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Luigi Di Gregorio. Cosa sappiamo della politica?

C’è una politica che fa spettacolo e una politica che va avanti senza troppi clamori, e la percentuale è nettamente sbilanciata verso la seconda. È il principio del galleggiamento dell’iceberg: della montagna di ghiaccio emerge solo una piccolissima parte, anche se quella porzione esigua occupa notiziari, giornali, talk show e social media. Una deformazione mediatica che ci porta a pensare che nei palazzi del potere si discuta esclusivamente di quanto accade sui social. Non è così e ce ne accorgiamo se ci imbattiamo in un qualsivoglia atto parlamentare, in una consultazione di un ministero o nella relazione di un’autorità indipendente, documenti che ci danno conto di temi che sui media non sono minimamente rappresentati.

Per la nostra video-rubrica Lobby Non Olet ne abbiamo parlato con Luigi Di Gregorio, professore di Scienza Politica all’Università della Tuscia e autore del libro “Demopatìa. Sintomi, diagnosi e terapie del malessere democratico” (Rubettino ed.). “il grosso delle decisioni paradossalmente è quello meno pubblicizzato, quello meno veicolato a livello di opinione pubblica” conferma Luigi Di Gregorio. Guarda la video-intervista.

In questo quadro, dove si svolge il lavoro del lobbista? Il rappresentante di interessi si concentra su quel 10% che emerge o sul 90% che rimane sotto la superficie del mare? “Per il 90% il lobbista si muove nel campo della politica invisibile, che poi, attenzione, è quella che decide le cose più importanti per un Paese, quella che muove più interessi e anche più soldi” commenta Luigi Di Gregorio.

Questo è il motivo per il quale io sono fermamente convinta che il lobbista non debba essere un comunicatore. Mi spiego meglio. Chi fa il mio lavoro non deve essere un esperto di ufficio stampa e tanto meno di marketing e social media. Non dico ovviamente che queste attività non possano essere svolte in parallelo. Dico solo che il lavoro della lobby, tecnico e fatto di dettagli, raramente si svolge sotto i riflettori mediatici. È un bene? È un male? È un fatto. Funziona così.

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