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Cosa dobbiamo a Berlusconi (e a tutti noi). L’umanissimo in bocca al lupo di Giuliani

La battaglia di Silvio Berlusconi contro il coronavirus meriterebbe qualcosa in più di un generico “in bocca al lupo”. Spinti dalla naturale solidarietà a tutti dovuta, in un passaggio così delicato della vita (salvo dolorose eccezioni), potremmo finalmente affrontare quell’analisi storica dell’epopea berlusconiana che non abbiamo avuto mai il coraggio di sviluppare.

L’imprenditore, il politico, l’uomo, il Berlusconi uno e trino che ha caratterizzato come nessun altro gli ultimi trent’anni della nostra vita è ancora affidato ad una lettura sostanzialmente cronicistica. Un’analisi faziosa, comunque la si guardi. Agiografica o distruttiva, perlopiù aneddotica.

Oggi, alla vigilia di passaggi delicati come mai, sarebbe importante per il Paese, per la sua politica e il reciproco riconoscersi fra le parti, storicizzare una vicenda senza eguali al mondo. Per parlar chiaro, prima che l’inesorabile scorrere del tempo dia il via a un vero approfondimento storico. L’unica strada accettabile, per distribuire oneri e onori.

In un Paese che ancora oggi rifiuta la pace e una lettura condivisa di una pagina tragica e vecchia di ottant’anni, come la guerra civile fra il 1943 e il 1945, Silvio Berlusconi costituisce una possibilità che le migliori coscienze non dovrebbero farsi sfuggire. Rileggere, valutare e anche giudicare, cercando quell’onestà intellettuale che non sarà garanzia di assoluta oggettività – ancora oggi abbondano profili diametralmente opposti sugli imperatori romani – ma permetterà di non tirarsi addosso la storia, di non usarla come un’arma, per i calcoli e gli interessi più meschini.

Oggi, Silvio Berlusconi è ancora un protagonista, ma in una posizione tale da avere anche tutto l’interesse personale a veder rivisitata la sua avventura umana. Non tanto per far cambiare idea a qualcuno, ma per riconoscere finalmente quell’altro pezzo di noi, che in troppi abbiamo rifiutato come un corpo estraneo, se non direttamente un nemico. Solo che i nemici eravamo sempre noi, noi che non abbiamo mai avuto il coraggio di legittimare l’altro, dando il via ad una spirale che continua tutt’oggi, sia pur con protagonisti diversi.

L’umanissimo in bocca al lupo che si deve a Silvio Berlusconi potrebbe assumere un significato più profondo e più vero, se trovassimo per una volta il coraggio di guardare allo specchio questo Paese, senza l’ansia di condannarne sempre una parte.



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