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Seconda adesione al piano di pace e nuova candidatura al Nobel. L’11 settembre di Trump

Nel giorno in cui l’America ricorda le 3.000 vittime degli attentati dell’11 settembre 2001, mentre affronta una tragedia che ha già fatto 60 volte più morti, Donald Trump incassa la seconda adesione al suo piano di pace per il Medio Oriente e una seconda candidatura al Nobel per la Pace. Trump twitta: “Un’altra svolta storica oggi! I nostri grandi amici di Israele e del Bahrein hanno concordato un accordo di pace. È il secondo Paese arabo a fare pace con Israele in 30 giorni” (il primo erano stati gli Emirati Arabi Uniti).

L’intesa tra Israele ed Eau sarà firmata martedì prossimo, il 15 settembre, alla Casa Bianca. Né Eau né Bahrein erano in guerra con Israele: gli accordi servono a normalizzare le relazioni, diplomatiche ed economiche.

A candidare Trump al Nobel per la Pace, dopo il deputato norvegese Christian Tybring-Gjedde, che prendeva spunto proprio dall’intesa tra Israele ed Eau, è ora il deputato svedese Magnus Jacobsson, che ha annunciato su Twitter di aver “nominato l’amministrazione Usa e i governi di Kosovo e Serbia per il Nobel per la Pace per il lavoro comune per la pace e lo sviluppo economico, attraverso l’accordo di cooperazione firmato alla Casa Bianca” la scorsa settimana, il 4 settembre.

Nel segno della pace, ma soprattutto del ritiro da quei Paesi delle truppe Usa, come Trump s’impegnò a fare nel 2016, anche le notizie che arrivano da Iraq e soprattutto da Afghanistan. Oggi, a Doha, devono iniziare colloqui di pace tra il governo di Kabul e i talebani e sono già stati annunciate drastiche riduzioni dei contingenti Usa nelle prossime settimane.

Ieri, spot elettorali sospesi, come vuole ormai la prassi della campagna elettorale l’11 settembre. Trump e il suo rivale Joe Biden non si sono incrociati rendendo entrambi omaggio alle vittime al memoriale di Shanksville, in Pennsylvania, dove cadde uno dei quattro aerei dirottati, il volo 93 della United Airlines, dopo che l’intervento dei 40 passeggeri evitò che il velivolo si schiantasse contro il suo obiettivo a Washington, il Campidoglio o forse la Casa Bianca.

La presenza dei due candidati in Pennsylvania è stata dettata da calcoli politici: lo Stato, dove vinse a sorpresa nel 2016 il magnate, resta in bilico, testa a testa nei sondaggi, Biden lievemente favorito.

Il presidente, accompagnato da Melania, era presente alla cerimonia all’ora dell’impatto, le 09.43. Biden con la moglie Jill è arrivato nel pomeriggio, dopo avere assistito alla cerimonia per le vittime a New York, a Ground Zero. Tutti i riti si sono svolti in forma ridotta causa coronavirus.

Anche il vicepresidente Mike Pence e la moglie Karen erano alle celebrazioni della Grande mela: Pence e Biden si sono incrociati e si sono salutati dandosi il gomito. La candidata vicepresidente di Biden, Kamala Harris, e il marito Douglas erano invece a una cerimonia in Virginia.

Il presidente e Melania hanno osservato il minuto di silenzio per le vittime dell’11 settembre sull’Air Force One che li portava in Pennsylvania, alle 08.46, quando il primo dei quattro aerei dirottati da un commando di Al Qaeda colpì il Word Trade Center.

“L’America non cesserà mai di perseguire i terroristi che la minacciano”, ha assicurato Trump, parlando a Shanksville. A frapporsi “tra il nemico e un colpo mortale alla democrazia americana fu il coraggio e la risolutezza di quei 40 uomini e donne, che trionfarono sul terrore dando le loro vite in difesa della nostra nazione”: “Il dolore dei familiari è quello di tutto il Paese”.

A Shanksville, Biden ha deposto una corona di fiori al memoriale, come aveva fatto in mattinata Trump. Poi si è intrattenuto con le famiglie di tre vittime. Biden ha definito quegli attentati un “atto di codardia e di odio”, che “rivelò il carattere degli americani, il coraggio, la forza e la resilienza” , e ha paragonato quella crisi all’attuale pandemia. Agli eroi di allora e di oggi, “dobbiamo lo sforzo d’unirci come nazione, così che gli americani ancora una volta possano fare ciò che fecero 19 anni or sono: voltare pagina dopo la tragedia, ricostruire le proprie vite e cominciare a riprendersi”.

A New York, c’è stato un siparietto di colore italiano: Biden ha incoraggiato una donna di 90 anni in carrozzella che teneva in mano la foto del figlio morto a 43 anni nell’attacco alle Torri gemelle. Biden le ha ricordato la scomparsa del proprio figlio Beau, le ha detto che “non se n’è mai andato”. Il governatore di New York Andrew Cuomo, s’è accorto che l’anziana signora era d’origini italiane, come lui; e Biden, allora, ha scherzato sulle sue origini irlandesi e s’è poi rivolto alla moglie Jill, ricordando che anche lei ha origini italiane e citandone il cognome della famiglia originario, Giacoppa, che il nonno americanizzo in Jacobs.

L’11 settembre 2001, Trump accusò migliaia di musulmani di aver esultato a New Jersey City – era falso —, si lamentò della chiusura di Wall Street e noto che, con l’abbattimento del World Trade Center, la Trump Tower era divenuta il secondo grattacielo più alto di Manhattan.

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