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La Nato si addestra nel Mediterraneo. Le manovre al largo della Francia

Di Stefano Pioppi e Danilo Mattera

Sono iniziate le manovre di Dynamic Mariner 20. L’annuale esercitazione Nato, che vedrà impegnate le unità navali di sette alleati (Francia, Italia, Belgio, Grecia, Olanda, Spagna e Stati Uniti) si svolgono a largo delle coste di Tolone, nel sud della Francia. Lontana delle acque agitate del Mediterraneo orientale, la collaborazione tra Francia, Italia e Grecia potrebbe veicolare un messaggio per Ankara

L’ESERCITAZIONE

Alle manovre, che andranno avanti fino al 9 ottobre, prenderanno parte 31 navi di superficie, un sottomarino e tre aerei da pattugliamento marittimo. Guidate dallo Standing Nato maritime group one (Snmg1) e dallo Standing Nato maritime group two (Snmg2), ovvero dalle forze navali alleate che hanno il compito di assicurare la sicurezza nel dominio marittimo, le operazioni mirano a rafforzare la flessibilità e l’interoperabilità delle forze dell’Alleanza.

IL MOMENTO

Seppure l’area marittima di Tolone sia lontana dalle calde acque del Mediterraneo orientale, la partecipazione congiunta di Italia, Francia e Grecia alle manovre richiama la delicata situazione che si protrae da settimane a largo delle coste dell’Anatolia, dove l’alleato turco rivendica acque e influenza. Eppure, proprio l’Alleanza Atlantica si sta dimostrato ambito privilegiato di risoluzione della crisi tra Atene e Ankara. Lo stesso segretario generale dell’Alleanza Atlantica Jens Stoltenberg è stato, nei giorni scorsi, protagonista di un nuovo doppio contatto telefonico con il premier greco Kyriakos Mitsotakis e il presidente turco Recep Erdogan. Nella nota ufficiale rilasciata dal quartier generale alleato a margine di uno dei due colloqui, la struttura alleata ha confermato l’esistenza di diversi incontri (circa sei) tra i vertici militari dei due alleati che si affacciano sull’Egeo.

LE MANOVRE PRECEDENTI

A fine agosto era andata in scena “Eunomia”, un’esercitazione tra gli assetti di Cipro, Grecia, Francia e Italia, a largo delle acque cipriote. Le manovre, “di media complessità”, erano finalizzate ad aumentare la “maritime situational awareness” degli attori coinvolti, cioè la capacità di saper distinguere e riconoscere le minacce provenienti dal dominio marittimo. L’impegno si inseriva nell’ambito della Quartet Cooperation Initiative (Quad), attività quadrilaterale di coordinamento nel settore marittima finalizzata “ad assicurare una presenza navale costante nella regione”, spiegava il ministero della Difesa italiano Lorenzo Guerini, che ha inviato per l’esercitazione Nave Durand De La Penne.

LA LINEA ITALIANA

Il cacciatorpediniere lanciamissili della Marina italiana De La Penne era già nel Mediterraneo orientale per la campagna addestrativa degli allievi dell’Accademia navale: prima di aderire a Eunomia, infatti, il vascello aveva condotto un’attività addestrativa “di passaggio” con due fregate turche. Attività di quattro ore, routinaria e limitata rispetto alla tre-giorni con gli assetti francesi, greci e ciprioti. Eppure, anch’essa ha avuto un valore politico rilevante, come ha spiegato lo stesso Guerini nel comunicato di palazzo Baracchini relativo alle due esercitazioni: “necessario un approccio bilanciato per la ricerca di una sempre maggiore cooperazione e dialogo tra le parti”. Resta il punto fermo sul rispetto del diritto internazionale, soprattutto con riferimento alla Zona economica esclusiva di Cipro, lì dove ci sono interessi di Eni e dove la Turchia cerca con assertività di arrivare. La linea italiana (che è quella della Nato) punta a ricostruire il dialogo, anche attraverso il livello operativo-militare.

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