L’emergenza pandemica e la conseguente crisi legata al lockdown hanno portato ad una situazione economica e sociale in Italia senza precedenti. Secondo i dati Ue a fine anno l’Italia registrerà un calo del prodotto interno lordo dell’11,2%, una caduta mai censita dalle statistiche dell’Istat. Al crollo del 2020 ci sarà poi un rimbalzo minimo nel 2021, quando si prevede una crescita del 6,1% con il Pil che resterà comunque ben lontano dai valori del 2019. Sul fronte delle aziende, ha censito l’Associazione delle banche italiane, i finanziamenti richiesti dalle imprese al Fondo di garanzia ammontano ad una cifra pari a circa 62,7 miliardi.
E numerose sono le incognite legate ai settori chiavi dell’economia del paese, in particolare per il turismo e per l’export. Il turismo vale circa il 15% del Pil ed è una voce consistente dell’economia nazionale con 3,5 milioni di occupati. Ma per quest’anno, calcola l’ente nazionale del turismo (Enit), si prevede una stagione con un netto calo, non prima del 2023 si prevede infatti che si possa recuperare e raggiungere i volumi del 2019. Sulla ripresa delle esportazioni, che per l’Italia valgono il 32% del prodotto interno lordo, secondo i dati Ocse per fine anno si prevede un calo del 14,4% delle esportazioni italiane, con i numeri che potrebbe arrivare anche ad un -17,8% nel caso in cui dovesse esserci in autunno un ritorno del coronavirus.
Per rispondere a questa crisi senza precedenti, sono stati messi in gioco importanti risorse da parte della Comunità Europea per rispondere prontamente all’emergenza e rilanciare cosi l’economia degli stati membri. La cifra ammonta a 750 miliardi euro previsti di cui, 390 miliardi verranno erogati sotto forma di sussidi, che non dovranno essere ripagati dai Paesi destinatari, mentre 360 miliardi di euro verranno distribuiti sotto forma di crediti.
L’Italia, quale una delle maggiori beneficiarie, si prevede riceverà risorse pari a 209 miliardi, di cui 82 in sussidi e 127 in prestiti. L’intesa prevede per la prima volta che i 27 Stati membri d’Europa daranno mandato alla Commissione europea di emettere debito comune garantito dal Bilancio Ue. La stesura del piano del recovery plan nazionale, a quanto si apprende sarà il Comitato Interministeriale per gli Affari Europei (Ciae) a coordinare i lavori, una struttura di Palazzo Chigi composto da Dirigenti e capi di gabinetto dei Dicasteri, rappresentanti degli enti locali e delle regioni, presieduto dal Premier che dovrebbe portare una pluralità di visioni tale da consentire una più possibile ottimale destinazione di questi fondi.
Per il rilancio dell’Italia e per una veloce ripresa del sistema economico nazionale, è prioritario avviare una serie di riforme strutturali per favorire la trasformazione tecnologica e digitale, sbloccare nuovi fondi a sostegno delle imprese e mettere al centro dell’agenda politica il tema giovani e innovazione come motore trainante per il futuro. Obiettivo utilizzare al meglio questi fondi per investimenti strutturali e per rilanciare la crescita economica del Paese, al fine di rendere l’Italia un paese più green, più digitale, più innovativo, più sostenibile ed inclusivo. Di particolare importanza le risorse destinate alla scuola, alla ricerca e alle infrastrutture. Una ripresa che dovrà essere indirizzata ad obiettivi politici ben condivisi da tutte le forza politiche sia a livello europeo che nazionale per favorire la transizione ecologica, energetica e digitale dell’Italia.
Azioni e proposte sono state presentate dall’ANGI – Associazione Nazionale Giovani Innovatori, che ho l’onore di presiedere, come contributo dei giovani e delle imprese italiane per il rilancio del Paese e soprattutto per colmare quel “digital divide” rispetto agli stati membri della Ue.
Un’azione che dovrà andare in parallelo alle realtà già costituite in Italia quali il Fondo Nazionale Innovazione e la Fondazione Enea Tech per investimenti a sostegno delle startup, degli spin off universitari e della trasformazione tecnologica e digitale. Particolare attenzione è stata poi data anche sul pacchetto di iniziative e progettualità che costituirà Impresa 4.0 Plus con un importante focus sulle tecnologie di frontiera: intelligenza artificiale applicata all’impresa, blockchain, internet delle cose.
Questa crisi si può trasformare in un’opportunità di rilancio per l’Italia, contrastando la povertà educativa delle nuove generazioni in una nuova alfabetizzazione digitale, investendo nell’innovazione e nelle imprese come punti di riferimenti del tessuto economico ed industriale italiano.