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Libia, è ora di cambiare strategia (e Di Maio l’ha fatto). Il commento di Khalid Chaouki

La recente visita in Libia del ministro degli Esteri Luigi Di Maio, accompagnato dal sottosegretario con delega al commercio estero Manlio Di Stefano, rappresenta un passo importante, necessario e di assoluta centralità per la prospettiva di evoluzione dei rapporti tra l’Italia e la Libia sia dal punto di vista politico che economico.

Dopo diverse missioni italiane dove la preoccupazione degli esponenti del governo italiano era quella di non perdere posizioni nel ruolo di negoziatore tra le parti in conflitto, dividendosi faticosamente tra Bengasi e Tripoli e con il rischio apparente di rincorrere le iniziative altrui nella spola tra le parti, è giunta l’ora di cambiare strategia e porre al centro un’agenda chiara da protagonisti nella relazione tra l’Italia e la Libia.

È stato un elemento di grande discontinuità aver posto al centro della recente missione governativa il tema della costruzione o implementazione delle infrastrutture a partire dal progetto dell’autostrada che dovrà unire lungo la costa libica i due estremi della Libia. Una svolta nel messaggio politico ai partner libici in cui si passa dalle parole ai fatti. Una svolta speriamo non troppo tardiva, a maggior ragione ora dove il nostro principale competitor o possibile partner a Tripoli, è la Turchia, che con un’accelerazione da record sta siglando importantissimi accordi nel settore militare, economico ed energetico con il governo Sarraj.

La strategia italiana dovrà mirare quindi a svincolarsi da questo sforzo in bilico tra l’Est e l’Ovest della Libia che ha rischiato seriamente di consumare la nostra credibilità e alzare invece il livello della nostra proposta politica a tutti gli interlocutori libici.

A questo riguardo quindi il rilancio del progetto dell’autostrada, simbolo di pacificazione e superamento di una memoria anti italiana dovuta alla pesante parentesi coloniale, può e deve rappresentare un elemento chiave di iniziativa politica. Occorre porre con maggiore incisività il tema dello sviluppo della Libia, di tutta la Libia, come elemento caratteristico della nostra azione diplomatica e di business diplomacy.

Un messaggio chiave di cooperazione economica e di supporto concreto ai progetti di ricostruzione che risponde all’esigenza della popolazione di vedere segnali tangibili di una possibile rinascita dopo anni di sanguinosi conflitti e una straordinaria opportunità per il sistema Italia nell’essere protagonista di una nuova fase di stabilizzazione e ricostruzione.

Infine il progetto della costruzione dell’autostrada, alla luce dei recenti segnali di dialogo tra le controparti libiche, diventa oggi centrale anche a livello politico perché racchiude il concetto di indivisibilità della Libia e un piano di sviluppo equo e condiviso tra l’Est e l’Ovest senza discriminazioni. Un progetto su cui sarà fondamentale far dialogare insieme i leader di Tripoli e Bengasi e dove la pace possa ripartire da un’iniziativa italiana utile per ricostruire la Libia e rimettere in moto le imprese italiane.



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