“È davvero eccezionale quanto il suo discorso fosse rivolto alla Cina, in particolare a colpire la Cina”. È quanto spiega a Formiche.net Kelsey Broderick, analista dell’Eurasia Group, commentando l’intervento con cui ieri il presidente statunitense Donald Trump, intervenendo all’apertura dei lavori dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, ha accusato Pechino di essere colpevole della diffusione del coronavirus, di aver infettato il mondo.
“Mentre la maggior parte dei sondaggi rivelano che la Cina non è il problema numero uno per gli elettori, Trump sembra determinato a rendere la sua politica sulla Cina parte centrale della sua campagna prima di novembre”, dice Broderick. “Spera di poter incolpare la Cina per molti dei problemi da coronavirus negli Stati Uniti, e non sembra preoccuparsi di danneggiare ulteriormente le relazioni” tra i due Paesi. Qual è l’effetto finale del suo discorso? “Probabilmente rafforzerà l’idea che gli Stati Uniti si preoccupano sempre meno delle Nazioni Unite e del multilateralismo, un punto che la Cina spera di utilizzare a suo favore man mano che accresce il suo ruolo” al Palazzo di Vetro.
Il presidente cinese Xi Jinping ha promesso una Cina a emissioni zero entro il 2060 e ha incassato il plauso europeo. Alcuni osservatori hanno notato che questa promessa non costa molto a Pechino. Potrebbe essere un modo per spaccare il fronte transatlantico?
L’impegno cinese sarà visto positivamente in Europa, anche se l’orizzonte temporale è lontano. Inoltre, rappresenta un segnale positivo per i nuovi colloqui Cina-Ue sul clima. Sul fronte transatlantico, se Joe Biden vincerà le elezioni presidenziali, l’impegno della Cina toglierà a lui e all’Ue un settore su cui potrebbero collaborare per porre un freno a Pechino. Dubito che la Cina abbia fatto questo annuncio al solo scopo geopolitico di minare le relazioni tra Stati Uniti e Unione europea — il cambiamento climatico e l’inquinamento sono una questione importante in Cina e importante ragione di malcontento interno— ma esso migliorerà la posizione cinese davanti agli occhi di entrambi gli attori. Se Trump rivince, la Cina può utilizzare questo impegno per mantenere l’Ue in una posizione più “intermedia” tra le due grandi potenze.
Altri scontri all’orizzonte tra Washington e Pechino in sede Onu?
Se Trump verrà rieletto, potremmo vedere altri scontri dietro le quinte sulla rappresentanza delle Nazioni Unite. Negli ultimi due anni Cina e Stati Uniti si sono appoggiati alle rispettive sfere di influenza per ottenere posizioni alla guida di varie agenzie delle Nazioni Unite, sebbene gli Stati Uniti sfruttino la loro rete principalmente per bloccare i candidati cinesi. È probabile che ne vedremo molti di più. Inoltre, gli Stati Uniti potrebbero provare a insistere ancora di più contro la Cina sulle questioni dei diritti umani (le libertà di Hong Kong e la questione uigura nello Xinjiang) in sede Onu. Tuttavia, Trump non si è fatto molti amici alle Nazioni Unite e potrebbe essere difficile per gli Stati Uniti compiere grandi blitz contro la Cina, soprattutto dopo aver lasciato Oms, Unesco e Unhcr.
La Cina, ma anche e soprattutto la Germania e il Vaticano, continuano a fare appelli al multilateralismo. Aspettano Biden?
Penso che Biden sarebbe accolto dalla maggior parte dei Paesi come un segnale che gli Stati Uniti saranno meno imprevedibili e più impegnati nei confronti delle entità multilaterali. Il punto di vista della Cina è leggermente più complesso: Pechino probabilmente preferirebbe Biden nella speranza che si astenga da ulteriori azioni commerciali e sanzioni unilaterali, ma non si aspetta un’amministrazione statunitense più rispettata a livello internazionale. È probabile che la leadership cinese stia già pensando a come gestire al meglio un insieme di relazioni più approfondite Usa-Ue e Usa-Asia.
Che eredità lascerebbe a Biden questo discorso di Trump?
Biden probabilmente rinnegherebbe la maggior parte delle cose fatte dall’amministrazione Trump a livello nazionale e internazionale. Per correggere alcuni di questi “torti”, rientrerebbe nelle agenzie chiave delle Nazioni Unite. Tuttavia, la strada sarà in salita sulla questione cinese. Il sentimento anti-cinese è in aumento negli Stati Uniti ed è bipartisan. Biden dovrebbe perseguire una politica cinese molto più forte di quella messa in campo dall’amministrazione Obama, includendo la possibilità di mantenere alta la pressione in termini commerciali e tecnologici.