. Ma come mai così indietro? All’estero si guadagna il 55 per cento in più, avendo la laurea, rispetto al solo diploma superiore, in Italia invece, solo il 38 per cento in più, se si è uomini, se donne meno”.
La telefonata con Federico Fubini è finita con la promessa reciproca che ne riparleremo in un incontro il più possibile intergenerazionale presto.
Il dialogo era iniziato con la mia idea di fare a questo punto l’intervista con risposte audio “per immedesimarsi nei podcast”. Pigrizia. E Federico mi ha detto: meglio se ci sentiamo, da adesso (primo pomeriggio) alle 20.00 quando vuoi tu”. Allora alle 16.18 ho chiamato, perché i podcast sono comodi, per Fubini – che ha confessato – richiedono meno sforzo della scrittura – e della “trascrittura” nel mio caso, ma forse Il giovane Holden potendo scegliere continuerebbe a chiamare il suo autore preferito.
E questo è tutto dagli incontri al Festival della Comunicazione 2020.